[Redditolavoro] risposta a Panorama

Slai Cobas Taranto cobasta at libero.it
Mon Nov 12 08:23:23 CET 2007


Fare attività sindacale di classe, parlare di "potere operaio" è reato.

Un articolo apparso sul numero 44 di Panorama del 1.11.07 intitolato 
"Terroristi alla catena di montaggio", basato sui verbali della Questura di 
Potenza - riteniamo illegalmente arrivati ai giornalisti di Panorama quando 
ancora non sono arrivati agli indagati e per cui presenteremo denuncia - 
chiarisce su che cosa sarebbe fondata l'indagine e l'inquisizione fatta 
dalla Procura di Potenza contro lo slai cobas per il sindacato di classe e 
operai della Fiat Sata.

Prima questione. Dai verbali della Digos - riportati da Panorama - si 
capisce che gli operai delle grandi fabbriche oggi sono tutti sotto 
controllo e sono tutti potenzialmente indagati, "dalla Fiat di Pomigliano d'Arco, 
a quella di Termini Imerese, dalla Piaggio alla Nuova Pignone e Gkn 
Driveline di Firenze, dai cantieri di Marghera all'Ilva di Taranto". Come e 
peggio che nel fascismo, lo Stato "democratico" e il governo Prodi-Amato, 
quindi, come un 'Grande Fratello', sorvegliano gli operai considerati tutti 
potenzialmente sovversivi.
Prima domanda. E' legittimo che uno Stato, che non si dichiara ufficialmente 
fascista, che non ha cambiato la sua Costituzione, faccia questo? Chi usa, 
allora, metodi antidemocratici, sovversivi? Chi lotta per affermare i 
diritti dei lavoratori o chi fa carta straccia delle stesse sue leggi e 
della Costituzione?
Seconda questione. Perché gli operai sono sotto indagine da parte degli 
esperti dell'antiterrorismo? Che cosa "allarma" le Questure? Il fatto che 
".gli operai italiani, siderurgici, metalmeccanici, portuali, sono 
arrabbiati", il fatto che "sono scesi in piazza in centinaia di migliaia 
contro l'accordo sul welfare tra governo e sindacati confederali. E nelle 
fabbriche più importanti migliaia di no avevano già bocciato il patto con 
gli industriali con percentuali bulgare."
Seconda domanda. Allora, oggi non essere d'accordo con le politiche del 
governo, con gli accordi dei sindacati confederali, scendere per questo in 
piazza e votare no, è un reato? Siamo già in pieno moderno fascismo e non ci 
avete informato? Gli operai devono essere sfruttati, trovarsi salari sempre 
più bassi mentre le aziende, in particolare proprio la Fiat, Riva dell'Ilva, 
vantano miliardi di utili, aumenti dei profitti, gli operai si devono vedere 
precarizzare il loro lavoro, devono ammalarsi, invalidarsi (come alla Sata 
di Melfi con il TMC2), morire per il profitto dei padroni (come all'Ilva di 
Taranto), E NON SI POSSONO NEANCHE ARRABBIARE?!
Terza questione. Questa rabbia - continua l'articolo di Panorama - viene 
"sempre più spesso intercettata da piccole sigle sindacali radicali pronte a 
dare voce a questo malcontento.", che si vogliono infiltrare nel mondo del 
lavoro.
Terza domanda. E qual è il reato? Perché questi sindacati sono oggetto delle 
relazioni "sulla politica informativa e della sicurezza preparata dai nostri 
007 (il Dis - Dipartimento delle Informazioni della Sicurezza)? Non è la 
ragione stessa della nascita e attività di un sindacato che si dica 
minimamente tale quella di dare voce al "malcontento dei lavoratori" e 
difenderne gli interessi?
Sappiamo bene che la politica di concertazione col padronato e i governi, 
soprattutto col governo "amico" Prodi, di cgil, cisl, uil ha fatto 
dimenticare cosa è e cosa fa un sindacato di classe, organizzato dai 
lavoratori che ne sono gli effettivi protagonisti. Ma questa "dimenticanza" 
non consente assolutamente di ritenere oggetto di indagine un'attività 
sindacale come quella dello slai cobas per il sindacato di classe.
Sul problema, poi, delle "infiltrazioni". E' cambiato lo Statuto dei 
Lavoratori e non ce l'hanno detto? Non è ancora legittimo che i lavoratori 
possano costituire (perché, poi, la costituzione viene chiamata 
"infiltrazione"?) o aderire ad associazioni sindacali e svolgere attività 
sindacale all'interno dei luoghi di lavoro (art. 14 L. 300/70), e che 
possano fare proselitismo all'interno dei luoghi di lavoro (art. 26)? O è 
diventato già reato?

