[Ezln-it] María de Jesús Patricio ed il CIG: cosa è stato ottenuto
Annamaria
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Thu Feb 22 09:46:57 CET 2018
María de JesúsPatricio ed il CIG: cosa è stato ottenuto
21 febraio 2018 - R. AídaHernández Castillo*
Il 19 febbraio si è chiuso il termine per la registrazione dei candidatiindipendenti alla Presidenza della Repubblica. Solo tre candidati"indipendenti" sono stati registrati, e tutti tre spendendogiornalmente come o più dei candidati dei partiti politici. María de JesúsPatricio, portavoce del Consiglio Indigeno di Governo (CIG) non è riuscita a raccogliereil numero di firme nei 17 stati come richiesto dal sistema elettorale peressere candidata indipendente. Fin dal principio sapevamo che sarebbe stata unabattaglia impari su un terreno profondamente marcato dalle disuguaglianze checaratterizzano il nostro paese. Mentre Jaime Rodríguez Calderón, El Bronco, perraccogliere le firme spendeva 58 mila pesos al giorno e contava su tuttol'apparato istituzionale del governo dello stato di Nuevo León, María de JesúsPatricio spendeva 860 pesos condivisi con i consiglieri e le consigliere cheviaggiavano con lei. Durante tutto il processo sono state affrontate tutte lebarriere tecnologiche: la richiesta di un cellulare moderno che permettesse discaricare l'applicazione per raccogliere le firme, la connettività Internetrichiesta, il denaro per la mobilità degli ausiliari; ogni passo rappresentavala lotta contro le disuguaglianze e le esclusioni che Marichuy ed il CIGdenunciano.
Devo riconoscere che come membro della Asociaciónpor el Florecimiento de los Pueblos AC che la sostiene, mi sento frustrataper non essere riuscita a superare tutte queste barriere e non avere potutofare di più per smuovere le coscienze di questo paese intorno all'urgenza dicambiamenti profondi. Questo sentimento si acutizza perché il 19 febbraio mitrovo ad Ahome, territorio yoreme, dove la violenza del crimine organizzatocolluso con le forze dell'ordine ha trasformato lo stato di Sinaloa in unagrande fossa comune. Le testimonianze delle madri dei desaparecidos ciricordano per l'ennesima volta che ci troviamo in un momento di emergenzanazionale che non si risolve con "corsi di formazione" o"modernizzazioni istituzionali". Vogliamo un cambiamento profondo chenessuno dei candidati che appariranno sulle schede elettorali è disposto a fare.
Il paese è piagato di Ayotzinapa anonime dove le forze dell'ordine collusecol crimine organizzato stanno perpetrando un massacro di giovani sotto inostri occhi e con la complicità del nostro silenzio. Gli studenti di Conalep massacratia Juan José Ríos per non aver rispettato il coprifuoco stabilito dal crimineorganizzato che controlla l'ejido più grande del Messico; il giovane yoremestudente dell'Università Interculturale di Sinaloa il cui corpo è statoritrovato in una fossa clandestina a Capomos; i 117 corpi scoperti dalle Buscadoras [Cercatrici - N.d.T.], madridi desaparecidos che con pale e picconi cercano i loro "tesori", nonsembrano suscitare più marce né proteste. Ci siamo abituati a questa politicadi morte.
Parallelamente, María de Jesús Patricio percorre il paese per parlare epromuovere una politica di vita. Quando sono invasa dalla disperazione per nonessere riuscita a raccogliere le 866 mila firme richieste, penso a quello chesi è ottenuto. Nelle sue visite a 126 località in 27 stati della RepubblicaMessicana, María de Jesús ed i compagni del Consiglio Indigeno di Governo hannoportato un messaggio di rispetto per la vita ed articolato sforzi organizzativiin difesa della madre terra e contro questi politici dello sviluppo che cistanno ammazzando tutti, qualcuno in maniera più rapida di altri.
Nel suo percorso ha visitato comunità indigene in resistenza in tutto ilpaese, comunità e lotte ignorate dagli altri candidati. Ha incontrato leorganizzazioni dei popoli totonaco che si oppongono ai megaprogetti di gas fracking in Veracruz; a Texcoco lecomunità della valle di México che lottano contro la costruzione del nuovoaeroporto che colpirà non solo i loro terreni agricoli, ma i manti freatici cheforniscono acqua a Città del Messico; a Ciudad Neza la sua voce si è unita aquella delle organizzazioni che denunciano i femminicidi e le moltepliciviolenze contro le donne; in Chiapas ha denunciato la violenza paramilitare cheattenta all'autonomia indigena. L'obiettivo principale della sua campagna è stato,e continuerà ad essere, quello di articolare le nostre lotte e costruirealternative di vita dal basso, a partire dal rispetto per la madre terra e ladignità dei popoli.
Il suo appello è stato per difendere la vita e il territorio dallepolitiche di morte e riprendere i valori comunitari e le esperienze diresistenza dei popoli indigeni. Nel suo discorso a Totonacapan ha detto:"I capitalisti ci vogliono far credere che il nostro territorio sono lemigliaia di pozzi petroliferi, le decine di concessioni minerarie, le donneassassinate, le ed i desaparecidos. Ma noi sappiamo che non è così, perché laviolenza, la deforestazione, le alte tariffe di luce e acqua, il controllodell'acqua da parte dei cacicchi regionali e nemmeno i megaprogetti estrattivisono il territorio indigeno di Veracruz. I nostri territori sono le lingueoriginarie, le culture ancestrali, le nostre resistenze, l'organizzazionecomunitaria che ci invita a non venderci, a non arrendersi né cedere, a nondimenticarci dell'eredità dei nostri antenati, che ci invita ad organizzarci ea governarci esercitando quello che decidiamo collettivamente".
Lasciando daparte che le regole imposte dall'alto non gli permettono di essere sulla schedaelettorale, il suo appello a non cedere, a continuare ad organizzarci edifendere la vita e il territorio è vigente. Proseguiamo dunque in questa nuovatappa di resistenza. Andiamo avanti. http://radiozapatista.org/?p=25744
(Traduzione “Maribel” –Bergamo)
*Ricercatricedel Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social
Fonte: La Jornada
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