[Ezln-it] Sub Moises-Sup Galeano: 300. Prima Parte

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Aug 22 14:42:09 CEST 2018


300. Prima parte: UNA FINCA,UN MONDO, UNA GUERRA, POCHE PROBABILITÀ. Subcomandante Insurgente Moisés, SupGaleano




Intervento della Commissione Sexta dell’EZLN all’Incontrodelle Reti di Appoggio al CIG ed alla sua Portavoce.(Versione ampliata)Per ragioni di tempo l’intervento zapatista non erastato completo. Avevamo promesso che avremmo inviato le parti mancanti: qui diseguito la versione originale che include parti della trascrizione più quantonon detto. Di nulla. Prego. 300.Prima parte:UNA FINCA, UN MONDO, UNA GUERRA, POCHE PROBABILITÀ.Agosto 2018.Subcomandante Insurgente Galeano:Buongiorno,grazie di essere venuti ed aver accettato il nostro invito e di condividere lavostra parola.Iniziamospiegando quale è il nostro modo di fare analisi e valutazioni.Noiincominciamo con l'analizzare che cosa succede nel mondo, poi scendiamo avedere che cosa succede nel continente, poi che cosa succede nel paese, poinella regione e poi localmente. E da qui tiriamo fuori un'iniziativa ecominciamo a farla uscire dal contesto locale a quello regionale, poinazionale, poi continentale e poi nel mondo intero.Secondo ilnostro pensiero, il sistema dominante a livello mondiale è il capitalismo. Perspiegarcelo e per spiegarlo agli altri, usiamo l'immagine di una finca, una tenuta.Chiedo al SubcomandanteInsurgente Moisés di parlarcene.-*-Subcomandante Insurgente Moisés:Dunquecompagni, compagne, abbiamo intervistato compagni e compagne bisnonni ebisnonne che nella loro vita hanno vissuto nelle fincas - alcuni di loro sono ancora vivi e vive - Quello che cihanno raccontato ci ha fatto pensare - diciamo ora - che i ricchi, icapitalisti, vogliono trasformare il mondo in una loro proprietà, una loro finca. C'è ilfattore, il proprietario terriero, il padrone di migliaia di ettari di terrache può anche non esserci perché il padrone ha il suo caposquadra che si prendecura della finca, ed il caposquadra cerca il suo maggiordomo che è quello cheva a controllare che si lavori la sua terra; e questo caposquadra, su ordinedel padrone, deve cercare un caporale che si occupa di controllare tuttointorno alla tenuta, alla sua casa. Ci hanno raccontato delle diverse cose chesi fanno in una finca: c'è la finca dove si alleva il bestiame, c'è la fincadove si coltiva il caffè, c'è la finca della canna da zucchero, dove si fa ilpanetto di zucchero, e di milpa e di fagioli. Allora combinano il tutto; cioèin una proprietà di 10 mila ettari si fa tutto, c'è l'allevamento, lalavorazione della canna, la coltivazione di fagioli, la milpa. Allora per tuttala sua vita la gente circola lì, lavora lì - come servi, la gente che soffre lì-.Il caposquadra arrotonda poi la sua paga rubando alpadrone quello che produce la finca.Cioè, oltre a quello che gli dà il padrone, il finquero, il caposquadra ha il suo guadagno nel rubare. Peresempio, se nascono 10 vitelle e 4 torelli, il caposquadra non lo riferisceesattamente, ma dice al padrone che sono nate solo 5 vitelle e 2 torelli. Se ilpadrone poi si accorge dell'inganno caccia via il caposquadra e ne mette unaltro. Ma il caposquadra ruba sempre qualcosa, e questa si chiama corruzione.Ciraccontano che quando il padrone non c'è ed anche il caposquadra vuole usciredalla finca, allora cerca qualcuno dilì, qualcuno stronzo come lui al quale lasciare l'incarico, andarsene e poitornare a riprendere il suo ruolo di caposquadra.Dunque,vediamo che il padrone non c'è, è da un'altra parte, ed il caposquadra è ilPeña Nieto della situazione. Quindi noi diciamo che il maggiordomo sono i governatori,ed i caporali i presidenti municipali. Tutto è strutturato secondo una scala dipotere.Vediamoanche che caposquadra, maggiordomo e caporale sono quelli che pretendono dallagente. E lì nella finca, ciraccontano i bisnonni, c'è un negozio che chiamano negozio a credito, vuol direche nel negozio ci si indebita; quindi gli sfruttati e le sfruttate che vivonolì, servi o serve, comprano nel negozio il sale, il sapone, quello di cuinecessitano, cioè, non hanno denaro; lì il padrone ha il suo negozio e lì siindebitano per comprare sale, sapone, machete, la zappa, e non pagano condenaro bensì con la loro forza lavoro.I bisnonnici raccontano, donne e uomini, che il padrone dava loro poco da mangiare,giusto il necessario per arrivare al giorno dopo e lavorare per lui, e così pertutta la loro vita.E confermiamoquello che raccontano i nostri bisnonni perché quando siamo usciti nel '94,quando abbiamo occupato le fincas percacciare quegli sfruttatori, abbiamo incontrato capisquadra e acasilladosche, abituati ai loro negozi