[Redditolavoro] grave - esecutivo naz slai cobas

Slai Cobas Taranto cobasta at libero.it
Wed Nov 7 18:29:52 CET 2007


Al sindacalismo di base e di classe
Al movimento proletario e comunista

Grave attacco allo slai cobas per il sindacato di classe, ai lavoratori e 
alle lotte dei lavoratori
di Taranto e delle altre città, oggettivamente al servizio dello stato dei 
padroni, lo stato di polizia, dei padroni, Fiat Sata e Ilva/Riva in testa.

In occasione della seduta del riesame presso la Procura di Potenza tenutasi 
il 6 novembre in merito alla montatura
giudiziaria contro lo slai cobas per il sindacato di classe di Taranto, 
Palermo, Marghera, Bergamo, Milano, Ravenna, e che ha toccato anche compagni 
a Siena, Perugia, ecc e 4 delegati e avanguardie operaie della Fiat Sata non 
appartenenti allo slai cobas per il sindacato di classe, accusati tutti del 
270bis e 272, per l'attività alla Fiat Sata, ma anche all'Ilva Taranto, 
Cantieri navali e Fiat Termini Imerese, Dalmine BG, Enichem 
Ravenna/Marghera,
abbiamo finalmente potuto leggere le carte, con tanti omissis e pagine 
bianche, e sapere su cosa si basa la montatura giudiziaria in corso.
Si tratta di una lettura, fatta dalla Digos e dall'antiterrorismo e recepita 
integralmente dal PM di Potenza, tendenziosa e deformata della attività alla 
Fiat Sata e della stampa operaia e comunista che produciamo e diffondiamo, 
utilizzata per dire che l'intera attività di lotta e organizzazione 
sindacale di classe che sviluppiamo in questi anni è finalizzata al 
terrorismo e all'eversione dell'ordine democratico.
Metteremo presto a disposizione dei lavoratori e di tutto il movimento di 
classe queste carte, compreso la smentita confutazione dell'articolo di 
Panorama n° 44, per fare chiarezza e lottare contro la montatura e a 
sostegno dell'iniziativa nazionale che prepariamo alla Fiat Sata e in altre 
fabbriche del nostro paese.

La cosa però che ci ha lasciato sgomenti è che la conclusione del rapporto 
dell'antiterrorismo a base dell'inchiesta conclude così:
"l'affermazione investigativa in parola, vera e reale, trovava conferma 
nella immediata quanto autorevole sconfessione giunta dall'esecutivo 
nazionale dello "Slai Cobas" di Milano/Pomigliano d'Arco il quale 
dichiarando gli odierni indagati assolutamente estranei alla loro 
organizzazione sindacale e diffidandoli dall'utilizzare per comunicati 
futuri la sigla sindacale "slai cobas", emetteva  in data 13/3/2006 il 
seguente inequivocabile comunicato stampa:
in merito a comunicati stampa apparsi su Indymedia a firma "Slai cobas per 
il sindacato di classe" e "Slai cobas Dalmine", coi quali si indice una 
conferenza stampa sui fatti di sabato scorso a Milano, per lunedì 
13.3.2006... (si tratta dell'immediata mobilitazione per gli arresti degli 
antifascisti dell'11 marzo, tra cui vi erano operai anche iscritti allo slai 
cobas per il sindacato di classe - ndr)
... e in merito a tutti i comunicati a firma "Slai Cobas per il sindacato di 
classe" di Palermo, Taranto, Ravenna, o Melfi (il rapporto della Questura 
sottolinea 'Melfi' - ndr), precisa che i firmatari di questi comunicati non 
fanno più parte dello Slai cobas, da anni non sono più tesserati allo Slai 
Cobas e sono già stati più volte diffidati dall'usare la sigla "Slai Cobas".

Vale a dire questa "diffida" viene utilizzata dall'Antiterrorismo per dire 
che non siamo e nè svolgiamo attività da Slai Cobas, bensì che siamo 
un'"associazione sovversiva con finalità di terrorismo".
Si tratta di un documento/diffida che è stato riproposto proprio in questi 
giorni dall'esecutivo nazionale dello slai cobas a firma di Corrado Delle 
Donne, per prendere le distanze dai lavoratori e dai compagni dello slai 
cobas per il sindacato di classe.