Quarta questione. Sempre oggetto di indagine, in questa attività sindacale, 
sarebbe il modo come vengono affrontate le tematiche occupazionali "in un'ottica 
estremista tesa a delegittimare i sindacati e a strumentalizzare le vertenze 
in una prospettiva rivoluzionaria".
In un altro punto dell'articolo si scrive: "sulla loro rivista La nuova 
bandiera è scritto: "serve la formazione di quadri operai, per togliere 
dalle mani dei "soliti noti del sindacato e della politica" la direzione 
della lotta operaia, in funzione dell'obiettivo strategico, il potere in 
mano alla classe operaia".
Quarta domanda. Voi, quindi, dite che delegittimare i sindacati 
(confederali) è reato. Che, quindi, chi critica i sindacati confederali è 
"terrorista"? Quindi, non noi, ma voi state dichiarando questi sindacati, 
sindacati da regime. Non era nel periodo fascista che chi non aveva la 
tessera del sindacato fascista veniva licenziato? Non è nel 2007 che si 
viene indagati e inquisiti e gli operai anche licenziati? La stessa cosa 
vale per i partiti: scopriamo che è considerato "reato" dire che nessuno dei 
partiti presenti in parlamento, e oggi anche al governo, può mai 
rappresentare realmente le lotte operaie. Ma sono mai andati questi 
giornalisti davanti ad una fabbrica? Altro che critiche sentirebbero ai 
sindacati confederali e ai partiti parlamentari!
O, in realtà, è proprio questo humus di denuncia, protesta di massa che oggi 
padroni e Stato cercano di soffocare, utilizzando anche le montature 
giudiziarie contro chi sostiene queste legittime proteste?

Quando poi all'"ottica estremista". Cosa dovrebbero fare i lavoratori 
precari, chi perde il lavoro, chi non ce la fa a campare, chi arriva a non 
sapere come dare da mangiare ai propri figli perché non ha un centesimo, o 
perché deve sopravvivere con 500 euro al mese, mentre vede i suoi padroni 
(oh, scusate: datori di lavoro) fare profitti legali e illegali, vede 
stipendi astronomici di banchieri, manager, ecc., anche questi sia legali 
che illegali, mentre vede che il più stupido parlamentare prende uno 
stipendio (+ indennità e privilegi) che spesso lui non prende neanche in un 
anno di lavoro? Dovrebbero stare tranquilli, fare le richieste con i "guanti 
gialli"? E' troppo chiedere che chi si indigna e parla di "ottica 
 estremista" almeno provi, come ha fatto quel padrone di Parma, a vivere per 
un mese con 1000 euro, anzi con 500, come tanti lavoratori? E' possibile che 
anche un Prefetto, come il Dr. Alecci a Taranto quest'estate comprendendo la 
rabbia e l'esasperazione dei lavoratori delle ditte di pulizia va sul ponte 
girevole a parlare con loro, frena la questura che vuole caricare le 
lavoratrici, dice che la polizia dovrebbe pensare non a perseguire i 
lavoratori che lottano per il lavoro ma i veri delinquenti, illegali o 
sempre più legali che siano, e invece una Procura di Potenza deve minacciare 
anni di carcere a chi lotta per il lavoro, il salario, i diritti?
Lo slai cobas per il sindacato di classe non ha bisogno di affrontare le 
tematiche occupazionali in un'"ottica estremista", perché questo lo fanno e 
lo faranno sempre più già spontaneamente i lavoratori, i precari, i 
disoccupati. E ALLORA ARRESTATELI TUTTI!

