[Ezln-it] 11 vittime di stupro denunciano il Messico

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Nov 24 09:10:24 CET 2017


Violenzasulle donne: 11 vittime di stupro denunciano il Messico

Nei giorni scorsi 11 donne vittime di violenza sessuale hanno raccontato lapropria storia alla Corte interamericana per i diritti umani. Trascinando cosìil Messico davanti alla giustizia per non aver indagato su quanto accaduto nel2006. Quando la polizia usò violenza carnale e torture contro le mobilitazioni

di Luca Martinelli- 24 novembre 2017

«Il riconoscimento della responsabilitàdev’essere completo. Una verità a metà, non è la verità». «Il lavoro che mi dà forzagiorno dopo giorno è quello che faccio insieme alle altre donne della campagna Rompendoil silenzio. È a partire da questo spazio che ho potuto ricostruirmi». La primafrase è di Norma Aidé Jiménez Osorio,la seconda di Barbara Italia Méndez Moreno.

Quando hanno parlato così, entrambe sitrovavano di fronte alla Corte interamericanaper i diritti umani, che il 16 e il 17 novembre 2017 ha accolto in udienza11 donne che hanno denunciato le aggressioni sessuali subite il 3 e il 4maggio 2006 da parte di elementi delle forze di polizia del Messico.

Gli agenti fecero ricorso alla violenza carnalecome risposta repressiva alle mobilitazionidi massa promosse a San Salvator Atenco e a Texoco, nello Stato del Messico, controla costruzione di un nuovo aeroporto.

Donne violentate: le «sopravvissute atortura sessuale»

In quei giorni di undici anni fa furonouccise due persone e ben 31 donne denunciaronole violenze subite. In tutto 217 persone furono detenute in modo arbitrario.A chi scrive toccò raccogliere le loro testimonianzeinsieme ad altre 27 persone di sette Paesi che tra il 29 maggio e il 4 giugnodel 2006 presero parte ad una Commissione civile internazionale di Osservazionedei diritti umani sul “caso Atenco” (qui il resoconto scritto allora per Altreconomia).

Il Centro diritti umani Miguel Augustin Pro di Città del Messico (CentroProdh), che ha accompagnato per 11 anni le vittime di Atenco, oggi descrivele donne che hanno portato il governo messicano sul banco degli imputati come «sopravvissute a tortura sessuale».

Violenza sessuale durante un’operazionedi polizia

Gli uomini impegnati nell’operazionedi polizia utilizzarono dita e manganellicontro molte delle donne fermate. Le prime a denunciarlo erano state due cittadine spagnole, Cristina Vallse Maria Sostres, che si trovavano ad Atenco la sera del 3 maggio 2006 per portarela propria solidarietà.

La violenza sessuale avvenne sia durante il trasferimento verso le carceridi massima sicurezza dove vennero rinchiusi i manifestanti, sia all’arrivo nellestrutture. Il paradosso è che, mentre levittime hanno dovuto subire per anni processi penali con accuse come oltraggio a pubblico ufficiale, portodi arma, blocchi stradali e sequestro, le gravi violazioni ai diritti umani commesse contro di loro sono rimasteimpunite.

Undici donne trascinano il Messico ingiudizio

Tra le detenute c’erano anche le 11 donne che nel 2011 decisero di cercare giustizia nel Sistema interamericano peri diritti umani. Si chiamano Mariana Selvas Gómez,Georgina Edith Rosales Gutiérrez, María Patricia Romero Hernández, Norma Aidé JiménezOsorio, Claudia Hernández Martínez, Bárbara Italia Méndez Moreno, Ana María VelascoRodríguez, Yolanda Muñoz Diosdada, Cristina Sánchez Hernández, Patricia Torres Linarese Suhelen Gabriela Cuevas Jaramillo. E sono loro ad aver costretto il governo messicano a difendersi.

