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Thu Nov 15 23:03:42 CET 2007







			
			
		

				
			
			

				





	
	
	
	

	

		
		
				
		
		
		COMUNICATO DI SOLIDARIETA'  DI OPERAI E DELEGATI RSU DI DIVERSE FABBRICHE SU REPRESSIONE ALLA FIAT...

Comunicato a tutti gli operai,

da diffondere nelle fabbriche e ovunque è possibile.
	Una repressione strisciante, silenziosa,
colpisce gli operai. La massa dei NO dalle grandi fabbriche al
protocollo sul welfare ha impressionato i padroni.

I salari da fame diventano sempre più insopportabili.

Gli operai morti sul lavoro sono all’ordine del giorno.

Si aspettano una reazione operaia e cercano in tutti i modi di
prevenirla. A cominciare dalle fabbriche FIAT. A Melfi hanno fatto la
grande prova. Quattro operai sono stati licenziati, uno è un delegato
sindacale.

Il sistema è stato semplice: la magistratura iscrive, per qualche
ragione, nel registro degli indagati gli operai che danno più fastidio,
il padrone li licenzia sostenendo che con il procedimento in corso "è
venuto meno il rapporto fiduciario…" Esattamente così è successo a
Melfi, due dei licenziati sono stati perquisiti senza nessun risultato
nell’ambito di un’inchiesta su "associazione sovversiva con finalità
terroristiche". Il quarto, il delegato, è stato licenziato a causa di
una querela di un capo nominato in un volantino per la sua prepotenza
sugli operai. La direzione prima li ha sospesi e poi licenziati, non ha
avuto bisogno di prove di colpevolezza, di sentenze, di niente.

Con un tale sistema, i padroni possono ripulire le fabbriche dagli
operai ribelli nel pieno silenzio stampa e con il tacito consenso dei
gruppi dirigenti dei "grandi" sindacati nazionali.

Uno strato di operai ribelli si è formato nelle fabbriche più
importanti dell'industria, ha manifestato la sua presenza guidando
tutti gli operai al netto rifiuto dell’accordo di CGIL CISL e UIL.

Uno strato di operai che sfida i padroni, il governo, anche se si dice amico, ed i dirigenti sindacali compromessi.

Una nuova classe operaia che inizia a muoversi come forza indipendente.

Potevano attaccarci per questo? Per aver votato NO all’85% a Melfi come
nelle principali fabbriche? Potevano attaccarci perché vogliamo più
soldi senza scambiarli con flessibilità e allungamento dell’orario di
lavoro? No. La tanto decantata democrazia ne sarebbe uscita malconcia,
e allora?

Allora funziona la caccia alle streghe, il "sospetto di terrorismo".
Tutti zitti, il sospettato va immediatamente sospeso, licenziato,
isolato e chi vorrebbe prenderne la difesa stia attento. Nessuno dei
paladini della democrazia interviene, sulla stampa nemmeno una riga sui
licenziamenti, eppure ministri non solo sospettati ma condannati
siedono in parlamento, ne hanno diritto fino alla sentenza definitiva
ed oltre.

Per gli operai c’è una legge su misura, basta il sospetto per essere
licenziato e buttato per strada. La legge è uguale per tutti i
cittadini, ma gli operai sono altro.

La caccia alle streghe deve finire, come operai rivendichiamo la
libertà di critica del sistema che ci sottomette, la libertà di
associarci come riteniamo più opportuno per difendere il salario e le
nostre condizioni di vita, la libertà di criticare governi di banchieri
ed industriali e sindacalisti che non fanno più i nostri interessi, la
libertà di progettare e lavorare per un sistema diverso, senza
sfruttamento. La società della globalizzazione non è più nemmeno in
grado di concedere queste elementari libertà agli operai? E' messa
male. Sta ancora peggio se deve tirare in ballo il sospetto di
terrorismo per tapparci la bocca a migliaia.
	Ciò che è inaccettabile è che un semplice
sospetto, che cade nel nulla, possa diventare una ragione per buttarci
fuori dalle fabbriche. Come è successo a Melfi e può succedere ovunque.

La solidarietà agli operai di Melfi, ad Auria, a Miranda, a Passanante,
a Ferrentino è necessaria se vogliamo ancora difenderci come operai in
modo indipendente, altrimenti è la paura, il mordersi la lingua, lo
stare allineati e coperti ma così ci condanniamo ad una vita da schiavi
senza speranza.

Non si devono sentire soli, gli operai ribelli sono dalla loro parte.

Questo comunicato con le nostre firme andrà alle redazioni dei
giornali, alle direzioni dei sindacati, ai partiti. Nessuno potrà dire
"non sapevamo". 
	Ultimo aggiornamento del 15 novembre.
Mignano operaio dell’Alfa di Pomigliano è stato licenziato. Le
motivazioni sono tragicamente ridicole. Per la Fiat è colpevole di
essere stato a capo di una manifestazione al Salone del Fiat Center di
Poggioreale. Di aver “esposto 3 striscioni con scritte inneggianti alla
lotta contro la precarietà”, ed aver “rivolto ad impiegati e clienti
slogan” di critica al padrone Fiat. Se ciò è abbastanza per licenziare
un operaio, le loro libertà sindacali e politiche sono carta straccia.
Vogliono degli operai muti e sottomessi, non li avranno.
	   Operai e delegati RSU delle fabbriche:
	      Fiat Sata Melfi (PZ)

      Alfa Pomigliano (NA)

      Avio Pomigliano

      Alenia Pomigliano (NA)

      F M A Pratola Serra (AV)

      Ansaldo Napoli

      OM Pimespo Bari

      Magneti Marelli Bari

      Graziano Trasmissioni Bari

      Fiat New Holland Modena

      Terim Rubiera (RE)

      Ferrari (MO)

      MET-RO spa Roma.

      Nokia Siemens Cassina de Pecchi (MI)

      Pirelli Bicocca Milano

      Ansaldo Camozzi Milano

      Magneti Marelli Corbetta (MI)

      Innse Presse Milano

      Titan Bologna

      Schneider  elettric Stezzano (BG)

      Hoffman Monza (MI)

      Microtecnica Brugherio (MI)

      F.S. Centrale Milano

      Dropsa Vimodrone (MI)

      L’isolante K - Flex Roncello (MI)

      Fireweb Trezzano Rosa (MI)

      Amsa Milano

      Meritor Cameri (NO)

      Candy Brugherio (MI)
	      ( Inviate l’adesione della vostra fabbrica ).
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