[Ezln-it] LH Navarro: Proibito Pensare?

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Apr 26 15:35:56 CEST 2018


Proibitopensare?

LuisHernández Navarro

Guadalupe Vázquez Luna è un uragano in un corpo didonna. Minuta, con una viso da bambina nonostante i suoi 30 anni, la sua vocepossiede una potenza incommensurabile. Non vuole tacere e lo dice. Sebbene siscusi per il suo spagnolo, che sarebbe la sua seconda lingua (la prima è lalingua tzotzil), il suo castigliano è grammaticalmente impeccabile.

Lupita aveva solo 10 anni quando iparamilitari hanno assassinato i suoi genitori, cinque fratelli, la nonna e unozio. Il 22 dicembre 1997 stava pregando per la pace nella cappella di Acteal quandoi priisti armati e protetti dalla polizia sono arrivati sparando. Hannomassacrato 45 persone innocenti. In lei ancora risuona il pianto, il lamentodegli uomini, delle donne, dei neonati e dei bambini che si trovavano lì.

Guadalupe si salvò per miracolo. Inpiena sparatoria, con sua madre già morta, suo padre la tirò fuori dalnascondiglio dove si era rifugiata gridandole di scappare. Lei corse via tra lepiantagioni di caffè.

Da allora, non ha smesso di vivere inresistenza, chiamare le cose col loro nome, e lottare contro l'oblio e per lagiustizia. Nel cammino, si è resa conto dell'importanza di perseverare.

Se le donne tacciono – afferma –nessuno ci sente. Nessuno ci legge nel pensiero, ha detto nel “conversatorio” Miradas, escuchas ypalabras: ¿prohibido pensar?, che si sta svolgendo nel Cideci-UniTierra, aSan Cristóbal de las Casas, convocato dall’EZLN. Per questo non sta in silenzio.

Guadalupe Vázquez Luna è consiglieradel Consiglio Indigeno di Governo (CIG) del Chiapas. Nel suo intervento al"conversatorio" non harisparmiato le critiche. Con notevole eloquenza, come moderna aedo, haraccontato l'epica giornata per organizzare il CIG e registrare sulla schedaelettorale María de Jesús Patricio quale candidata alla Presidenza. Ora - hadetto - l'indigeno è a testa alta. Non ci guarderanno più come un'attrazioneturistica.

Proibito pensare? è iniziato il 15 aprile e si concluderà il 25. Ha riunito oltre 50 artisti,dirigenti indigeni, difensori dei diritti umani, cineasti, pensatori egiornalisti con la comandanciazapatista, per condividere sguardi, ascolti e parole. Vi partecipano vecchicompagni di strada dei ribelli, come Gilberto López y Rivas, Alicia Castellanose Magdalena Gómez, e molte nuove voci, come Daniela Rea, Mardonio Carballo edEmilio Lezama. Insieme hanno tracciato un bilancio di quello che il subcomandante Galeano ha definitol'effetto Marichuy, misurando il polso della congiuntura e provando a decifrareil Messico ed il mondo dopo le elezioni di luglio.

Decano di questi seminari, Pablo González Casanova ha illustrato le sueriflessioni sullo zapatismo come progetto rivoluzionario universale ed haringraziato per averlo vissuto. L'EZLN ha contraccambiato nominandolo comandante Pablo Contreras del ComitatoClandestino Rivoluzionario Indigeno e presentandogli i propri rispetti.

All'incontro ha partecipato anche l'avvocato Carlos González, figura chiavedel Congresso Nazionale Indigeno (CNI) fin dalla sua fondazione nell'ottobredel 1996. Il congresso - ha detto - in questo ultimo anno è cresciuto siaquantitativamente che qualitativamente, ed è migliore. È presente in stati comeTlaxcala e Quintana Roo dove non era mai arrivato. A maggio scorso, all'avviodel CIG, c'erano 38 consiglieri; oggi sono 160.

Proibito pensare?, nelle parole dell'esperto di diritti umaniJacobo Dayán, ha dato luce al dolore. Un dolore che, secondo lo psicoanalistaMauricio González, è nell'aria. Fuggendo dal mercato della vittimizzazione,l'incontro si è svolto come una monumentale fuga polifonica. I racconti sull'assordanterumore del sangue di Ayotzinapa, il pozzo senza fondo delle sparizioni forzate,la depredazione e la nuova guerra sporca, si sono alternate con le storie dellaformidabile esperienza realizzata in territorio zapatista da 10 mila donne di48 Paesi nell'Incontro Internazionale delle Donne che Lottano, realizzatodall'8 al 10 marzo scorsi, o con le riflessioni - come quelle della filosofaesperta in impunità Irene Tello - sulla narrazione come modo per sovvertire etransitare dalla violenza in cui viviamo.

Discendo – ha spiegato Dayán– da nonni siriani di Aleppo; vengo da un luogoche non esiste più, da un non-luogo. Preso tra gli ingranaggi dell'orrore delMessico, ha narrato come nel paese ci sono zone in cui decine di migliaia diresti umani sono sepolti, ha raccontato le storie di sterminio operate dalloStato messicano in luoghi come Piedras Negras ed ha ricordato i voli dellamorte in Veracruz. Ci indigniamo davanti alla corruzione - ha detto - ma nondiciamo quasi nulla di fronte ad una nazione che si è trasformata in un immensocimitero.

Fedele al contrappunto, l'evento ha tracciato una cartografia delle desolazionie le sue scenografie, rivendicando nello stesso tempo la sfida - secondo lapsicologa Ximena Antillón - di recuperare le parole ormai vuotate o snaturatedel loro significato dal potere per permettere di tornare a capire. Hatracciato quello che il romanziere ed articolista Juan Villoro ha definito unintero paese trasformato in Necropoli, messo in risalto dalla visione dellascrittrice Cristina Rivera-Garza della scrittura come atto politico, processodi lavoro e parte intrinseca della comunanza.

In questa polifonia, la nota dominante è stata il contrasto. Da un lato, lagiornalista Marcela Turati ha spiegato come il lavoro giornalistico sullaverità delle vittime si è trasformato in una dolorosa commissione per la veritàin tempo reale, nella quale si deve scegliere cosa è importante. Dall'altro, ilprofessionista della stampa Javier Risco, con fine ironia, ha illustratol'orrore della politica nazionale e dei politici, a partire dalle intervisteche ha fatto loro.

La diversità di voci che si sono alternate nel seminario Proibito pensare? sono stateattraversate dalla combinazione dell'effetto Marichuy e l'esperienza dellozapatismo come avvenimento presente in qualche momento della sua biografia. Sitratta di un'esperienza che non ha niente a che vedere con altri candidati, o organizzareun nuovo culto religioso o formare un altro partito politico ma - come mostral'esempio di Lupita Vázquez - con ascoltare l'altro e celebrare la vita.


Twitter: @lhan55

Testo originale: http://www.jornada.unam.mx/2018/04/24/opinion/017a2pol



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