[Ezln-it] A: le donne che lottano in tutto il mondo. Da: le donne zapatiste.

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Feb 12 14:17:59 CET 2019


 
 

A: ledonne che lottano in tutto il mondo. Da: le donne zapatiste. 

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONENAZIONALE. MESSICO.
Febbraio 2019. 
Sorella, compagna:
Ti mandiamo un saluto come le donne in lotta che siamo, a nome delle donnezapatiste.
Quello che vogliamo dire o informare è un po' triste perché ti diciamo chenon saremo in grado di fare il II° Incontro Internazionale delle Donne cheLottano, qui nelle nostre terre zapatiste, questo marzo 2019.
Le ragioni per cui non possiamo, può essere che forse le conosci già, e seno allora ti raccontiamo un po'.
Bene, si scopre che i nuovi cattivi governi hanno già detto chiaramente chestanno per fare i megaprogetti dei grandi capitalisti. Dal loro Treno Maya, alloro piano per l'Istmo di Tehuantepec, al loro piantare alberi per i mercati dilegname e frutta. Hanno anche detto che entreranno le compagnie minerarie e legrandi aziende alimentari. E hanno anche un piano agrario che porta acompimento l'idea di distruggerci come popoli originari, in modo da convertirele nostre terre in merci, che quindi vogliono completare ciò che Carlos Salinasde Gortari ha lasciato in sospeso perché non poteva, perché lo fermammo con lanostra rivolta.
Questi progetti sono di distruzione. Non importa quanto vogliono coprirlicon le loro bugie. Non importa quante volte moltiplichi i tuoi 30 milioni diappoggi. La verità è che vanno del tutto contro i popoli originari, le lorocomunità, le loro terre, le loro montagne, i loro fiumi, i loro animali, leloro piante e persino le loro pietre.
Quindi non vanno solo contro di noi, le zapatiste, ma contro tutte le donneche dicono di essere indigene. E poi anche contro gli uomini, ma in questomomento stiamo parlando come le donne siamo.
Vogliono che le nostre terre non siano più per noi, ma affinché i turistivengano a fare una passeggiata e abbiano i loro grandi hotel e i loro ottimiristoranti, e le attività che sono necessarie ai turisti per avere quei lussi.
Vogliono che le nostre terre diventino fattorie che producono legnipregiati, frutta e acqua; diventino miniere per estrarre l'oro, l'argento,l'uranio e tutti i minerali che ci sono e che i capitalisti vogliono.
Vogliono che diventiamo le loro operaie, le loro serve, che vendiamo lanostra dignità per poche monete al mese.
Perché quei capitalisti, e coloro che li obbediscono nei nuovi cattivigoverni, pensano che ciò che vogliamo sia il salario.
Non possono capire che vogliamo la libertà, non capiscono che il poco cheabbiamo raggiunto è stato combattendo senza che nessuno ci chieda il conto,senza foto, senza interviste, senza libri, senza consultazioni, senza sondaggi,senza votazioni, senza musei e senza bugie.
Non capiscono che ciò che chiamano "progresso" è una menzogna,che non possono nemmeno prendersi cura della sicurezza delle donne checontinuano a essere picchiate, violentate e assassinate nel loro mondoprogressista o reazionario.
Quante donne sono state uccise in questi mondi progressisti o reazionarimentre leggi queste parole, compagna, sorella?
Forse lo sai, ma naturalmente ti diciamo che qui, nel territorio zapatista,non una sola donna è stata uccisa in molti anni. Ma sì, dicono che siamo quellearretrate, quelle ignoranti, la pochezza.
