[Ezln-it] Ottava Parte: P.S. CHE BISOGNA LEGGERE PER SAPERE DI COSA SI TRATTA

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sun Nov 12 13:19:20 CET 2023


Ottava Parte: P.S. CHEBISOGNA LEGGERE PER SAPERE DI COSA SI TRATTA




Novembre 2023




La leggenda narra che, nei tempi in cuiil tempo non contava, la pioggia e la notte coprivano la Casa degliEsseri. Poi è andata via la luce. Tutto era buio. Donne, uomini ealtri inciampavano e si scontravano tra loro. Per questo motivodiscutevano e litigavano tra fratelli e vicini di casa. Non siriconoscevano nemmeno nonostante fossero familiari e conoscentiperché era molto buio. Si litigava parecchio.




I primi dei, coloro che crearono ilmondo, erano pigri, sdraiati sulle loro amache i raccontavanopettegolezzi e storie. Ma il chiasso nella Casa degli Esseri liraggiunse. “Cos'è questo chiasso?”, chiese uno. “Chilo sa”, rispose un altro. Ixmucané, che era la dea madre,disse: “Vediamo di cosa si tratta”, ma quando scesedall'amaca cadde sbattendo a terra la faccia che risultò ammaccata,cioè come se avesse delle crepe. Ixmucané si alzò da terra e nonimprecò perché le parolacce non erano ancora state inventate. Sidiede una spolverata. Sollevò un poco la gonna e corse verso la Casadegli Esseri.




Gli dei si scambiarono uno sguardo enon dissero niente, ma pensarono “Vuoi vedere che ci batteràuna donna?” e scesero dalle loro amache, ma facendo attenzione,e corsero per raggiungere Ixmucané. Ma si scopre che, poiché eranostati pigri, non avevano pulito il loro posto che era tutto uncespuglio. Pieno di acahual (girasole selvatico).Abbondavano tzaw ch´ix (spine), rami secchi, pagliatagliente (che chiamano anche gezau h´ak) e ch´ooxtz´an, che è una liana con le spine. Ma corrono e saltanocome possono mentre si lamentano, perché non avrebbero permesso diessere battuti da una donna. Arrivarono quindi alla Casa degliEsseri, tutti graffiati ed ammaccati in viso e mani. Ma nessuno videche erano feriti, perché non c'era luce. Per questo si crede che glidei non hanno ferite.




Neanche gli dei vedevano niente. Tuttoera buio. Solo per il rumore si sapeva che c'era altra gente. “Eadesso?”, si domandarono gli dei. Ixmucané non si chiesenulla, ma restò pensierosa. Gli dei maschi erano sempre moltofanfaroni e cominciarono a dire che bisogna andare a cercare legno diocote. Un altro diceva che bisognava inventare il faretto e lalampada ad olio. Un altro che bisognava catturare un buon numero dilucciole. E così via.




Ixmucané pensò: “Bisognarimettere la luce. Ma per rimetterla, dobbiamo trovarla. E pertrovarla, dobbiamo sapere dove cercarla. E per sapere dove cercarla,dobbiamo sapere che cosa è successo”.




Ixmucané riunì gli uomini, le donne eotroas di mais. Allora c'erano solo uomini, donne e otroasdi mais, erano di molti colori e ognuno aveva il suo modo. Nonc'erano religioni, né nazioni, né Stati, né partiti politici, nétutto quello che nacque dopo come seme della guerra. Quindi, quandoIxmucané disse "venite fratelli e sorelle”, guidatidalla sua voce arrivarono tutti gli uomini e le donne e anche otroas- perché non si sentivano esclusi -.




Così si riunirono in assemblea. Non sivedevano perché non c'era luce, ma potevano parlare e ascoltarsi.




Ixmucané domandò loro “Che cosafacciamo?”. Gli uomini, le donne e otroas non sivedevano – perché non c'era luce – ma restarono in silenzio.Fino a quando una voce disse “Bene, dicci tu cosa faremo”.Gli applausi non si videro, ma si sentirono bene. Ixmucané rise digusto e disse “Nemmeno io lo so. Non lo sappiamo, ma forse cosìriuniti, in assemblea e parlandone, magari usciranno delle idee sucosa fare”. Rimasero tutti in silenzio pensando che cosa fare.