a credito, ci dicevano che non sapevano cosa faree dove andare a procurarsi il sale, il sapone, perché non c'era più il loropadrone. Ci domandavano chi sarebbe stato il nuovo padrone, perché non sapevanodavvero cosa fare.Allora noidicemmo loro: adesso siete liberi, lavorate la terra, è vostra, come quandoc'era il padrone a sfruttarvi ma ora lo fate per voi, per la vostra famiglia.Ma loro non capivano, dicevano no, che la terra era del padrone.E lì abbiamocapito che c'è gente ormai assuefatta alla schiavitù. E se hanno la libertà,non sanno che farne perché sanno solo ubbidire.E questosuccedeva 100 anni fa, più di 100 anni, come ci hanno raccontato i nostribisnonni - uno di loro ha più o meno 125, 126 anni adesso, e l'abbiamointervistato più di un anno fa -.E vediamoche ancora continua così. Oggi pensiamo che il capitalismo è così. Vuoletrasformare il mondo in una finca.Cioè, gli impresari transnazionali: "Vado nella mia finca La Mexicana", secondo come gli pare; "vado nellamia finca La Guatemalteca,L'Onduregna", e così via.Ed ilcapitalismo cominciava ad organizzarsi secondo i suoi interessi, come ciraccontano i nostri bisnonni in una fincaci può essere di tutto, caffè, bestiame, mais, fagioli, mentre in un'altra solocanna da zucchero o altro. Ogni finquerosi organizzava.Non ci sonopadroni buoni, sono tutti cattivi.Benché inostri bisnonni ci raccontano che ce n'era qualcuno buono - dicono - maanalizzando bene, erano buoni perché semplicemente non c'era tantomaltrattamento fisico, per questo i nostri bisnonni dicono che ce n'eraqualcuno buono, ma non si salvavano dallo sfruttamento. In altre fincas c'erano invece moltimaltrattamenti.Dunquepensiamo che tutto quello che hanno passato loro succederà a noi, ma ora nonpiù solo nelle campagne, ma nelle città. Perché non è lo stesso capitalismo di100, 200 anni fa, i suoi modi di sfruttamento sono diversi e non sfrutta piùsolo nelle campagne, ma anche nelle città. Il suo sfruttamento cambia modalità,ma è ugualmente sfruttamento. È la stessa gabbia di reclusione, ma ogni tantola ridipingono, come nuova, ma è la stessa.Ma c'ècomunque gente che non vuole la libertà, ma si è già abituata ad ubbidire evuole solo un cambio di padrone, di caposquadra, che non sia così stronzo, chela sfrutti ma che la tratti bene.Ma noi nonlo perdiamo di vista, è solo iniziato, già.Quello checi cattura l'attenzione è se ci sono altri, altre, che vedono, pensano: farannocosì con noi?E che cosafaranno queste sorelle e fratelli? Si accontenteranno di un cambio dicaposquadra o di padrone, o vogliono la libertà?Questo èquello che mi tocca spiegarvi ed è quello che pensiamo e vediamo con icompagni, e le compagne, come Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.-*-Subcomandante Insurgente Galeano:Quella chenoi vediamo a livello mondiale è un'economia predatrice. Il sistema capitalistasta avanzando in modo da conquistare territori distruggendo più che può.Contemporaneamente c'è un'esaltazione del consumo. Sembra che il capitalismonon sembri più preoccupato per chi produce le cose, per questo ci sono lemacchine, ma non ci sono macchine che consumano merci.In realtà,questa esaltazione del consumo nasconde uno sfruttamento brutale e ladepredazione sanguinaria dell'umanità che non appaiono nell'immediatezza dellaproduzione moderna di merci.La macchinache, automatizzata all'estremo e senza la partecipazione umana, fabbricacomputer o cellulari non si regge sull'avanzamento scientifico e tecnologico,ma sul saccheggio delle risorse naturali (la necessariadistruzione/spopolamento e ricostruzione/riordinamento di territori) e sulladisumana schiavitù di migliaia di infime, piccole e medie cellule disfruttamento della forza lavoro umana.Il mercato(questo gigantesco magazzino di merci) contribuisce al miraggio del consumo: lemerci appaiono al consumatore come "aliene" al lavoro umano (cioè, alsuo sfruttamento) ed una delle conseguenze "pratiche" è dare alconsumatore (sempre individualizzato) l'opzione di "ribellarsi" scegliendoun mercato o un altro, un consumo o un altro, o rifiutando un consumospecifico. Non si vuole consumare cibo spazzatura? Non c'è problema, sono invendita anche prodotti alimentari biologici ed ad un prezzo più elevato. Nonconsuma note bibite di cola perché sono dannose per la salute? Nessun problema,l'acqua imbottigliata è commercializzata dalla stessa azienda. Non vuoleconsumare nelle grandi catene di supermercati? Non c'è problema, la stessaazienda fornisce la boutique dietro l'angolo. E così via.          .... proseguire la lettura http://chiapasbg.com/2018/08/22/300-prima-parte/(Continua…) Traduzione“Maribel” – Bergamo   
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