[Redditolavoro] risposta a Panorama
Slai Cobas Taranto
cobasta at libero.it
Mon Nov 12 08:23:23 CET 2007
Fare attività sindacale di classe, parlare di "potere operaio" è reato.
Un articolo apparso sul numero 44 di Panorama del 1.11.07 intitolato
"Terroristi alla catena di montaggio", basato sui verbali della Questura di
Potenza - riteniamo illegalmente arrivati ai giornalisti di Panorama quando
ancora non sono arrivati agli indagati e per cui presenteremo denuncia -
chiarisce su che cosa sarebbe fondata l'indagine e l'inquisizione fatta
dalla Procura di Potenza contro lo slai cobas per il sindacato di classe e
operai della Fiat Sata.
Prima questione. Dai verbali della Digos - riportati da Panorama - si
capisce che gli operai delle grandi fabbriche oggi sono tutti sotto
controllo e sono tutti potenzialmente indagati, "dalla Fiat di Pomigliano d'Arco,
a quella di Termini Imerese, dalla Piaggio alla Nuova Pignone e Gkn
Driveline di Firenze, dai cantieri di Marghera all'Ilva di Taranto". Come e
peggio che nel fascismo, lo Stato "democratico" e il governo Prodi-Amato,
quindi, come un 'Grande Fratello', sorvegliano gli operai considerati tutti
potenzialmente sovversivi.
Prima domanda. E' legittimo che uno Stato, che non si dichiara ufficialmente
fascista, che non ha cambiato la sua Costituzione, faccia questo? Chi usa,
allora, metodi antidemocratici, sovversivi? Chi lotta per affermare i
diritti dei lavoratori o chi fa carta straccia delle stesse sue leggi e
della Costituzione?
Seconda questione. Perché gli operai sono sotto indagine da parte degli
esperti dell'antiterrorismo? Che cosa "allarma" le Questure? Il fatto che
".gli operai italiani, siderurgici, metalmeccanici, portuali, sono
arrabbiati", il fatto che "sono scesi in piazza in centinaia di migliaia
contro l'accordo sul welfare tra governo e sindacati confederali. E nelle
fabbriche più importanti migliaia di no avevano già bocciato il patto con
gli industriali con percentuali bulgare."
Seconda domanda. Allora, oggi non essere d'accordo con le politiche del
governo, con gli accordi dei sindacati confederali, scendere per questo in
piazza e votare no, è un reato? Siamo già in pieno moderno fascismo e non ci
avete informato? Gli operai devono essere sfruttati, trovarsi salari sempre
più bassi mentre le aziende, in particolare proprio la Fiat, Riva dell'Ilva,
vantano miliardi di utili, aumenti dei profitti, gli operai si devono vedere
precarizzare il loro lavoro, devono ammalarsi, invalidarsi (come alla Sata
di Melfi con il TMC2), morire per il profitto dei padroni (come all'Ilva di
Taranto), E NON SI POSSONO NEANCHE ARRABBIARE?!
Terza questione. Questa rabbia - continua l'articolo di Panorama - viene
"sempre più spesso intercettata da piccole sigle sindacali radicali pronte a
dare voce a questo malcontento.", che si vogliono infiltrare nel mondo del
lavoro.
Terza domanda. E qual è il reato? Perché questi sindacati sono oggetto delle
relazioni "sulla politica informativa e della sicurezza preparata dai nostri
007 (il Dis - Dipartimento delle Informazioni della Sicurezza)? Non è la
ragione stessa della nascita e attività di un sindacato che si dica
minimamente tale quella di dare voce al "malcontento dei lavoratori" e
difenderne gli interessi?
Sappiamo bene che la politica di concertazione col padronato e i governi,
soprattutto col governo "amico" Prodi, di cgil, cisl, uil ha fatto
dimenticare cosa è e cosa fa un sindacato di classe, organizzato dai
lavoratori che ne sono gli effettivi protagonisti. Ma questa "dimenticanza"
non consente assolutamente di ritenere oggetto di indagine un'attività
sindacale come quella dello slai cobas per il sindacato di classe.
Sul problema, poi, delle "infiltrazioni". E' cambiato lo Statuto dei
Lavoratori e non ce l'hanno detto? Non è ancora legittimo che i lavoratori
possano costituire (perché, poi, la costituzione viene chiamata
"infiltrazione"?) o aderire ad associazioni sindacali e svolgere attività
sindacale all'interno dei luoghi di lavoro (art. 14 L. 300/70), e che
possano fare proselitismo all'interno dei luoghi di lavoro (art. 26)? O è
diventato già reato?