Quando poi alla "prospettiva rivoluzionaria" e del "potere in mano alla 
classe operaia". Ebbene sì, lo ammettiamo! Noi ci auguriamo che i 
lavoratori, i loro figli, i loro nipoti, non debbano solo e sempre stare 
tutta la vita a difendersi, spesso facendo una lotta della madonna - come 
gli operai di Melfi nei 21 giorni - per portarsi a casa un elemosina di 
aumento salariale o un miglioramento dei turni lavorativi che dopo pochi 
mesi vengono peggiorati di nuovo; ma devono anche pensare a costruire una 
società diversa, in cui - come era scritto (ora non più) nello stesso 
statuto della vecchia cgil, non ci sia più lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, 
in cui il potere sia nelle mani della classe che produce tutta la ricchezza 
di questa società e non ne gode neanche un millesimo.
OGGI DIRE QUESTE COSE E' REATO? E ALLORA ARRESTATECI PERCHE' CONTINUEREMO A 
DIRLE E A LAVORARE PER UN FUTURO DIVERSO.
La storia nel mondo, ma anche la storia italiana dimostra che quando una 
società diventa totalmente ingiusta e opprime le forze del nuovo, è 
inevitabile che i lavoratori, le masse popolari si ribellino, facciano una 
rivoluzione; in Italia abbiamo una Costituzione nata dalla Resistenza che 
nessun storico nega che sia stata una guerra di popolo. Che centra tutto 
questo con il "terrorismo"? Lo dice anche Panorama, probabilmente 
riprendendo ancora i verbali della Questura di Potenza: si tratta di 
"lavoratori "avanzati" capaci di combattere in prima fila le battaglie 
sindacali. Alla luce del sole".

Ma quali elementi concreti avrebbero avuto nelle mani la Digos di Potenza 
per impastire la montatura giudiziaria? Quando ci spostiamo su questo 
terreno, le cose diventano ancora più assurde e allucinanti, in cui l'operazione 
è: chiamare "terrorismo", una normale attività alle fabbriche, stravolgendo 
e inventandosi qui e là alcuni fatti.

Primo stravolgimento. Panorama scrive: "A Melfi alcuni degli indagati 
facevano parte delle rsu aziendale, hanno cercato l'accordo con altre sigle 
per portare avanti le loro 'sfide', hanno fondato la Federazione dei 
metalmeccanici Uniti. Obiettivo: allargare la base del consenso nella 
prospettiva di "conquistare il maggior numero possibile di avamposti per la 
rivoluzione proletaria mondiale"".
Premesso che sono l'articolo e i verbali della Digos che usano una 
terminologia militare (sfide, conquistare avamposti), la ricostruzione è 
veramente fantasiosa.
Lo slai cobas sindacato di classe Puglia e Basilicata che aveva partecipato 
e sostenuto la lotta dei 21 giorni si è battuto dopo perché le varie 
espressioni del sindacalismo di base e dell'opposizione all'accordo si 
unissero e presentassero un'unica lista alle elezioni Rsu, per mantenere e 
non disperdere l'unità di base dei lavoratori che si era espressa nei 21 
giorni. Dov'è il reato? Perché si parla di "sfide" quando si tratta di un 
normale percorso sindacale. Questo tentativo unitario non si è realizzato, 
ogni sindacato di base ha presentato una propria lista alle Rsu, e non è 
vero che questo ha dato origine alla Federazione dei metalmeccanici Uniti. 
Così come è falso che lo scopo era, addirittura (!), la rivoluzione 
proletaria mondiale, ma molto più umilmente lavorare insieme per una difesa 
coerente di classe degli interessi dei lavoratori.
Secondo stravolgimento. L'articolo scrive: "le carte in mano al pm Francesco 
Basentini raccontano la fase embrionale di una cellula eversiva all'interno 
di una fabbrica (la Fiat di Melfi) a partire dalla propaganda davanti ai 
cancelli". Come dicevamo prima: basta chiamare con linguaggio militaresco le 
cose e l'impianto accusatorio è fatto. Quale "ingegno" persecutorio può 
infatti chiamare "cellula eversiva" il lavoro di costruire all'interno della 
Fiat Sata, come lo facciamo in tutti i posti di lavoro, il cobas aderente 
allo slai cobas per il sindacato di classe? Dato che di questo si trattava 
ed era scritto su tutti i volantini dati ai cancelli. Perchè chiamare 
normali volantinaggi fatti davanti ai cancelli della Fiat Sata a centinaia, 
migliaia di lavoratori, che tutti potevano leggere, dagli operai, alla 
direzione aziendale, ad eventuali presenze della Questura, "propaganda 
terrorista"?
Ma soprattutto, come si permette il giornalista di Panorama di accostare i 
volantinaggi fatti davanti alla Sata da un operaio con un presunto "attacco 
al centro vernici della fabbrica" che sarebbe stato sventato dagli 007?
Terzo stravolgimento con falso. Ad un certo punto viene fuori che alla Fiat 
interveniva un "operaio della Ponteggi Dalmine, indagato e poi assolto per 
banda armata" - e si continua: "per conto di chi è sceso nel profondo Sud? 
Ufficialmente rappresenta lo Slai cobas per il sindacato di classe".
Prima di tutto è falso: non c'è stato alcun operaio della Ponteggi Dalmine 
indagato e assolto per banda armata; né alcuno che non si sapeva per conto 
di chi stava e che faceva. Lo slai cobas per il sindacato di classe dopo i 
21 giorni, per mantenere il lavoro sindacale, ricostruire lo slai cobas alla 
Sata decise di essere presente sul luogo con un proprio rappresentante, e 
aprendo una sede nel paese più vicino alla fabbrica, Lavello. Nessun 
sindacato di classe che si dica tale non può non vedere la centralità di una 
fabbrica come la Sata di Melfi; come era stato normale che tutti coloro, 
sindacati, associazioni, forze politiche che si richiamano alla classe 
operaia, fossero stati presenti, chi più chi meno, durante i 21 giorni, a 
sostenere in quel momento la lotta più importante per tutti gli operai e per 
tutte le fabbriche; così dopo è normale che un sindacato, nazionale, come è 
lo slai cobas per il sindacato di classe, continui ad andare a Melfi, 
impegnando con grande fatica i propri soldi e le proprie forze. NESSUN 
MISTERO! NESSUN DISEGNO CLANDESTINO! Lo sapevano tutti gli operai della Sata 
e non solo, anche la popolazione di Lavello, sia del perché un esponente 
dello slai cobas per il sindacato di classe stava lì, sia del Circolo 
operaio, che ha fatto anche un iniziativa contro il carovita, per la 
costruzione di un Comitato popolare "quarta settimana"; nel circolo si sono 
tenute conferenze stampa su questa iniziativa come sulle iniziative alla 
Sata; un circolo talmente aperto che chiunque passava poteva entrarci.
Nella storia sindacale dei lavoratori, succede normalmente che un esponente 
del sindacato si trasferisca in un'altra città per occuparsi dell'attività 
sindacale, Qual è la stranezza? Perché questo sarebbe uno degli elementi 
fondanti l'art. 270 e 272bis? Solo che per gli altri sindacati si tratta di 
un funzionario ben pagato dalla sua organizzazione, nello slai cobas in cui 
non ci sono funzionari, si trattava di un lavoratore che aveva possibilità 
di muoversi per il lavoro precario che svolgeva e riceveva solo un piccolo 
contributo dallo slai cobas.

