[Redditolavoro] 6 DICEMBRE 2007 STRAGE ALLA TK DI TORINO: BASTA SANGUISUGHE!!!

frank ficiar frficiar at hotmail.com
Thu Dec 6 19:30:09 CET 2007


UNA NUOVA STRAGE DI OPERAI SUL LAVORO OGGI ALLA THYSSEN-KRUPP DI TORINO, MULTINAZIONALE DELL'ACCIAIO.

BASTA STRAORDINARI IN FABBRICA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

OPERAI IN ITALIA: IN CIMA ALLA CLASSIFICA EUROPEA PER MORTI, FERITI, MUTILATI, AMMALATI SUL LAVORO E DI LAVORO...

OPERAI IN QUESTO PAESE : I PEGGIO PAGATI FRA I PAESI INDUSTRIALIZZATI CON L'ESTENSIONE DI ORARI  E INTENSITA' PER ORA LAVORATA NELLE FABBRICHE PIU' ALTA DEI PAESI "AVANZATI"...

NON CI SONO PIU' PAROLE, SERVONO FATTI:
ORGANIZZAZIONE, INIZIATIVA, UNA RIBELLIONE DI MASSA DEGLI OPERAI IN OGNI LUOGO DI LAVORO PER FARLA FINITA CON IL SISTEMA DEI  PADRONI, POLITICI, SINDACALISTI, PRETI, BORGHESI DI OGNI RISMA, CHE SUL NOSTRO SANGUE CONTINUANO AD ACCUMULARE PROFITTI, PRIVILEGI, BELLAVITA E SI RIPRODUCONO...

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L'incidente all'1.30 nella ThyssenKrupp. Investiti dall'incendio provocato dalla fuoriuscita di olio bollente
Ricoverati in condizioni disperate. I sindacati: "Quei lavoratori erano alla linea 5 da 12 ore"
Torino, incendio in acciaieria
un operaio morto, sei in fin di vita
Uno degli intossicati: "Ho visto l'inferno. Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio"
Due ore di sciopero nazionale dei lavoratori metalmeccanici proclamate venerdì 14

Torino, incendio in acciaieria
un operaio morto, sei in fin di vita

Antonio Schiavone, vittima dell'incendio
TORINO - Fiamme nell'acciaierie della ThyssenKrupp, a Torino. Un operaio è morto ed altri sei sono in fin di vita. Li ha investiti l'incendio provocato dalla fuoriuscita dell'olio bollente che serve per raffreddare i laminati. Già quattro fa aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. In quell'occasione, però, non vi erano stati feriti. Stamane all'alba, invece, il bilancio è stato ben più drammatico: è morto Antonio Schiavone, 36 anni, di Envie nel Cuneese, sposato e padre di tre figli di 4 e 6 anni, e di un machietto nato appena due mesi fa.

Versano in condizioni disperate Bruno Santino e Giuseppe De Masi, entrambi di 26 anni, ricoverati con i corpi quasi completamente coperti da ustioni. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, in rianimazione all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Prognosi riservata per Rocco Marzo, 54 anni, ustionato per l'80% del corpo, e per altri due colleghi tra cui Rosario Rodinò di 26 anni, mentre due lavoratori intervenuti in un soccorso ai compagni feriti, sono stati ustionati, fortunatamente in modo più lieve e lamentano segni di una leggera intossicazione dai fumi. Maurizio Boccuzzi, infine, ha riportato ustioni leggere ad una mano e al volto.

"Ho visto l'inferno", ricorda Giovanni Pignalosa, delegato della Fiom, uno degli operai rimasti intossicati dal fumo dell'incendio. "Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio. Ma era impossibile avvicinarsi".

L'incendio è scoppiato all'una e mezza di notte nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione. Pare che sia traboccato l'olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell'acqua. L'acqua però, a contatto con l'idrogeno liquido e l'olio refrigerante, pare abbia provocato una fiammata che ha investito gli operai. Quando sono arrivati i vigili del fuoco con decine di squadre, il reparto era competamente distrutto.

Secondo i sindacati , alcuni dei lavoratori coinvolti nell'incidente, erano al lavoro da 12 ore consecutive: avevano già accumulato 4 ore di strordinario. La ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora nello stabilimento in via regina Margherita sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5 aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno.

Proclamato per venerdì 14 sciopero nazionale di due ore dei lavoratori metalmeccanici per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Altre otto ore di sciopero sono state invece proclamate da Fim, Fiom e Uilm per la città di Torino e Terni, sede del gruppo metalmeccanico ThyssenKrupp. "Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti. Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro", ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo a nome dei tre sindacati. Domani mattina, i rappresentanti sindacali incontreranno i vertici dell'Unione industriale di Torino.

Il presidente Giorgio Napolitano è convinto che "questo drammatico evento coinvolge ancora una volta la responsabilità di tutti, poteri pubblici e forze sociali, ad assumere il necessario impegno per estirpare l'inaccettabile piaga delle morti e degli incidenti sul lavoro". Parole simili sono state espresse dal ministro del Lavoro Cesare Damiano che ha chiesto a tutta la società italiana di farsi carico dell'emergenza sicurezza: "Il Governo ha fatto molto ma le norme, i controlli e le sanzioni da soli non bastano". Lunedì, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici della provincia, la città ha proclamato il lutto cittadino.