Violenza sulle donne di Atenco ancoraimpunita

Un comunicato del Centro diritti umaniMiguel Augustin Pro, che ha accompagnato 5 delle 11 “sopravviventi” all’udienza,specifica che «gli interventi della Commissione interamericana per i diritti umani,quelli delle rappresentanti delle vittime e anche quello dello Stato messicano,hanno reso evidente di fronte alla Corte che su questo caso ad oggi regna la totale impunità».

Un’impunità coltivata per 11 lunghi anni, durante i quali Enrique Peña Nieto, governatore dello Statodel México nel 2006, è diventato presidentedella Repubblica messicana (in carica dal dicembre del 2012).

Nessuna indagine sui poliziotti coinvoltinelle violenze

Il governo del Messico ha disattesola sentenza della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh).L’organismo, infatti, nel 2015 aveva concluso l’analisi avviata dopo la denunciadelle 11 vittime invitando lo Stato a realizzare un’inchiesta penale. Le autorità,dunque, avrebbero dovuto investigaregli appartenenti alle forze dell’ordine impegnati ad Atenco e Texcoco il 3 e 4 maggio2006.

Ma non lo hanno fatto. Ed è proprio perquesto che la Cidh nell’ottobre 2016 ha invitato il caso alla Corte, che dovrebbeemettere la propria sentenza nella primaveradel 2018.

La sentenza «dovrà essere osservata»

«Per quei Paesi come il Messico che riconosconola giurisdizione della Corte interamericana, che è un tribunale internazionale,la sentenza che verrà emessa dovrà essere necessariamente osservata.Non si tratta di raccomandazioni, ma di disposizioni equiparabili a quelle di unaCorte Suprema o di un Tribunale federale, e pertanto da rispettare», spiega a OsservatorioDiritti Araceli Olivio Portugal,avvocata del Centro diritti umani Miguel Augustin Pro.

La richiesta delle vittime di stuproa Corte diritti umani

Le 11 donne che hanno denunciato il governofederale hanno rifiutato ogni offerta dirisarcimento. Dice ancora Araceli Olivio Portugal: «Chiediamo di riconoscere che non si è investigato, nonsi è cercato di capire chi ha inviato quasi 3 mila elementi di polizia federalee statale, che avrebbero dovuto “riportare l’ordine”. Chi ha pianificato quell’operazione,chi ha deciso di non prevenire gli abusi il giorno 4 maggio, nonostante sapesseroquanto era successo il giorno 3, durante le proteste del Frente de Pueblos en Defensade la Tierra di Atenco. Chi non fece nienteper evitare gli abusi, la detenzione arbitraria e le torture nei confronti di oltre duecentofermati. Pratiche che avrebbero potuto essere evitare, dato che tutta l’operazioneera monitorata in tempo reale.

Messico: presidente di fronte alla Corteinteramericana

L’importanza del giudizio in corso èconfermata anche da Emilio Álvarez Icaza,che è stato segretario esecutivo della Corte interamericana per i diritti umani.Intervistato da Newsweek, ha ricordato che «la discussione riguarda oggi un elemento, ovvero la violenza e gliabusi sessuali nei confronti di molte donne, e riguarda non solo gli autori materialima anche chi ordinò quelle azioni.Oltre alla responsabilità attiva c’è anche quella passiva, legata al controllo,e la giurisprudenza interamericana affronta i due aspetti in modo diverso. Questoperò non cancella l’importanza di un aspetto: colui che oggi è titolare del potereesecutivo, il presidente della Repubblica,è giudicato di fronte a un tribunale internazionale. Questo non è normale.E rende il caso paradigmatico».

Una condanna dello Stato potrebbe obbligare il Messico a prendere dei provvedimentiper evitare che il 98% dei delitti restino impuniti. O per rafforzare i controllinei confronti dei membri delle diverse forze di polizia (municipali,statali, federali). O per equiparare la violenza di genere, la violenza sessuale,a una forma di tortura.

https://www.osservatoriodiritti.it/2017/11/24/violenza-sulle-donne-messico/


 
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