L'unico rumore che si sentiva era ilrumore degli dei maschi che litigavano tra loro per dove diavolo eral'ocote, se qualcuno si fosse ricordato di creare le lucciole,che se non toccava a me, che se quello dipendeva da non so chi era dapapero [ridicolo – n.d.t.] e cosa è un “papero”se le papere non sono ancora state create. E così via.




Nell'assemblea si parlava e siproponeva cosa fare. Prima erano solo poche voci, poi sempre di più.Poi si dovette stabilire un ordine per parlare e mettere qualcuno ascrivere quanto concordato. Siccome non c'era luce per scrivere néper leggere, c'era solo la parola parlata, nominarono Ixmucané checonserva nella sua testa ciò che viene detto e poi ne parla.




Furono dette molte idee e parole chenon ci stavano più nella testa di Ixmucané. Allora cominciò atenerli tra i capelli e i suoi capelli si allungarono, ecco perchéle donne hanno i capelli lunghi. Ma neanche questo bastò, anche sesi sistemò i capelli e fu allora che venne inventato il “fermaglioper capelli” che, come indica il nome, significa “afferra idee”.I capelli di Ixmucané toccavano ormai terra e continuavano a parlareidee e parole. Allora Ixmucané cominciò a conservare le idee nelleferite che si era procurata cadendo con le spine e le liane. Avevaferite ovunque: in viso, sulle braccia, mani, gambe. Tutto il suocorpo era pieno di ferite cosicché poté conservare tutto. Perquesto dicono che le persone anziane, sagge, hanno tante rughe ecicatrici perché hanno molte idee e storie. Cioè, sanno molto.




Vi racconterò un'altra volta quelloche decisero in quella prima assemblea nella Casa degli Esseri, maora vi dico ciò che disse Ixmucané: “Bene, ora abbiamo unpiano per affrontare questo problema. Poiché il mondo sta appenanascendo e stiamo dando un nome a ogni cosa o caso, per nonconfonderci chiameremo ciò che abbiamo fatto “in comune”, perchétutti partecipiamo: alcuni dando idee, altri che ne propongono altre,e c’è chi parla e c’è chi prende nota di ciò che viene detto”.




Dapprima calò il silenzio. Un silenziopesante, forte. Poi si sentì un applauso, poi un altro, e poi tuttiapplaudirono e si sentiva che erano molto contenti. E non si misero aballare perché non si vedeva un accidente. Ridevano tutti perchéavevano trovato una nuova parola che si chiama “in comune” chevuol dire “cercare insieme la strada”. E non la inventarono glidei primi, quelli che crearono il mondo, ma furono gli uomini, ledonne e otroas di mais che, in comune, trovarono la parola,cioè, la strada.




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Ixmucané era la più saggia di tuttigli dei e, siccome fu la prima ad arrivare alla Casa degli Esseri,aveva più ferite, per la caduta e per la corsa tra i girasoliselvatici, e così restò segnata da quelle cicatrici. “Rughe” e“cicatrici”, le chiamarono. Da allora, le rughe e le cicatricirappresentano la saggezza. Più rughe e cicatrici, più saperi.Chiaro, allora non c'erano i social network e nessuno usavatrucchi e modificava le sue foto con le App. Poi succede chevedi la foto del profilo e poi vedi la realtà, e allora vuoiscappare. No, le rughe e le cicatrici erano un orgoglio e non pertutti. Perfino gli uomini e le donne giovani si dipingevano rughe ecicatrici o addirittura si buttavano tra i rovi per graffiarsi involto con le spine. Perché non contava chi fosse più bella o bello,bensì chi era più saggia o saggio. Invece di “followers”e “likes” si cercava chi aveva più rughe e cicatrici.




Eh, sì.

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Sì, anche io vorrei sapere che cosaaccadde con la luce persa. Forse dopo, in un altro poscritto, losapremo. Per ora, dobbiamo imparare a camminare e viverenell'oscurità.




Dalle montagne del Sudest Messicano.

El Capitán


Novembre 2023. 40, 30, 20, 10 annidopo.





Traduzione “Maribel” -Bergamo

Testo originale:https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2023/11/11/octava-parte-p-d-que-hay-que-leer-para-saber-de-que-trata/






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