Quarta questione. Sempre oggetto di indagine, in questa attività sindacale,
sarebbe il modo come vengono affrontate le tematiche occupazionali "in un'ottica
estremista tesa a delegittimare i sindacati e a strumentalizzare le vertenze
in una prospettiva rivoluzionaria".
In un altro punto dell'articolo si scrive: "sulla loro rivista La nuova
bandiera è scritto: "serve la formazione di quadri operai, per togliere
dalle mani dei "soliti noti del sindacato e della politica" la direzione
della lotta operaia, in funzione dell'obiettivo strategico, il potere in
mano alla classe operaia".
Quarta domanda. Voi, quindi, dite che delegittimare i sindacati
(confederali) è reato. Che, quindi, chi critica i sindacati confederali è
"terrorista"? Quindi, non noi, ma voi state dichiarando questi sindacati,
sindacati da regime. Non era nel periodo fascista che chi non aveva la
tessera del sindacato fascista veniva licenziato? Non è nel 2007 che si
viene indagati e inquisiti e gli operai anche licenziati? La stessa cosa
vale per i partiti: scopriamo che è considerato "reato" dire che nessuno dei
partiti presenti in parlamento, e oggi anche al governo, può mai
rappresentare realmente le lotte operaie. Ma sono mai andati questi
giornalisti davanti ad una fabbrica? Altro che critiche sentirebbero ai
sindacati confederali e ai partiti parlamentari!
O, in realtà, è proprio questo humus di denuncia, protesta di massa che oggi
padroni e Stato cercano di soffocare, utilizzando anche le montature
giudiziarie contro chi sostiene queste legittime proteste?
Quando poi all'"ottica estremista". Cosa dovrebbero fare i lavoratori
precari, chi perde il lavoro, chi non ce la fa a campare, chi arriva a non
sapere come dare da mangiare ai propri figli perché non ha un centesimo, o
perché deve sopravvivere con 500 euro al mese, mentre vede i suoi padroni
(oh, scusate: datori di lavoro) fare profitti legali e illegali, vede
stipendi astronomici di banchieri, manager, ecc., anche questi sia legali
che illegali, mentre vede che il più stupido parlamentare prende uno
stipendio (+ indennità e privilegi) che spesso lui non prende neanche in un
anno di lavoro? Dovrebbero stare tranquilli, fare le richieste con i "guanti
gialli"? E' troppo chiedere che chi si indigna e parla di "ottica
estremista" almeno provi, come ha fatto quel padrone di Parma, a vivere per
un mese con 1000 euro, anzi con 500, come tanti lavoratori? E' possibile che
anche un Prefetto, come il Dr. Alecci a Taranto quest'estate comprendendo la
rabbia e l'esasperazione dei lavoratori delle ditte di pulizia va sul ponte
girevole a parlare con loro, frena la questura che vuole caricare le
lavoratrici, dice che la polizia dovrebbe pensare non a perseguire i
lavoratori che lottano per il lavoro ma i veri delinquenti, illegali o
sempre più legali che siano, e invece una Procura di Potenza deve minacciare
anni di carcere a chi lotta per il lavoro, il salario, i diritti?
Lo slai cobas per il sindacato di classe non ha bisogno di affrontare le
tematiche occupazionali in un'"ottica estremista", perché questo lo fanno e
lo faranno sempre più già spontaneamente i lavoratori, i precari, i
disoccupati. E ALLORA ARRESTATELI TUTTI!
Quando poi alla "prospettiva rivoluzionaria" e del "potere in mano alla
classe operaia". Ebbene sì, lo ammettiamo! Noi ci auguriamo che i
lavoratori, i loro figli, i loro nipoti, non debbano solo e sempre stare
tutta la vita a difendersi, spesso facendo una lotta della madonna - come
gli operai di Melfi nei 21 giorni - per portarsi a casa un elemosina di
aumento salariale o un miglioramento dei turni lavorativi che dopo pochi
mesi vengono peggiorati di nuovo; ma devono anche pensare a costruire una
società diversa, in cui - come era scritto (ora non più) nello stesso
statuto della vecchia cgil, non ci sia più lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo,
in cui il potere sia nelle mani della classe che produce tutta la ricchezza
di questa società e non ne gode neanche un millesimo.
