[Ezln-it] L.H. Navarro: Industria mineraria, narco e comunità indigene

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu May 11 09:36:23 CEST 2017


Industriamineraria, narco e comunità indigene

Luis Hernández Navarro

Rob McEwen è un facoltoso impresariocanadese. È direttore e proprietario della società mineraria McEwen Mining,compagnia con ingenti investimenti in Messico. È il centesimo uomo più riccodel Canada ed un fervente credente nell'oro.

Nell'aprile del 2015 subì un duro colpo.Un commando assaltò la miniera El Gallo 1, ubicata nella zona montuosa diMocorito, nello stato di Sinaloa, e rubò 198 chili di oro. I ladri si portaronovia 8,4 milioni di dollari. Si è trattato del furto di oro più grande maiavvenuto in Messico, ed il quarto assalto più importante registrato nellastoria per quantità.

Due giorni dopo McEwenrilasciò un'intervista alla tv canadese Business News Network. Senza peli sullalingua confessò: "I cartelli lìsono attivi. Generalmente abbiamo un buon rapporto con loro. Se vogliamo andaread esplorare da qualche parte, glielo chiediamo e ti dicono: 'No, ma tornatetra un paio di settimane quando termineremo quello che stiamo facendo' ".

Le dichiarazionisollevarono un’aspra polemica. Tre giorni dopo McEwan ritrattò e si scusò peril malinteso che aveva generato l'impressione completamente falsa tra i mediamessicani che la sua società avrebbe avuto contatti regolari con elementicriminali.

Il fatto è ben lungidall'essere un incidente isolato. Mostra la complessa relazione che si èstabilita in Messico tra le compagnie minerarie ed il crimine organizzato. Unarelazione che mostra vari aspetti: l'aperta collaborazione tra i due ambitiaffaristici, la conversione dei narcotrafficanti in impresari del settore el'estorsione e il furto dei cartelliai danni delle compagnie.

Narcotrafficanti eminatori condividono territori e rotte di passaggio della loro produzione.Molti depositi minerari si trovano in regioni produttrici di papavero emarijuana, o in luoghi in cui si cucinano droghe chimiche. Entrambi hanno ipropri eserciti privati o guardie di sicurezza. Occasionalmente, i minatori stringonoaccordi e collaborazioni con i sicari che operano sulle remote catene montuose.

I narcos si incaricano di ripulire il terreno affinché le impresepossano estrarre i minerali spopolando le comunità o dissuadendo gli abitantiche si oppongono allo sfruttamento delle risorse. In non pochi siti, di comuneaccordo con gli impresari, riscuotono dai lavoratori un'imposta di cooperazioneper avere il diritto di lavorare nella miniera e dai villaggi una quota per leregalie che le società minerarie devono elargire ai villaggi dove si stanziano.

Il crimine organizzatoha trovato nel settore minerario una prospera attività economica, sia per illavaggio del denaro derivante dalla vendita degli stupefacenti sia come un mododi diversificare i suoi affari. E così ottiene legittimità sociale e politica.

In Michoacán, Los caballerostemplarios spedivano in Cina navi cariche di ferro. Nel 2010 La Familia,il cartello da cui sono nati i templarios, avevano già compiutoincursioni in questa attività. Secondo uno dei suoi riciclatori di denaroarrestato un anno dopo, avevano esportato in Cina 1,1 milioni di tonnellate diminerale di ferro attraverso tre compagnie, intascando per questo 42 milioni didollari.

In Coahuila, Los Zetasentrano con successo nel bacino carbonifero, già di per sé una rotta dipassaggio della cocaina verso gli Stati Uniti. Si stabilirono lì controllandolo sfruttamento di piccole miniere di carbone. Nel 2012 si calcolò che ilcommercio aveva fruttato loro tra i 20 e 22 milioni di dollari.

Nell'ottobre de 2014l'imprenditore minerario José Reinol Bermea Castillo, strettamente legato alPRI in Coahuila, accusato di essere una figura prominente della narcominería regionale, è statoassassinato nella città di Sabinas.

Le compagnie minerarie lamentanola concorrenza sleale e le estorsioni del crimine organizzato che pretendediritti di suolo e sequestra i loro lavoratori. Secondo la Camera Mineraria delMessico (Camimex) questo settore industriale è uno dei più vulnerabili alcrimine organizzato (http://bit.ly/1ztgI8T).

Le compagnie destinanotra il 2% e il 4% dei loro bilanci alla sicurezza. Ma società minerarie comeFirst Majestic investono ancora di più in sicurezza e guardie armate: il 10%.Altre compagnie hanno ridotto le loro operazioni in Messico o si rifiutano diinvestire qui (http://bit.ly/1E4efpF).

Come segnala l'analistaSimón Vargas, sono così significative le perdite economiche che hanno subitoche le grandi multinazionali estrattive hanno ormai a disposizione polizzeassicurative contro il narcotraffico, come quelle fornite dall'agenzia MarshBrockman e Schuh, che in Messico offrono coperture fino a 25 milioni di dollaridi perdite (https://goo.gl/gaJxys).

Ma, al di là dellemodalità che assume la complessa e perversa relazione tra narcotraffico ecompagnie minerarie, un fatto risulta fondamentale: le terribili conseguenzeche le comunità rurali in generale e quelle indigene in particolare, subisconoper l'intervento di entrambi. Le loro terre, territori e risorse naturalivengono spogliate selvaggiamente, devastate e sfruttate dagli uni e gli altri.Col settore minerario e la narcomineríai popoli originari sono vittime di una nuova colonizzazione.

Twitter: @lhan55

Testo originale: http://www.jornada.unam.mx/2017/05/09/opinion/017a2pol



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