[Internazionale] Sbornia di massa: la folla di ‘sinistra’ acclama il banchiere

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Mon Nov 14 16:09:35 CET 2011


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Sbornia di massa: la folla di ‘sinistra’ acclama il banchiere
Lunedì 14 Novembre 2011 13:42

In piazza del Quirinale si canta 'Bella Ciao'. Il mondo alla rovescia...

In mancanza di un inno della BCE o della Goldman Sachs, in Piazza del 
Quirinale la folla canta ‘Bella Ciao’. La piazza freme, la folla preme 
sui tolleranti cordoni di Polizia. Tutti attendono lo sconfitto per 
ripetere l’umiliazione che toccò a Bettino Craxi all’uscita dall’Hotel 
Raphael. Ma il Premier uscente se ne va dalla porta laterale e 
l’occasione sfuma. I cartelli parlano di ‘Liberazione’, di ‘Fine di un 
regime’, equiparano il 12 novembre 2011 nientemeno che al 25 aprile del 
1945… Nella piazza risuona il nome del nuovo premier in pectore: ‘Monti, 
Monti’. L’unica preoccupazione è che il satrapo messo alle corde inventi 
un colpo di coda, resista, non se ne vada…

Poco prima un po’ di ragazzotti di Forza Nuova erano stati sommersi dai 
fischi quando avevano osato rovinare la festa accusando Monti and C. di 
svendere la patria allo straniero. Le agenzie battono una dichiarazione 
di Bossi: “come si fa a sostenere un governo che privatizzerà le 
municipalizzate”. Il mondo alla rovescia!

A Rainews due commentatori di ‘sinistra’ – Marramao e Fuccillo – 
spiegano che i giovani disoccupati e precari non devono avere paura 
delle banche, che in fondo i mutui non sono poi un sistema tanto brutto, 
che se Monti avrà successo andrà bene per tutti, “anche per chi occupa 
il Teatro Valle” (!).

A cogliere il carattere alquanto surreale di una folla di sinistra che 
inneggia ai banchieri è paradossalmente La Russa: “Mi verrebbe da ridere 
e in realtà ho riso, vedendo i manifestanti che in odio a Berlusconi 
festeggiavano la vittoria del loro teorico nemico di classe: Mario 
Monti. E con lui la finanza, le banche, il capitale, i padroni, i poteri 
forti e ogni altro stereotipo delle battaglie della sinistra. Scusate se 
è poco!”

Ma la verità in bocca ai bugiardi fa uno strano effetto, e lascia 
l’amaro in bocca a chi da sinistra prova a ricordare a chi stappa le 
bottiglie di champagne che quando passerà la sbornia il risveglio 
lascerà tutti con un gran mal di testa.

Sulla assurda contraddizione di un gregge che acclama il lupo che viene 
a sacrificarlo al posto della volpe si ragiona sui social network o su 
qualche blog, su quotidiani e tv non c’è spazio per chi vuole “rovinare 
la festa”. C'è da chiedersi se i panamensi, quando i bombardieri a 
stelle e strisce ‘liberarono’ il loro paese dal narcotrafficante Noriega 
abbiano festeggiato.

Non di bombardieri, ma di carri armati, aveva parlato in mattinata il 
pasdaran Giuliano Ferrara: “Quando è stato fatto l’Euro è stato deciso 
un meccanismo di gestione della moneta cucito sugli interessi della 
Germania e in subordine dei francesi. Funziona questo sistema? O per 
farlo funzionare bisogna mandare un carro armato con scritto ‘spread’ a 
governare l’Italia?”. L’impresentabile Scilipoti, nel suo sproloquio in 
Parlamento interrotto dal Presidente Fini, parla apertamente il “colpo 
di Stato”.

A sinistra si parla invece di fine del regime, qualcuno scrive sul suo 
profilo FB che Piazza del Quirinale è come Piazzale Loreto. Se lo 
sgambetto a Berlusconi fosse venuto prevalentemente dai suoi potremmo 
parlare, più che di un 25 aprile, di un 25 luglio. Ma di partigiani non 
c’è traccia, e nella piazza che urla, canta, applaude e fa il trenino la 
mitologia domina sulla realtà. D’altronde un sondaggio pubblicato due 
giorni fa ci diceva che il 74% degli elettori del centrosinistra pensa 
che la crisi sia stata determinata dalle scelte del governo Berlusconi, 
mentre addirittura il 79% sostiene il banchiere Mario Monti come nuovo 
leader di governo. “Gli Stati hanno salvato le banche che hanno fatto 
fallire gli Stati. Poi i capi delle banche vanno a governare quegli 
Stati che le banche hanno fatto fallire. Io sento un odore di cetriolo.. 
un bel cetriolone che arriva…” commenta Crozza in un breve video che 
pian piano fa il giro della rete.

Paradossalmente, prima di essere cacciato, Silvio ha fatto anche un gran 
regalo alla BCE e alla Commissione Europea, nel tentativo di salvare il 
salvabile e forse nella speranza che i nuovi padroni lo tenessero al suo 
posto ancora per un po’. La ‘legge di stabilità’ appena votata in fretta 
e furia – una volta si chiamava Legge Finanziaria, e contro la sua 
approvazione si facevano scioperi, manifestazioni, presidi… - taglia e 
massacra lavoratori, precari, disoccupati e pensionati. Ma la folla è in 
preda alla sbornia, non vede e non sente nulla che non abbia a che fare 
con l’uscita di scena del ‘dittatore’. Uno strano dittatore che accetta 
la sconfitta quasi senza colpo ferire, che non schiera i suoi pretoriani 
a difesa del suo regime…

Se di regime si è trattato, quello di Berlusconi sarà sostituito da un 
altro, ben più pericoloso e pervasivo, e che potrà contare per un certo 
periodo di un consenso allarmante anche nei settori che saranno vittima 
sacrificale delle politiche di ‘risanamento’.

“Se fossi un parlamentare di opposizione starei a lutto, altro che 
festeggiamenti. Non puoi festeggiare per un governo che non hai fatto 
cadere, e men che meno per la nascita di un nuovo governo che non hai 
formato tu ma il cavallo di Caligola trasformato in senatore, dove non 
puoi fare proposte, ma solo provare a piazzare tuoi uomini spacciandoli 
per 'tecnici', o assistere all'invasione dei bocconiani in consiglio dei 
ministri” scrive Carlo Gubitosa.

Bersani e Camusso potranno anche continuare a fare il giro dei talk show 
e dei telegiornali per rivendicare il loro ‘contributo alla spallata’, 
ma i più attenti sanno che a puntare la pistola alla tempia di 
Berlusconi sono stati i banchieri di Francoforte e i tecnocrati di 
Parigi, Berlino e Bruxelles. E che se la caduta di Craxi e Forlani aprì 
la strada a 17 anni di berlusconismo, l’affermazione 
dell’antiberlusconismo potrebbe precipitare il paese in un burrone 
ancora più buio e tragico.

La giornata di ieri un versante positivo potrebbe avercelo: che 
Berlusconi esca di scena è importante soprattutto per il fatto che forse 
finalmente ci potremo liberare dell’insano alibi dell’antiberlusconismo. 
Di quel ‘contro Berlusconi qualsiasi cosa” che da 17 anni inquina il 
dibattito politico ed assolve i dirigenti della ‘sinistra’ da tutte le 
loro responsabilità. Ma bisognerà aspettare che passi la sbornia. 
Speriamo che non duri troppo.

Link: I deliri intorno a Monti

Marco Santopadre

tratto da www.contropiano.org


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