OGGI DIRE QUESTE COSE E' REATO? E ALLORA ARRESTATECI PERCHE' CONTINUEREMO A
DIRLE E A LAVORARE PER UN FUTURO DIVERSO.
La storia nel mondo, ma anche la storia italiana dimostra che quando una
società diventa totalmente ingiusta e opprime le forze del nuovo, è
inevitabile che i lavoratori, le masse popolari si ribellino, facciano una
rivoluzione; in Italia abbiamo una Costituzione nata dalla Resistenza che
nessun storico nega che sia stata una guerra di popolo. Che centra tutto
questo con il "terrorismo"? Lo dice anche Panorama, probabilmente
riprendendo ancora i verbali della Questura di Potenza: si tratta di
"lavoratori "avanzati" capaci di combattere in prima fila le battaglie
sindacali. Alla luce del sole".
Ma quali elementi concreti avrebbero avuto nelle mani la Digos di Potenza
per impastire la montatura giudiziaria? Quando ci spostiamo su questo
terreno, le cose diventano ancora più assurde e allucinanti, in cui l'operazione
è: chiamare "terrorismo", una normale attività alle fabbriche, stravolgendo
e inventandosi qui e là alcuni fatti.
Primo stravolgimento. Panorama scrive: "A Melfi alcuni degli indagati
facevano parte delle rsu aziendale, hanno cercato l'accordo con altre sigle
per portare avanti le loro 'sfide', hanno fondato la Federazione dei
metalmeccanici Uniti. Obiettivo: allargare la base del consenso nella
prospettiva di "conquistare il maggior numero possibile di avamposti per la
rivoluzione proletaria mondiale"".
Premesso che sono l'articolo e i verbali della Digos che usano una
terminologia militare (sfide, conquistare avamposti), la ricostruzione è
veramente fantasiosa.
Lo slai cobas sindacato di classe Puglia e Basilicata che aveva partecipato
e sostenuto la lotta dei 21 giorni si è battuto dopo perché le varie
espressioni del sindacalismo di base e dell'opposizione all'accordo si
unissero e presentassero un'unica lista alle elezioni Rsu, per mantenere e
non disperdere l'unità di base dei lavoratori che si era espressa nei 21
giorni. Dov'è il reato? Perché si parla di "sfide" quando si tratta di un
normale percorso sindacale. Questo tentativo unitario non si è realizzato,
ogni sindacato di base ha presentato una propria lista alle Rsu, e non è
vero che questo ha dato origine alla Federazione dei metalmeccanici Uniti.
Così come è falso che lo scopo era, addirittura (!), la rivoluzione
proletaria mondiale, ma molto più umilmente lavorare insieme per una difesa
coerente di classe degli interessi dei lavoratori.
Secondo stravolgimento. L'articolo scrive: "le carte in mano al pm Francesco
Basentini raccontano la fase embrionale di una cellula eversiva all'interno
di una fabbrica (la Fiat di Melfi) a partire dalla propaganda davanti ai
cancelli". Come dicevamo prima: basta chiamare con linguaggio militaresco le
cose e l'impianto accusatorio è fatto. Quale "ingegno" persecutorio può
infatti chiamare "cellula eversiva" il lavoro di costruire all'interno della
Fiat Sata, come lo facciamo in tutti i posti di lavoro, il cobas aderente
allo slai cobas per il sindacato di classe? Dato che di questo si trattava
ed era scritto su tutti i volantini dati ai cancelli. Perchè chiamare
normali volantinaggi fatti davanti ai cancelli della Fiat Sata a centinaia,
migliaia di lavoratori, che tutti potevano leggere, dagli operai, alla
direzione aziendale, ad eventuali presenze della Questura, "propaganda
terrorista"?
Ma soprattutto, come si permette il giornalista di Panorama di accostare i
volantinaggi fatti davanti alla Sata da un operaio con un presunto "attacco
al centro vernici della fabbrica" che sarebbe stato sventato dagli 007?
Terzo stravolgimento con falso. Ad un certo punto viene fuori che alla Fiat
interveniva un "operaio della Ponteggi Dalmine, indagato e poi assolto per
banda armata" - e si continua: "per conto di chi è sceso nel profondo Sud?
