[Internazionale] BHUTAN: Arrestati 30 maoisti

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Fri Dec 21 06:50:21 CET 2007


Bhutan: arrestati 30 “maoisti”

Nepal National
Domenica 9 dicembre 2007
(IANS)

Il Bhutan ha messo in carcere oltre due dozzine di persone di origine
nepalese con l’accusa di essere maoisti che stavano pianificando un
movimento per l’insurrezione armata come in Nepal, dice un resoconto.

Trenta persone, si dice sostenitori del Partito Comunista del Bhutan
Marxista-Leninista-Maoista, sono stati condannati ognuno a 9 anni, ha
riferito il quotidiano ufficiale del Bhutan Kuensel sabato.

Due dei 30 arrestati son studenti di scuola superiore. Il gruppo è accusato
di essere stato nei campi dei rifugiati nel Nepal orientale, dove più di
100.000 bhutanesi di origine nepalese languono da 17 anni, dopo essere stati
buttati fuori dal governo del Bhutan, e addestrati lì alla filosofia
rivoluzionaria maoista.

Dato che in Bhutan ci saranno le elezioni, il governo ha cominciato un
recente attacco alle persone di origine nepalese, sospettandoli di essere
una minaccia per la sicurezza nazionale.

La stampa governativa dice che i maoisti hanno tenuto frequenti incontri
segreti nel Bhutan per mettere su un movimento antimonarchico lì e hanno
molestato i residenti per avere cibo e soldi.
Kuensel dice che due donne dei campi profughi in Nepal sono andati in un
villaggio nella città indiana di Jalpaiguri, dove hanno addestrato una
dozzina di persone.

Le forze di sicurezza del Bhutan dicono che il Partito Comunista del Bhutan
in esilio ha legami con i guerriglieri maoisti del Nepal, che hanno
combattuto una decennale guerra contro la monarchia prima di dichiarare una
tregua l’anno scorso. Esso ha cercato di dare inizio ad una insurrezione
armata in Bhutan di nuovo, dicono le forze di sicurezza.

Il resoconto accusa una organizzazione, Bhutan Tiger Force, per una
esplosione avvenuta nella capitale Thimpu, accusando la BTF di essere vicina
ai maoisti.

La stampa statale dice che la polizia ha confiscato agli arrestati libri e
stampa maoista.
In ogni modo, i profughi espulsi che hanno vissuto in sette campi profughi
nel Nepal orientale negano le accuse, definendo tutto ciò un complotto per
bloccare il loro rimpatrio.
“Si tratta di accuse senza fondamento che intendono impedirci di ritornare a
casa”, ha detto il leader rifugiato Bhutanese Balaram Poudel.
Poudel e altri anziani leader rifugiati hanno cercato in passato di
organizzare “Lunghe Marce” per il ritorno in Bhutan, ma sono stati impediti
dalla polizia indiana che sta a guardia della striscia di terra che questi
dovrebbero attraversare per entrare in Bhutan.

Più di 108.000 rifugiati hanno vissuto nel distretto di produzione del te
del Nepal, Jhapa e Morang per 17 anni, con la speranza di ritornare a casa
un giorno.
Ma le speranze sono cominciate a svanire dopo che diversi colloqui per il
rimpatrio tra il Nepal e il Bhutan sono falliti.

Quest’anno, gli USA si sono offerti di risistemare i profughi in città e
villaggi americani, e la prima sistemazione dovrebbe essere a gennaio.

Rifugiati come Poudel, che vogliono ritornare in Bhutan, temono che una
volta che cominci la risistemazione in un paese terzo, il minor numero di
rifugiati in Nepal non avrebbe più la capacità di fare pressioni sul Bhutan
affinché permetta il rientro del resto.
Temono anche che se il Bhutan pensa di risolvere in questo modo il problema
degli espulsi, costringerà altre persone di etnia nepalese a lasciare il
regno.


21/12/2007
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