Forse non sappiamo qual è il miglior femminismo, forse non sappiamo dire"corpa" oppure, a seconda, come cambiare le parole, o ciò cheè l'equità di genere o di quelle cose che hanno così tante lettere che non siriescono a pronunciare. E non è neppure giusto quella che chiamano "paritàdi genere", perché parla solo di parità tra donne e uomini, e invece noi,che ci dicono ignoranti e arretrate, sappiamo bene che ci sono coloro che nonsono né uomini né le donne e che noi chiamiamo "otroas", maqueste persone si chiamano a loro piacimento, e non è stato loro facileconquistare il diritto di essere ciò che sono senza nascondersi, perché lederidono, le perseguitano, le violano, le uccidono. E le stiamo ancoracostringendo a essere o uomini o donne e che devono stare da una parte odall'altra? Se quelle persone non vogliono farlo, allora è male che non venganorispettate. Perché allora, come possiamo lamentarci che non ci rispettano comele donne che siamo, se non rispettiamo queste persone? Ma vabbè, forse è perchéparliamo di ciò che abbiamo guardato da altri mondi e non abbiamo molta conoscenzadi queste cose.
Quello che invece sappiamo è che lottiamo per la nostra libertà e che oradobbiamo lottare per difenderla, in modo che la storia di dolore delle nostrenonne non sia sopportata dalle nostre figlie e dalle nostre nipoti.
Dobbiamo lottare perché la storia non si ripeta tornando al mondo in cuipreparavamo solo da mangiare e davamo alla luce bambini, per vederli in seguitocrescere nell'umiliazione, nel disprezzo e nella morte.
No, non ci sollevammo in armi per tornare allo stesso punto.
Non resistiamo da 25 anni per passare ora al servizio dei turisti, deicapi, dei capisquadra.
Non smetteremo di essere promotori di educazione, salute, cultura,mediatori, autorità, controllori, per diventare impiegati in alberghi eristoranti, servendo estranei per pochi pesos. Non importa se ci sono molti opochi pesos, ciò che conta è che la nostra dignità non ha prezzo.
Perché è quello che vogliono, compagna, sorella, che nella nostra terradiventiamo schiavi che ricevono elemosine per aver lasciato che distruggano lacomunità.
Compagna, sorella:
Quando sei arrivata in queste montagne per l'incontro del 2018 vedemmo checi guardavi con rispetto, e talvolta con ammirazione. Anche se non tutte quelleche sono venute lo hanno fatto in questo modo, perché sappiamo che ci sonopersone che vengono a criticarci e ci guardano male. Ma questo non importa,perché sappiamo che il mondo è grande e ci sono molti pensieri e alcune personecapiscono che non tutte possono fare le stesse cose, mentre altre non locapiscono. Questo perché ti rispettiamo, compagna e sorella, perché quello nonera il fine dell'incontro. Cioè, non era per vedere chi ci dà buoni voti obrutti voti, ma per trovarci e sapere che lottiamo come le donne che siamo.
E poi non vogliamo che tu ora ci guardi con dispiacere o pietà, come servea cui vengono dati ordini in modo buono o cattivo; o come quelle con cuicontrattare per il prezzo del loro prodotto, che sia artigianato, che siafrutta o verdura, che sia qualunque cosa, come fanno le donne capitaliste. Cheperò, quando fanno shopping nei loro centri commerciali lì non contrattano, mapagano quello che dicono i capitalisti e addirittura sono contente.
No compagna, sorella. Combatteremo con tutto e con tutte le nostre forzecontro questi megaprogetti. Se conquistano queste terre, sarà sul nostrosangue, quello delle zapatiste.
Questo è quello che abbiamo pensato e che faremo.
Improvvisamente questi nuovi cattivi governi pensano o credono che, poichésiamo donne, abbasseremo rapidamente la testa, obbedienti al capo e ai suoinuovi capisquadra, perché quello che stiamo cercando è un buon datore di lavoroe una buona paga.
Invece no, quello che vogliamo è la libertà che nessuno ci ha regalato, cheabbiamo conquistato combattendo anche con il nostro sangue.
Pensate che quando arriveranno le forze dei nuovi cattivi governi, i loroparamilitari, le loro guardie nazionali, li riceveremo con onore, congratitudine, con gioia?
No, succederà che li riceveremo combattendo e vedremo se imparano cosa sonole donne zapatiste che non si vendono, non si arrendono e non zoppicano.