Ufficialmente rappresenta lo Slai cobas per il sindacato di classe".
Prima di tutto è falso: non c'è stato alcun operaio della Ponteggi Dalmine
indagato e assolto per banda armata; né alcuno che non si sapeva per conto
di chi stava e che faceva. Lo slai cobas per il sindacato di classe dopo i
21 giorni, per mantenere il lavoro sindacale, ricostruire lo slai cobas alla
Sata decise di essere presente sul luogo con un proprio rappresentante, e
aprendo una sede nel paese più vicino alla fabbrica, Lavello. Nessun
sindacato di classe che si dica tale non può non vedere la centralità di una
fabbrica come la Sata di Melfi; come era stato normale che tutti coloro,
sindacati, associazioni, forze politiche che si richiamano alla classe
operaia, fossero stati presenti, chi più chi meno, durante i 21 giorni, a
sostenere in quel momento la lotta più importante per tutti gli operai e per
tutte le fabbriche; così dopo è normale che un sindacato, nazionale, come è
lo slai cobas per il sindacato di classe, continui ad andare a Melfi,
impegnando con grande fatica i propri soldi e le proprie forze. NESSUN
MISTERO! NESSUN DISEGNO CLANDESTINO! Lo sapevano tutti gli operai della Sata
e non solo, anche la popolazione di Lavello, sia del perché un esponente
dello slai cobas per il sindacato di classe stava lì, sia del Circolo
operaio, che ha fatto anche un iniziativa contro il carovita, per la
costruzione di un Comitato popolare "quarta settimana"; nel circolo si sono
tenute conferenze stampa su questa iniziativa come sulle iniziative alla
Sata; un circolo talmente aperto che chiunque passava poteva entrarci.
Nella storia sindacale dei lavoratori, succede normalmente che un esponente
del sindacato si trasferisca in un'altra città per occuparsi dell'attività
sindacale, Qual è la stranezza? Perché questo sarebbe uno degli elementi
fondanti l'art. 270 e 272bis? Solo che per gli altri sindacati si tratta di
un funzionario ben pagato dalla sua organizzazione, nello slai cobas in cui
non ci sono funzionari, si trattava di un lavoratore che aveva possibilità
di muoversi per il lavoro precario che svolgeva e riceveva solo un piccolo
contributo dallo slai cobas.
Ma basta dare a cose normali una segno "oscuro, tenebroso" è il teorema
inquisitorio è belle e pronto: non si parla nell'articolo del "Sud", ma del
"profondo Sud"; non si scrive, quello che tutti sanno, che alla Fiat Sata ci
sono i turni e chi interviene ai cancelli per dare volantini o giornali, o
riviste è normale che copra anche il turno notturno (anzi, spesso in questo
turno lavorano più operai), ma si scrive: "Intorno alla fabbrica, all'imbrunire
(da qui il nome dell'operazione Rosso di sera) vengono distribuite riviste
eversive" - come se uno va all'imbrunire apposta per "nascondersi"; la
rivista La Nuova bandiera che contiene un saggio lungo di riflessione sulla
lotta dei 21 giorni, che è stata distribuita in decine e decine di copie (in
tutti i turni , anche quelli di giorno), che ha promosso anche un convegno
pubblico al centro sociale del Comune di Rionero insieme ad un altro
sindacato di base a cui parteciparono più di 100 operai, che, per giunta, è
normalmente depositata, nelle copie d'obbligo di legge, in Questura e al
Tribunale, deve essere chiamata "rivista eversiva"! Normali manifesti sull'anniversario
della Rivoluzione d'Ottobre che utilizzano una foto d'epoca, vengono
descritti da questo articolaccio ".sui manifesti braccia toste stringono
fucili in un tripudio di bandiere rosse", ecc., ecc. E poi, e poi, basta
mischiare tutto, senza tempo né spazio: e allora, ci sarebbero "scritte con
la vernice dei lavoratori "avanzati", "qualche stella a cinque punte che
brilla (?) nella notte", "scritte sui muri, nei bagni", e. vai col disco.!
