[Ezln-it] È finito un viaggio, ma da qui ne inizia un altro

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jun 23 10:40:55 CEST 2021


 La Montañazapatista ha attraversato l’Atlantico ed è arrivata sulle costedella Galizia per far nascere un incontro di ribellioni che vuole darvita a un mondo nuovo. Un mondo che contenga molti mondi diversi. Èil mondo che restituisce un significato ai semi della speranza e nonpoteva che presentarsi con un battesimo: “A nome delle donne,dei bambini, degli anziani e delle otroas zapatiste, dichiaro che ilnome di questa terra, che adesso chiamano Europa, da qui in avanti sichiamerà: SLUMIL K´AJXEMK´OP, che vuol dire: Terra indomita”,ha detto Marijose. L’ha accolta un abbraccio enorme, quello di chi,in ogni angolo del vecchio continente, sta re-imparando ad ascoltareil suono nuovo e profondo di parole che vengono dal cuore percondividere la vita e le ribellioni.

Il battesimoRebecca Rovoletto23 Giugno 2021
Una gonna tzotzil, due tzeltal, unacho’ol. Tre paia di jeans, però uno infilato in lunghi stivali coltacco alto. Dentro a questi abiti – visiere anticovid e mascherineal posto del passamontagna – el Escuadrón da sbarco 4-2-1, testadi ponte del prossimo contingente aviotrasportato, poggia finalmentei piedi sul vecchio continente. Non conoscono nessuno, ma tutt a conoscono loro e fanno ala al passaggio dei sette: Marijose, Lupita,Carolina, Ximena, Yuli, Bernal, Felipe.Cembali, cornamuse e tamburi dellafanfara popolare galiziana aprono loro la strada verso la spiaggiadei saluti, poi verso il prato delle celebrazioni. Le delegazioni delvecchio continente abbracciano, con inni e battimani, i volti mayapartiti sette settimane fa dalle coste di Abya Yala.Il capitano della Montagna dice che “èfinito un viaggio, ma da qui ne inizia un altro”. Inizia, infatti,col battesimo di questa vecchia terra, affinché possa destarsi erinnovarsi. Così come i popoli indigeni riscoprono il nomeancestrale della loro geografia, simmetricamente ci portanodall’oltremare un nuovo nome che non recrimina le disgraziedisseminate dalla sua storia, ma si appella a quella sua parte cheancora guarda, cammina, sogna.E Marijose, che non è né uomo nédonna, dichiara: “A nome delle donne, dei bambini, degli uomini,degli anziani e, naturalmente, degli otroas zapatisti, che il nome diquesta terra che i suoi nativi ora chiamano ‘Europa’, d’ora inpoi si chiamerà: Slumil K’ajxemk’op, che significa ‘TerraIndomita’, o ‘Terra che non si rassegna, che non cede’. E cosìsarà conosciuta dalla gente del posto e dagli estranei finché quici sarà qualcuno che non si arrende, non si vende e non cede”.Parole tzotzil degli Altos, tojolabaldella Selva di confine, tzeltal della selva Lacandona e cho’ol delnord venute “per aprire i cuori e condividere lotte per la vita,esperienze, modi… e per dimostrare al mondo capitalista patriarcaleche un altro mondo è possibile”, che in qualche posto di Abya Yalaè già realtà. Un cesto di erbe di San Juan, poesie e canti in donoagli ospiti. E poi cumbia fino all’alba.



22 | 06 | 21 da un’insenatura dellaTerra Indomita, pianeta Terra.


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