Ma basta dare a cose normali una segno "oscuro, tenebroso" è il teorema 
inquisitorio è belle e pronto: non si parla nell'articolo del "Sud", ma del 
"profondo Sud"; non si scrive, quello che tutti sanno, che alla Fiat Sata ci 
sono i turni e chi interviene ai cancelli per dare volantini o giornali, o 
riviste è normale che copra anche il turno notturno (anzi, spesso in questo 
turno lavorano più operai), ma si scrive: "Intorno alla fabbrica, all'imbrunire 
(da qui il nome dell'operazione Rosso di sera) vengono distribuite riviste 
eversive" - come se uno va all'imbrunire apposta per "nascondersi"; la 
rivista La Nuova bandiera che contiene un saggio lungo di riflessione sulla 
lotta dei 21 giorni, che è stata distribuita in decine e decine di copie (in 
tutti i turni , anche quelli di giorno), che ha promosso anche un convegno 
pubblico al centro sociale del Comune di Rionero insieme ad un altro 
sindacato di base a cui parteciparono più di 100 operai, che, per giunta, è 
normalmente depositata, nelle copie d'obbligo di legge, in Questura e al 
Tribunale, deve essere chiamata "rivista eversiva"! Normali manifesti sull'anniversario 
della Rivoluzione d'Ottobre che utilizzano una foto d'epoca, vengono 
descritti da questo articolaccio ".sui manifesti braccia toste stringono 
fucili in un tripudio di bandiere rosse", ecc., ecc. E poi, e poi, basta 
mischiare tutto, senza tempo né spazio: e allora, ci sarebbero "scritte con 
la vernice dei lavoratori "avanzati", "qualche stella a cinque punte che 
brilla (?) nella notte", "scritte sui muri, nei bagni", e. vai col disco.!

