[Ezln-it] Messico: sfollati interni come in tempo di guerra civile

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue May 29 15:56:31 CEST 2018



Messico: sfollatiinterni come in tempo di guerra civile330.000 personevivono come sfollati interni in Messico. Numeri da guerra civile, che fanno scricchiolarel'immagine di una "normale" democrazia che si prepara a scegliere il propriopresidente nelle elezioni del 1° luglio. Ecco cosa sta succedendo nel Paese dovela sicurezza è ancora miraggio di pochidi Luca Martinelli 10 maggio 2018 In Messico non è in corso nessuna guerracivile e il prossimo 1° luglio il Paese sarà chiamato a scegliere il nome del presidentedella Repubblica per il periodo 2019-2016. Eppure, all’interno dei suoi confini,329.917 persone vivono la condizione di“sfollati interni”, risultando vittimedi desplazamiento forzado. E nelsolo 2017, secondo il recente rapporto della ong Comisión Mexicana de Defensay Promoción de los Derechos Humanos (Cmdpdh), all’elenco sisono aggiunte altre 20.390 persone.Chiapas, Guerrero, Sinaloa: mappa deglisfollati interniIl monitoraggio continuo realizzato dalgruppo di lavoro della Commissione, tragennaio e dicembre 2017 ha individuato 25 casi di trasferimento forzato eha riguardato gli abitanti di 79 località,in 27 municipi all’intero di almeno nove Stati della Repubblica. Il maggior numerodi episodi, ben sette, si sono registrati nello Stato di Guerrero, cinque hannoriguardato il territorio di Sinaloa e tre ciascuno gli Stati del Chiapas, di Chihuahuae di Oaxaca.Quasi i tre quarti delle vittime dei nuovi sfollati, però, vivono in appena tre Stati: Chiapas e Guerrero, nel Sud-est del Paese, e Sinaloa, che è nel nord, anche se non confina con gli Stati Uniti.Chi sono gli sfollati interni messicani:indigeni 6 su 10L’episodio più dirompente dell’anno, per il numero di sfollati, riguardalo stato del Chiapas e il conflitto agrario tra i municipi di Chalchihuitáne Chenalhó, nella regione degli Altos. Esso ha portato ben 5.323 indigeni di etnia tzotziles a fuggiredalle proprie abitazioni, a partire dalla metà del mese di ottobre del 2017, cercando rifugio in montagna.Secondo il rapporto, qui sono morte almeno 11 persone difame e di freddo, «due bebè, un bambino di un anno e sei mesi, un bambino di dueanni e sette mesi, due adulti e cinque anziani».Su scala nazionale, oltre il 60% dei nuovi sfollati del 2017appartiene a una delle etnie indigene.Oltre agli tzotziles del Chiapas, le altre vittime sono nahuas, mixes, rarámuris(o tarahumaras), purépechas e tepehuanes (o ódami).Le cause: gruppi armati, violenza politica,conflittiSecondo le informazioni raccolte dairedattori del Rapportosugli sfollati interni in Messico, il 68% degli episodi avrebbe comeevento scatenante la violenza da parte digruppi armati organizzati, mentre 7 su 25 dipendono da violenza politica, conflitti sociali o dispute territoriali.Nello Stato di Zacatecas, invece, a fuggiredella proprie abitazioni in località La Colorada, nel municipio di Chalchihuites,sono state nel gennaio dell’anno scorso 47famiglie, vittime della violenzaarmata di guardie al servizo dell’impresa canadese Panamerican Silver. Spiega il Cmdpdh chele «minacce continuavano in modo costante da due anni».Omicidi di difensori dei diritti umanie sfollati interniNelle conclusioni si dà conto di un altro“caso” legato direttamente allo sfruttamentodelle risorse ambientali e ai dirittiumani. Proprio a causa di un omicidio,infatti – quello di Isidro Baldenegro López, leader indigeno e attivista ambientalenello Stato di Chihuahua, assassinato nel gennaio del 2017 nella comunità di Coloradasde la Virgen, nel municipio di Guadalupe y Calvo – 12 famiglie hanno abbandonato le proprie case per cercare rifugio Guachochi,Hidalgo del Parral e Chihuahua.Isidro BaldenegroLópez – Foto: Goldman Environmental FoundationNel 2005 Baldenegro López aveva vintoil Goldman Prize,il Nobel alternativo per l’ambiente, per la lotta a difesa dei boschi della SierraMadre dei Tarahumara dai tagliatori illegali. «Riteniamo necessario sottolineareche le persone che difendono i diritti umanirappresentano un settore della popolazione che deve essere riconosciuto come vulnerabile. Questo aspetto è particolarmenteimportante dato che in uno degli eventi registrati nel corso del 2017 l’omicidiodi un difensore ha causato il desplazamiento forzado della popolazione».Delle 15 abitazioni della comunità, appena 3 sono rimaste abitate.Il ritorno alle proprie caseLe stime della Cmdpdh affermano che meno di un quarto delle vittime nel corsodell’anno ha potuto far ritorno allapropria abitazione e vive nuovamente nella comunità di origine. Il dato numerico(4.842 persone), però, non offre un’analisi qualitativa adeguata, perché molti tracoloro che sono effettivamente “ritornati” lo hanno fatto perché funzionari pubblicihanno realizzato pressioni per chiudereil caso.Ad Chalchihuitáne Chenalhó, in Chiapas, ad esempio, è anche la Commissione interamericana per i diritti umani(Cidh) a sottolineare il problema, chiedendoufficialmente al governo messicano di proteggere o garantire la sicurezzanei confronti di coloro che hanno fatto rientro a casa.Le proposte a Città del Messico per averepiù sicurezzaLe sollecitazioni della Cidh sono rivolte allo Stato messicano, cui si rivolgeanche la  Comisión Mexicana de Defensa y Promociónde los Derechos Humanos con tre richieste:il riconoscimento delle vittime disfollamento forzado; un’analisi statisticaufficiale continua ed aggiornata del fenomeno, da affidare all’Istituto nazionaledi stastistica (Inegi); l’approvazione di una legge per la prevenzione del fenomeno e l’attenzione agli sfollatiinterni, che garantisca alla vittime almeno «la protezione e un risarcimento integrale ed equo del dannosubito». https://www.osservatoriodiritti.it/2018/05/10/messico-guerra-sfollati-interni/   
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