<html><head></head><body><div class="ydpae3cfd6eyahoo-style-wrap" style="font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;"><div></div>
</div><div id="ydpfa5edcecyahoo_quoted_4573537266" class="ydpfa5edcecyahoo_quoted"><div style="font-family:'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;color:#26282a;"><div><div id="ydpfa5edcecyiv0265801961"><div class="ydpfa5edcecyiv0265801961yqt5771995466" id="ydpfa5edcecyiv0265801961yqtfd96048"><div class="ydpfa5edcecyiv0265801961ydpdb60084yahoo_quoted" id="ydpfa5edcecyiv0265801961ydpdb60084yahoo_quoted_4462496138"><div style="font-family:'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;color:#26282a;"><div><div id="ydpfa5edcecyiv0265801961ydpdb60084yiv4459287190"><div class="ydpfa5edcecyiv0265801961ydpdb60084yiv4459287190yahoo-style-wrap" style="font-family:Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><div dir="ltr"><div style="text-align:center;margin-bottom:0cm;"><i>La Montaña</i>
zapatista ha attraversato l’Atlantico ed è arrivata sulle coste
della Galizia per far nascere un incontro di ribellioni che vuole dar
vita a un mondo nuovo. Un mondo che contenga molti mondi diversi. È
il mondo che restituisce un significato ai semi della speranza e non
poteva che presentarsi con un battesimo: “<i>A nome delle donne,
dei bambini, degli anziani e delle otroas zapatiste, dichiaro che il
nome di questa terra, che adesso chiamano Europa, da qui in avanti si
chiamerà: SLUMIL K´AJXEMK´OP, che vuol dire: Terra indomita</i>”,
ha detto Marijose. L’ha accolta un abbraccio enorme, quello di chi,
in ogni angolo del vecchio continente, sta re-imparando ad ascoltare
il suono nuovo e profondo di parole che vengono dal cuore per
condividere la vita e le ribellioni.<br clear="none"></div><div style="text-align:center;margin-bottom:0cm;"><br clear="none"></div><div style="text-align:center;margin-bottom:0cm;"><div><div style="color:rgb(0, 0, 0);font-family:Helvetica, Arial, sans-serif;text-align:center;margin-bottom:0cm;"><font size="4"><b>Il battesimo</b></font></div><div style="color:rgb(0, 0, 0);font-family:Helvetica, Arial, sans-serif;text-align:center;margin-bottom:0cm;"><i>Rebecca Rovoletto</i></div><div style="color:rgb(0, 0, 0);font-family:Helvetica, Arial, sans-serif;text-align:center;margin-bottom:0cm;"><i>23 Giugno 2021</i></div><div style="color:rgb(0, 0, 0);font-family:Helvetica, Arial, sans-serif;text-align:center;margin-bottom:0cm;"><i><br></i></div><div style="text-align: center; color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; margin-bottom: 0cm;" dir="" data-setdir="true"><span style="text-align: left; font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(38, 40, 42);">Una gonna tzotzil, due tzeltal, una
cho’ol. Tre paia di jeans, però uno infilato in lunghi stivali col
tacco alto. Dentro a questi abiti – visiere anticovid e mascherine
al posto del passamontagna – el Escuadrón da sbarco 4-2-1, testa
di ponte del prossimo contingente aviotrasportato, poggia finalmente
i piedi sul vecchio continente. Non conoscono nessuno, ma tutt@
conoscono loro e fanno ala al passaggio dei sette: Marijose, Lupita,
Carolina, Ximena, Yuli, Bernal, Felipe.</span></div></div></div><div style="text-align:left;">Cembali, cornamuse e tamburi della
fanfara popolare galiziana aprono loro la strada verso la spiaggia
dei saluti, poi verso il prato delle celebrazioni. Le delegazioni del
vecchio continente abbracciano, con inni e battimani, i volti maya
partiti sette settimane fa dalle coste di Abya Yala.</div><div style="text-align:left;">Il capitano della Montagna dice che “è
finito un viaggio, ma da qui ne inizia un altro”. Inizia, infatti,
col battesimo di questa vecchia terra, affinché possa destarsi e
rinnovarsi. Così come i popoli indigeni riscoprono il nome
ancestrale della loro geografia, simmetricamente ci portano
dall’oltremare un nuovo nome che non recrimina le disgrazie
disseminate dalla sua storia, ma si appella a quella sua parte che
ancora guarda, cammina, sogna.</div><div style="text-align:left;">E Marijose, che non è né uomo né
donna, dichiara: “A nome delle donne, dei bambini, degli uomini,
degli anziani e, naturalmente, degli otroas zapatisti, che il nome di
questa terra che i suoi nativi ora chiamano ‘Europa’, d’ora in
poi si chiamerà: Slumil K’ajxemk’op, che significa ‘Terra
Indomita’, o ‘Terra che non si rassegna, che non cede’. E così
sarà conosciuta dalla gente del posto e dagli estranei finché qui
ci sarà qualcuno che non si arrende, non si vende e non cede”.</div><div style="text-align:left;">Parole tzotzil degli Altos, tojolabal
della Selva di confine, tzeltal della selva Lacandona e cho’ol del
nord venute “per aprire i cuori e condividere lotte per la vita,
esperienze, modi… e per dimostrare al mondo capitalista patriarcale
che un altro mondo è possibile”, che in qualche posto di Abya Yala
è già realtà. Un cesto di erbe di San Juan, poesie e canti in dono
agli ospiti. E poi cumbia fino all’alba.<br></div><p></p>
<p style="margin-bottom:0cm;">22 | 06 | 21 da un’insenatura della
Terra Indomita, pianeta Terra.<br clear="none"></p>
<p style="margin-bottom:0cm;"><a href="https://www.facebook.com/rebecca.rovoletto" rel="nofollow" target="_blank">https://www.facebook.com/rebecca.rovolett</a> <i>Foto da </i><font color="#000080"><span lang="zxx"><u><a shape="rect" href="https://www.facebook.com/search/top?q=desinformémonos" rel="nofollow" target="_blank"><i>Desinformémonos</i></a></u></span></font><i>
e <a shape="rect" class="ydpfa5edcecyiv0265801961ydpdb60084yiv4459287190" href="https://comune-info.net/il-battesimo/" rel="nofollow" target="_blank">Comune-Info</a></i></p></div></div></div></div>
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