Per non parlare dei "movimenti dei compagni" che avrebbero insospettito gli
agenti dell'Aisi e che "annotano: le precauzioni adottate in ogni occasione
di incontri, la sistematicità dei contatti tenuti secondo un rigido criterio
verticistico, il ricorso ad internet con assoluta assenza di conversazioni
telefoniche ricalca perfettamente già notati schemi organizzativi" E non è
finita "incontri tra pochi elementi scelti è quindi da ritenersi come la
penultima fase della costruzione di autonome cellule di una stessa struttura
prima di dar il via ad autonome azioni coordinate da una riconosciuta
direzione". La Digos è d'accordo: è così che nasce la stella a cinque punte".
Ma brava questa Digos che ha capito tutto! Le consiglieremmo di andare
almeno a doposcuola perché se va avanti così viene bocciata. Visto che non
ha capito niente o volutamente prende 'fischi per fiaschi'.
Siccome siamo pazienti cerchiamo di spiegarglielo. Primo, tutti gli incontri
con gli operai o avvenivano davanti ai cancelli (meno "precauzione" di
così.) o nella sede di Lavello del Circolo operaio che, come abbiamo
spiegato prima, era così aperto che mentre si parlava entrava il pensionato
a chiedere un'informazione, come lo studente, altri lavoratori di altri
posti di lavoro, ecc.
Secondo, avremmo sicuramente voluto che gli incontri fossero sistematici per
dare, come è normale in qualsiasi sindacato, sistematicità all'attività
sindacale, ma purtroppo tra turni degli operai, luoghi di abitazioni in vari
paesi lontani, questa era una speranza ma non una realtà. Detto questo,
sicuramente se gli incontri fossero stati rarissimi, la Digos, al contrario,
avrebbe, viceversa, utilizzato questo a "dimostrazione del carattere
clandestino delle riunioni"!!!
Infatti, basta pensare a come viene utilizzata in senso criminalizzante
questa volta l'"assoluta assenza di conversazioni telefoniche", quando in
tante altre inchieste invece proprio la presenza di "conversazioni
telefoniche" vengono prese a base della repressione. DELLA SERIE, COME LA
FAI, LA SBAGLI.
Infine, circa gli "incontri tra pochi elementi scelti", assicuriamo la Digos
e la Procura di Potenza che non era affatto nostra intenzione che fossero
"pochi"; anzi, noi ogni volta speravamo che invece gli operai alle riunioni
sindacali fossero tanti, tantissimi. E ciò che si discuteva e si decideva
nelle riunioni era così palese e chiaro che era immediatamente riportato a
tutti gli operai, con volantini, locandine alla fabbrica; non solo, ma era
spesso conosciuto dagli organi istituzionali, come la vertenza per avere
arretrati di spettanze salariali che la Fiat, in violazioni di accordi
aziendali, non dava e per cui è sta chiesto l'intervento dell'Ispettorato
del Lavoro di Potenza (che infatti c'è stato e ha avuto buon esito); come l'esposto
contro il TMC2 presentato alla Procura di Melfi, ecc.
Su ogni incontro, su ogni iniziativa per farla arrivare alla maggioranza dei
lavoratori, facevamo comunicati stampa. Anche sulle iniziative di formazione
sindacale, che un sindacato che non si muova chiedendo solo la delega, con i
burocrati funzionari, deve organizzare, per fare dei lavoratori, degli
iscritti i veri protagonisti dell'attività sindacale.
Stendiamo, poi, un velo pietoso sulle "biografie" degli "elementi scelti"
citati dagli 007", perché sono ridicole e soprattutto è ridicola la
conclusione che il giornalista da strapazzo ne trae: perché dovrebbe almeno
avere la bontà professionale di spiegare perché, per es. Ernesto Palatrasio,
presentato come "ideologo di matrice marxista-leninista-maoista, promotore
di vari movimenti radicali", o Margherita Calderazzi, presentata come
"responsabile del movimento femminista proletario rivoluzionario", o l'operaio
della Sata Michele Passanante, per cui non si scrive nulla, ecc., avrebbero
"curriculum pesanti".
E, dulcis in fundus, come poteva non mancare? La "rivolta delle banlieues"!
Questa sarebbe, secondo Panaroma, il "punto di riferimento per tutti". E
qui, via a descrivere in una logica carbonara, oscura, in cui urge l'intervento
di uno psichiatra, con racconto di viaggio di arrivo compreso, un "meeting
internazionale fatto il 29 e 30 aprile 2006 organizzato dalle riviste La
nuova bandiera e Drapeau Rouge". Ma guardate, giornalista da strapazzo,
signori 007, che questo meeting era con manifesti di annuncio su tutti i
muri, era annunciato pubblicamente con comunicati stampa, il suo resoconto è
stato pubblicato nel n. 2 della rivista La nuova bandiera (le cui copie d'obbligo
da tempo sono a disposizione della Questura)! Dove sarebbe questa
partecipazione clandestina della "presunta cellula potentina che parte per
la Francia"?!