(6 dicembre 2007)

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Torino, incendio in acciaieria: un morto, sei feriti gravi

L'ingresso della Thyssenkrupp - foto Ansa - 220*180 - 06-12-07
Le fiamme sono divampate nella notte di mercoledì, attorno all’1 e 30. Lo stabilimento della ThyssenKrupp di Torino in poco tempo è diventato una trappola infernale per gli operai che stavano lavorando durante il turno di notte. Uno di loro, Antonio Schiavone, 34 anni, non ce l’ha fatta. È salito a 9 il bilancio dei feriti che hanno riportato vaste ustioni in varie parti del corpo e principi di intossicazione per avere respirato il fumo sprigionatosi dopo l' incendio.

Alcuni di loro sono in condizioni disperate. Due operai, entrambi 26enni, Bruno Santino e Giuseppe De Masi hanno riportato ustioni di terzo grado al 90% del corpo. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, che si trova in rianimazione all’ospedale San Giovanni Bosco, così come un suo collega in coma farmacologico.

Il pronto intervento di otto squadre dei vigili del fuoco ha evitato che fosse una strage: le fiamme, infatti, hanno devastato il reparto del trattamento termico, ma non si sono estese all'intero stabilimento. Oltre all' incendio vi sarebbe stata anche una esplosione. I pompieri sono ancora al lavoro per verificare che non ci siano ritorni di fiamma.

Ancora non sono state chiarite le cause dell’incidente: nel reparto dove sono divampate le fiamme i laminati di acciaio vengono portati ad alta temperatura e poi raffreddati in bagni d'olio per temperarli. ««Confido che il lavoro della magistratura - ha affermato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino - possa portare presto a determinare le cause della tragedia. Ma ancora una volta un grave incidente conferma purtroppo che il problema sulla sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale».

Secondo una prima ipotesi, a scatenare l’incendio potrebbe essere stato dell’olio bollente traboccato dalle vasche, che avrebbe così investito gli operai che lavoravano alla linea. A quanto si apprende, l'incendio sarebbe iniziato da una piccola fiammella che in un primo momento si sarebbe tentato di spegnere con un estintore. Ma l’estintore si è esaurito e si è tentato di spegnere l'incendio con una lancia ad acqua, che avrebbe avuto l'effetto di aumentare l'incendio.

La ThyssenKrupp detiene purtroppo un triste primato: quattro anni fa nello stesso stabilimento di Torino si era verificato un grosso incendio: aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. Ma in quell' occasione, fortunatamente, non vi erano state vittime. Sul sito internet del gruppo tedesco che in Italia ha sede a Terni e a Torino e che opera nel campo della produzione e distribuzione degli acciai speciali, c’è un avviso che oggi suona come paradossale.

«Prevenire è meglio che spegnere» si legge in una nota pubblicata lo scorso 12 luglio. Nel comunicato, si legge del sistema antincendio a disposizione della ThyssenKrupp, sviluppato dopo che nel 2006 lo stabilimento tedesco di Krefeld era stato gravemente danneggiato. L’episodio, scrivono, «dimostra quanto serio sia il rischio di simili eventi all'interno di realtà come le nostre, dove le potenziali cause di incendio sono moltissime: da quelle elettriche (scintille, surriscaldamento di motori ecc.) alle esplosioni, fino alla distrazione umana (classico è l'esempio del mozzicone di sigaretta involontariamente gettato tra sostanze infiammabili)». Si illustra così il sofisticato sistema messo a punto per prevenire ogni focolaio e si sottolinea anche l’attività di formazione realizzata per gli operai. «Un brindisi vicino al nuovo laminatoio – raccontano l’ultimo giorno di corso quelli della ThyssenKrupp – ha concluso la giornata, in attesa di prossime occasioni di festa».

Oggi i lavoratori si sono rifiutati di entrare al lavoro e per questo l'acciaieria è rimasta chiusa. «Non torneremo al lavoro se prima non avremo garanzie sulla sicurezza in fabbrica. Al momento mancano», affermano i lavoratori, che stanno preparando un dossier sulle condizioni di lavoro nella fabbrica, con dati e testimonianze. Lunedì i sindacati confederali dei metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero. «Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti – dicono – Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro». A quanto riferito dai sindacati, la ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5, dove è avvenuto l'incidente, secondo fonti sindacali, aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno. Alcuni lavoratori coinvolti nell'incendio - sempre secondo i sindacati - erano in straordinario da quattro ore e, quindi, lavoravano da 12 ore consecutive.

I lavoratori metalmeccanici di tutt'Italia si fermeranno per due ore venerdì 14 dicembre per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Le due ore di sciopero - spiega il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini - sono in aggiunta alle otto ore di sciopero proclamate per la città di Torino per lunedì.