Che questa azione non sia isolata è stato immediatamente confermato da 
alcuni fatti gravissimi avvenuti negli ultimi due giorni. L'esecutivo 
nazionale dello slai cobas ha inviato alla stampa anche di Taranto questa 
comunicazione di diffida, che è stata immediatamente presa a volo dai 
padroni che gestiscono gli appalti comunali di Taranto - dove lo Slai cobas 
per il sindacato di Taranto è forte e in alcuni casi assolutamente 
maggioritario, dove conduce da mesi una grande, straordinaria lotta, una 
vera rivolta sociale contro la precarietà - per disdire incontri sindacali, 
inviando tale comunicazione per conoscenza a Corrado Delle Donne; e viene 
utilizzata all'ILVA di Taranto e distribuita da attivisti sindacali dei 
Confederali per togliere la legittimità della presenza dello Slai cobas per 
il sindacato di classe Ilva/appalto che ha messo sotto processo infinite 
volte padron Riva per truffa ed estorcione, attacco ai diritti dei 
lavoratori, orari di lavoro, salari e soprattutto per gli omicidi bianchi, 
rendendo questa organizzazione un punto di riferimento nazionale nella lotta 
per la sicurezza sui posti di lavoro.

Ma non ci si è fermati neanche a questo. L'esecutivo nazionale, capeggiato 
da Delle Donne, ha comunicato alla stampa di aver nominato "responsabile per 
Taranto" Mara Malavenda, esponente dello slai cobas di Pomigliano.

I lavoratori dello slai cobas per il sindacato di classe di Taranto hanno 
usato espressioni molto colorite, dialettali e non, verso questa attacco, 
oggettivamente filopadronal, statale, svolto dall'esecutivo nazionale dello 
slai cobas.

Il tentativo di criminalizzare i coordinatori provinciale dello slai cobas 
per il sindacato di classe di Taranto, Calderazzi Margherita e Ernesto 
Palatrasio e quelli di altre città, di togliere la rappresentanza sindacale 
e favorire anche il licenziamento dei suoi rappresentanti sui posti di 
lavoro, costituisce un atto di una gravità inaudita che nessun dissenso e 
contrasto sindacale anche radicale giustifica e può giustificare. E' 
contrario ai principi base dello Statuto stesso dello Slai cobas e ad ogni 
etica classista e proletaria.

Si tratta di un'azione che contrasteremo in tutti i modi per proseguire la 
lotta dei lavoratori e il nostro contributo al sindacalismo di base e di 
classe.
La Fiat, Riva, e padroni non hanno nessuna possibilità di riuscita.

Ma non è una questione che riguarda solo noi e la nostra tuttora piccola ma 
significativa esperienza in corso. Crediamo che debba riguardare tutti gli 
operai e i lavoratori che tuttora fanno riferimento allo Slai cobas 
nazionale, con i quali siamo stati sempre uniti nel sostegno alla loro lotta 
e nella solidarietà contro licenziamenti e repressione, come tutti sanno; e 
riguarda l'intero sindacalismo di base e di classe e il movimento proletario 
e comunista: se si deve ritenere simile degrado accettabile e compatibile 
con la linea, la prassi e la battaglia che si sta facendo in questo 
difficile momento contro l'attuale governo dei padroni, lo Stato di polizia 
e la repressione antiproletaria.

A Taranto, come pensiamo nella altre realtà, le affermazioni dell'esecutivo 
nazionale dello slai cobas sono risultate ridicole e si sono unite allo 
sdegno dei lavoratori, e l'intero sindacalismo di base e di classe della 
nostra regione è in queste ore saldamente unito, insieme a tante forze della 
sinistra politica e sociale nell'organizzare compatti lo sciopero e la 
manifestazione regionale a TARANTO il 9 novembre. Consideriamo che questa 
sarà anche una prima risposta alla sciagurata azione dell'esecutivo 
nazionale.
Così come nelle prossime settimane analoghe risposte verranno da 
Melfi/Potenza e da tutte le realtà di fabbriche e di lavoro oggetto in 
questo momento della criminalizzazione.

SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE - NAZIONALE

TA 6.11.07

cobasta at libero.it 



More information about the Redditolavoro mailing list