Per non parlare dei "movimenti dei compagni" che avrebbero insospettito gli 
agenti dell'Aisi e che "annotano: le precauzioni adottate in ogni occasione 
di incontri, la sistematicità dei contatti tenuti secondo un rigido criterio 
verticistico, il ricorso ad internet con assoluta assenza di conversazioni 
telefoniche ricalca perfettamente già notati schemi organizzativi" E non è 
finita "incontri tra pochi elementi scelti è quindi da ritenersi come la 
penultima fase della costruzione di autonome cellule di una stessa struttura 
prima di dar il via ad autonome azioni coordinate da una riconosciuta 
direzione". La Digos è d'accordo: è così che nasce la stella a cinque punte".
Ma brava questa Digos che ha capito tutto! Le consiglieremmo di andare 
almeno a doposcuola perché se va avanti così viene bocciata. Visto che non 
ha capito niente o volutamente prende 'fischi per fiaschi'.
Siccome siamo pazienti cerchiamo di spiegarglielo. Primo, tutti gli incontri 
con gli operai o avvenivano davanti ai cancelli (meno "precauzione" di 
così.) o nella sede di Lavello del Circolo operaio che, come abbiamo 
spiegato prima, era così aperto che mentre si parlava entrava il pensionato 
a chiedere un'informazione, come lo studente, altri lavoratori di altri 
posti di lavoro, ecc.
Secondo, avremmo sicuramente voluto che gli incontri fossero sistematici per 
dare, come è normale in qualsiasi sindacato, sistematicità all'attività 
sindacale, ma purtroppo tra turni degli operai, luoghi di abitazioni in vari 
paesi lontani, questa era una speranza ma non una realtà. Detto questo, 
sicuramente se gli incontri fossero stati rarissimi, la Digos, al contrario, 
avrebbe, viceversa, utilizzato questo a "dimostrazione del carattere 
clandestino delle riunioni"!!!
Infatti, basta pensare a come viene utilizzata in senso criminalizzante 
questa volta l'"assoluta assenza di conversazioni telefoniche", quando in 
tante altre inchieste invece proprio la presenza di "conversazioni 
telefoniche" vengono prese a base della repressione. DELLA SERIE, COME LA 
FAI, LA SBAGLI.
Infine, circa gli "incontri tra pochi elementi scelti", assicuriamo la Digos 
e la Procura di Potenza che non era affatto nostra intenzione che fossero 
"pochi"; anzi, noi ogni volta speravamo che invece gli operai alle riunioni 
sindacali fossero tanti, tantissimi. E ciò che si discuteva e si decideva 
nelle riunioni era così palese e chiaro che era immediatamente riportato a 
tutti gli operai, con volantini, locandine alla fabbrica; non solo, ma era 
spesso conosciuto dagli organi istituzionali, come la vertenza per avere 
arretrati di spettanze salariali che la Fiat, in violazioni di accordi 
aziendali, non dava e per cui è sta chiesto l'intervento dell'Ispettorato 
del Lavoro di Potenza (che infatti c'è stato e ha avuto buon esito); come l'esposto 
contro il TMC2 presentato alla Procura di Melfi, ecc.
Su ogni incontro, su ogni iniziativa per farla arrivare alla maggioranza dei 
lavoratori, facevamo comunicati stampa. Anche sulle iniziative di formazione 
sindacale, che un sindacato che non si muova chiedendo solo la delega, con i 
burocrati funzionari, deve organizzare, per fare dei lavoratori, degli 
iscritti i veri protagonisti dell'attività sindacale.

Stendiamo, poi, un velo pietoso sulle "biografie" degli "elementi scelti" 
citati dagli 007", perché sono ridicole e soprattutto è ridicola la 
conclusione che il giornalista da strapazzo ne trae: perché dovrebbe almeno 
avere la bontà professionale di spiegare perché, per es. Ernesto Palatrasio, 
presentato come "ideologo di matrice marxista-leninista-maoista, promotore 
di vari movimenti radicali", o Margherita Calderazzi, presentata come 
"responsabile del movimento femminista proletario rivoluzionario", o l'operaio 
della Sata Michele Passanante, per cui non si scrive nulla, ecc., avrebbero 
"curriculum pesanti".