Omicidio, lesioni personali e incendio colposi sono le tre ipotesi di accusa formulate nel fascicolo aperto dalla magistratura. Il magistrato Laura Longo, sostituto procuratore del pool di Raffaele Guariniello, ha specificato che al momento non ci sono indagati e che già in giornata potrebbero essere ascoltati come testimoni alcuni operai che hanno assistito alla tragedia. Longo, che si è recata sul posto nella notte e vi è rimasta fino alle 6 di stamattina, ha dato disposizione di acquisire dall'azienda documentazione relativa alle misure antinfortunistiche e alla contrattualizzazione dei lavoratori impegnati sulla linea 5.

«Ancora una volta degli operai muoiono mentre lavorano. Il ministro del Lavoro Damiano venga in Senato a riferire sul grave incidente di Torino», chiede Massimo Brutti (Partito Democratico) intervendo in aula in apertura dei lavori. «Il governo deve dire cosa intende fare per impedire che le cosiddette "morti bianche" continuino». «Il ministro del Lavoro Cesare Damiano è disponibile a riferire nell'aula del Senato sull'incidente in una acciaieria di Torino», ha annunciato il presidente del senato Franco Marini.

Pubblicato il: 06.12.07
Modificato il: 06.12.07 alle ore 14.59

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"Erano torce di fuoco, ho visto l'inferno"
Chiusi i cancelli all'acciaieria, lunedì sciopero

"Erano torce di fuoco, ho visto l'inferno"
Chiusi i cancelli all'acciaieria, lunedì sciopero

Il dolore degli operai davanti all'acciaieria di Torino
TORINO - All'acciaieria ThyssenKrupp di Torino, stamane non si lavora. Gli operai si sono riuniti davanti all'ingresso della fabbrica ma non vogliono entrare dove stanotte è morto un loro collega e altri sei sono gravissimi. Rabbia e dolore sono palpabili tra i lavoratori. "Questa è una fabbrica che sta chiudendo - dice un operaio - e chiude con dei morti".

Antonio Michele Boccuzzi, operaio di 34 anni, nell'incendio all'acciaieria ha riportato ustioni al viso e alla mano destra. "Le fiamme ci hanno investito, sembrava un'onda del mare, ma anziché acqua era fuoco. Se chiudo gli occhi vedo ancora le facce dei miei colleghi. Erano torce di fuoco: era come l'inferno. Ho cercato di aiutarli, strappavo loro i capelli bruciati, pezzi di vestiti". Ricoverato in ospedale, l'operaio continua a raccontare: "C'è stato un piccolo incendio di olio. Pensavamo di riuscire a spegnerlo e abbiamo preso gli estintori. Ma le fiamme si sono allargate e alzate, ci sono state delle esplosioni".

Davanti all'ingresso della fabbrcia ci sono anche ex lavoratori in pensione, qualcuno dei quali ora nell'acciaieria ha il figlio; ci sono sindacalisti e delegati. Qualcuno ha le lacrime agli occhi. "Gli idranti erano rotti", ricorda Fabio Simonetta, appena dimesso dall'ospedale, ritornato tra i compagni di lavoro. "Tre estintori su cinque erano vuoti. Il liquido mi arrivava in faccia anziché andare sulle fiamme".

Un rappresentante della Fiom, Fabio Carletti, ha parlato al telefono con un delegato sindacale della fabbrica nell'acciaieria al momento dell'incidente. "Mi ha raccontato - spiega Carletti - di aver sentito uno scoppio alla linea 5 e di aver poi visto il fuoco sprigionarsi da un flessibile diventato una sorta di lanciafiamme. Da una prima ricostruzione sembra dunque che dopo lo scoppio di un incendio, sulle cui cause dovrà ora la magistratura dovrà fare luce, ci sia stata una rottura di un flessibile contenente olio che a sua volta ha preso fuoco e ha avvolto gli operai".

Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero per la città di Torino e Terni, sede del gruppo metalmeccanico, per lunedì prossimo con una manifestazione che si concluderà davanti alla Prefettura. Domani mattina, i rappresentanti sindacali incontreranno i vertici dell'Unione industriale di Torino, ma le segreterie nazionali hanno già proclamato altre due ore di sciopero nazionale per venerdì 14.

"Non si può chiedere di lavorare 12 ore, fare turni in più e poi stupirsi e indignarsi se ci sono gli incidenti sul lavoro e i morti". Dura la dichiarazione del segretario generale della Fiom torinese Giorgio Airaudo: "Per evitare infortuni sul lavoro e tragedie come quella di questa notte, bisogna pagare bene e far lavorare gli orari giusti e non pretendere che i lavoratori diventino merce. Non si può lavorare in un'azienda che si sta smantellando; si dovrà ora verificare se sono state mantenute le condizioni di sicurezza, cosa che gli operai dicono che non è stata fatta".

In Senato, la discussione è iniziata con un minuto di silenzio per ricordare l'operaio morto nell'acciaieria. "Un momento di raccoglimento - ha sottolineato il presidente Franco Marini - anche per ricordare i tanti morti sui luoghi di lavoro".

(6 dicembre 2007)


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