Ma come?! - tenta fino alla fine di difendere le sue tesi il nostro povero
giornalista - in questo meeting "si inneggia alla "lotta per il potere
operaio" e all'"inizio di una guerra popolare per liberare il nostro paese
dalle catene del capitalismo". A partire dalle fabbriche". E non è grave?!
Vorremmo consigliare al povero giornalista di andarsi a rileggere la nostra
Costituzione e i codici. Fino a questo momento (se poi stanno preparando un
moderno fascismo, dovremo noi come tutti i lavoratori e le masse popolari
prenderne atto), è per caso un reato aspirare ad un "potere operaio", vale a
dire ad un potere non espressione, come quello attuale, di una estrema
minoranza che detiene il potere economico e quindi politico nelle sue mani,
che si appropria di tutta la ricchezza sociale, che mangia 10, 100, 1000, un
milione di polli, lasciando tutti gli altri senza neanche gli ossi, che per
conservarsi questo potere si dota di uno Stato, di una forza dell'ordine che
impone questo status quo volente o nolente, di un governo che fa le leggi a
proprio favore, mentre toglie i diritti alla gente, precarizza il lavoro,
aumenta il costo della vita, taglia e peggiora la sanità, la scuola, i
servizi in genere, ecc. ecc.(l'elenco è molto lungo e possiamo fornire al
nostro giornalista chili di giornali, non nostri, chili di libri, non
nostri, che gli spiegherebbero questa tragica banalità); un potere, un
governo espressione della maggioranza della popolazione?
Circa la "guerra popolare", infine, consiglieremmo ancora al povero e
sprovveduto giornalista di andarsi a rileggere un po' la storia, anche
quella italiana, che insegna che quando si tira troppo la corda è
inevitabile che le masse si ribellino. Una volta un giudice di Taranto fece
una sentenza assolutiva per un'accusa addirittura di "apologia della lotta
armata" spiegando che la stessa Costituzione italiana prevede che in
presenza di una minaccia fascista è legittimo che le masse si alzino in
piedi, e che comunque non si può condannare una persona per aver ipotizzato
soltanto un possibile scenario, ripetiamo, previsto dalla stessa
Costituzione.
----- Original Message -----
From: "Slai Cobas Taranto" <cobasta at libero.it>
To: <redditolavoro at ecn.org>
Sent: Monday, November 12, 2007 8:18 AM
Subject: 1 dicembre tutti alla fiat melfi
>
>
> ai lavoratori alle organizzazioni sindacali di base e di classe e al a
> tutto il movimento operaio, proletario e comunisti
> tutti a melfi il 1° dicembre ore 13
> portineria b fiat sata
> nel pomeriggio assemblea
> nazionale luogo da confermare
>
> no alla montatura giudiziaria no ai licenziamenti alla fiat sata
> il sindacalismo di classe non si processa/ la lotta per il potere operaio
> non è terrorismo
>
>
> sabato 17 novembre uscirà l'appello pubblico che promuove una grossa
> manifestazione alla fiat sata e una assemblea nazionale a melfi o rionero
>
> l'appello viene definito giovedì prossimo confrontandolo pubblicamente con
> gli operai della fiat sata
> ma sin da ora facciamo appello a tutti ad aderire e a organizzare la
> maggior partecipazione possibile
> è inutile ribadire che l'appello si rivolge a tutti indipendentemente
> dalle divergenze politiche e sindacali che vi possono essere con le forze
> e i compagni opeai e lavoratori indagati e licenziati
>
> le adesioni vanno inviate intanto
> allo slai cobas per il sindacato di classe
> cobasta@ libero.it
>
> è disponibile intanto un dossier sull'operazione 16 ottobre intitolato
> 'rosso di sera .....buon tempo si spera'
> ( la digos ha chiamato 'rosso di sera' l'azione repressiva)
>
> si può inviare solo per posta in quando contiene una certa quantità di
> ritagli stampa
> richiedendolo a
> cobasta at libero.it
> o a materiali cp 2290 ta/5 74100
>
>
>
>
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