E, dulcis in fundus, come poteva non mancare? La "rivolta delle banlieues"! 
Questa sarebbe, secondo Panaroma, il "punto di riferimento per tutti". E 
qui, via a descrivere in una logica carbonara, oscura, in cui urge l'intervento 
di uno psichiatra, con racconto di viaggio di arrivo compreso, un "meeting 
internazionale fatto il 29 e 30 aprile 2006 organizzato dalle riviste La 
nuova bandiera e Drapeau Rouge". Ma guardate, giornalista da strapazzo, 
signori 007, che questo meeting era con manifesti di annuncio su tutti i 
muri, era annunciato pubblicamente con comunicati stampa, il suo resoconto è 
stato pubblicato nel n. 2 della rivista La nuova bandiera (le cui copie d'obbligo 
da tempo sono a disposizione della Questura)! Dove sarebbe questa 
partecipazione clandestina della "presunta cellula potentina che parte per 
la Francia"?!
Ma come?! - tenta fino alla fine di difendere le sue tesi il nostro povero 
giornalista - in questo meeting "si inneggia alla "lotta per il potere 
operaio" e all'"inizio di una guerra popolare per liberare il nostro paese 
dalle catene del capitalismo". A partire dalle fabbriche". E non è grave?!
Vorremmo consigliare al povero giornalista di andarsi a rileggere la nostra 
Costituzione e i codici. Fino a questo momento (se poi stanno preparando un 
moderno fascismo, dovremo noi come tutti i lavoratori e le masse popolari 
prenderne atto), è per caso un reato aspirare ad un "potere operaio", vale a 
dire ad un potere non espressione, come quello attuale, di una estrema 
minoranza che detiene il potere economico e quindi politico nelle sue mani, 
che si appropria di tutta la ricchezza sociale, che mangia 10, 100, 1000, un 
milione di polli, lasciando tutti gli altri senza neanche gli ossi, che per 
conservarsi questo potere si dota di uno Stato, di una forza dell'ordine che 
impone questo status quo volente o nolente, di un governo che fa le leggi a 
proprio favore, mentre toglie i diritti alla gente, precarizza il lavoro, 
aumenta il costo della vita, taglia e peggiora la sanità, la scuola, i 
servizi in genere, ecc. ecc.(l'elenco è molto lungo e possiamo fornire al 
nostro giornalista chili di giornali, non nostri, chili di libri, non 
nostri, che gli spiegherebbero questa tragica banalità); un potere, un 
governo espressione della maggioranza della popolazione?
Circa la "guerra popolare", infine, consiglieremmo ancora al povero e 
sprovveduto giornalista di andarsi a rileggere un po' la storia, anche 
quella italiana, che insegna che quando si tira troppo la corda è 
inevitabile che le masse si ribellino. Una volta un giudice di Taranto fece 
una sentenza assolutiva per un'accusa addirittura di "apologia della lotta 
armata" spiegando che la stessa Costituzione italiana prevede che in 
presenza di una minaccia fascista è legittimo che le masse si alzino in 
piedi, e che comunque non si può condannare una persona per aver ipotizzato 
soltanto un possibile scenario, ripetiamo, previsto dalla stessa 
Costituzione.




















----- Original Message ----- 
From: "Slai Cobas Taranto" <cobasta at libero.it>
To: <redditolavoro at ecn.org>
Sent: Monday, November 12, 2007 8:18 AM
Subject: 1 dicembre tutti alla fiat melfi


>
>
> ai lavoratori alle organizzazioni sindacali di base e di classe e al a 
> tutto il movimento operaio, proletario e comunisti
>                                        tutti a melfi il 1° dicembre ore 13 
> portineria b fiat sata
>                                             nel pomeriggio assemblea 
> nazionale luogo da confermare
>
> no alla montatura giudiziaria no ai licenziamenti alla fiat sata
> il sindacalismo di classe non si processa/ la lotta per il potere operaio 
> non è terrorismo
>
>
> sabato 17  novembre  uscirà l'appello pubblico che promuove una grossa 
> manifestazione alla fiat sata e una assemblea nazionale a melfi o rionero
>
> l'appello viene definito giovedì prossimo confrontandolo pubblicamente con 
> gli operai della fiat sata
> ma sin da ora facciamo appello a tutti ad aderire e a organizzare la 
> maggior partecipazione possibile
> è inutile ribadire che l'appello si rivolge a tutti indipendentemente 
> dalle divergenze politiche e sindacali che vi possono essere con le forze 
> e i compagni opeai e lavoratori indagati e licenziati
>
> le adesioni vanno inviate intanto
> allo slai cobas per il sindacato di classe
> cobasta@ libero.it
>
> è disponibile intanto un dossier sull'operazione 16 ottobre intitolato
> 'rosso di sera .....buon tempo si spera'
> ( la digos ha chiamato 'rosso di sera' l'azione repressiva)
>
> si può inviare solo per posta in quando contiene una certa quantità di 
> ritagli stampa
> richiedendolo a
> cobasta at libero.it
> o a materiali cp  2290 ta/5  74100
>
>
>
> 



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