Noi, quando c’è stato l'Incontro delle Donne che Lottano l'anno scorso, cisiamo sforzate perché fossi felice e contenta e al sicuro, compagna e sorella.E lì abbiamo raccolto il buono come la critica che ci hai lasciato: che eramolto duro il tavolato, che il cibo non ti piaceva, che era molto costoso, delperché di questo e del perché di quello. Ti informiamo di come abbiamo giàlavorato e delle critiche che abbiamo ricevuto.
E anche se con lamentele e critiche, forse qui eri al sicuro, senza cheuomini buoni o cattivi ti guardassero e giudicassero. Eravamo donne pure, losai.
E ora non è più sicuro, perché sappiamo che il capitalismo arrivadappertutto e dove vuole, non importa a quale costo. E lo faranno perchésentono che molte persone li sostengono e che possono fare atrocità espettacoli e li stanno ancora applaudendo. E ci attaccheranno e controllerannoi loro sondaggi per vedere se hanno buoni risultati e così via fino a quandonon ci finiranno.
E mentre scriviamo questa lettera, gli attacchi dei loro paramilitari sonogià iniziati. Sono gli stessi di prima del PRI, poi il PAN, poi il PRD, poi ilPVEM e ora sono di MORENA.
Quindi, ti diciamo, compagna e sorella, che non faremo qui l'Incontro, malo facciamo nelle tue terre, secondo i tuoi modi e i tuoi tempi.
Anche se non parteciperemo, volgiamo pensarvi.
Compagna, sorella:
Non smettere di combattere. Anche se quei maledetti capitalisti e i loronuovi cattivi governi se la cavano e ci annientano, allora devi continuare acombattere nel tuo mondo.
Perché abbiamo concordato nell'Incontro che stiamo andando a combattere inmodo che nessuna donna in nessun angolo del mondo abbia paura di essere unadonna.
E poi il tuo angolo è il tuo angolo, compagna e sorella, e lì ti tocca,come a noi tocca qui nelle terre zapatiste.
Questi nuovi cattivi governi pensano che ci sconfiggeranno facilmente, chesiamo poche e che nessuno ci sostiene in altri mondi.
Ma sia quel che sia, compagna e sorella, anche se rimarrà solo una di noi,forse quella sola combatterà per difendere la nostra libertà.
E non abbiamo paura, compagna e sorella.
Se non abbiamo avuto paura più di 25 anni fa, quando nessuno ci guardava,beh ancor meno ora che ci hai guardate tu, bene o male, ma ci hai guardate.
Compagna, sorella:
Bene, prenditi cura della piccola luce che ti abbiamo regalato.
Non lasciare che si spenga.
Anche se la nostra si estingue qui col nostro sangue, e anche se si spegnein altri posti, tu prenditi cura della tua perché, anche se i tempi sono ormaidifficili, dobbiamo rimanere ciò che siamo, e che siamo donne che lottano.
E’ tutto compagna e sorella. La sintesi è che non faremo l'Incontro o,meglio, che noi non parteciperemo.
E se fanno l’Incontro nel tuo mondo e ti chiedono dove sono le zapatiste,perché non vengono, bene tu dì la verità, dì loro che le zapatiste stanno combattendonel loro angolo per la loro libertà in quanto donne siamo.
È tutto, prenditi cura di te compagna e sorella.
Improvvisamente non ci guardiamo più.
Forse ti dicono di non pensare alle zapatiste perché sono già finite, cheormai non ci sono più zapatiste, ti diranno.
Ma quando pensi che non ancora, che ancora non ci hanno sconfitto, propriolì senza preavviso, vedi che ti guardiamo e una di noi si avvicina e ti chiedeall'orecchio in modo che solo tu possa sentire: "Dov’è la piccola luce cheti abbiamo dato? "
Dalle montagne del sudest messicano.
Le donne zapatiste
Febbraio 2019.
 
Testo originale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/02/11/carta-de-las-zapatistas-a-las-mujeres-que-luchan-en-el-mundo/?fbclid=IwAR1QZ34AQ4-CjUVqv-wNAhspJghXf4WxMOa-Gwvnx0U1xXD9zSpRco1aLHo
Traduzione RebeccaRovoletto https://www.facebook.com/notes/rebecca-rovoletto/a-las-mujeres-que-luchan-en-todo-el-mundo-de-las-mujeres-zapatistas/10212952193511038/

  
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