[Ezln-it] SupGaleano: Le arti, le scienze, i popoli originari e i bassifondi del mondo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Feb 29 15:40:46 CET 2016



       Le arti, lescienze, i popoli originari e i bassifondi del mondo ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALEMESSICOFebbraio 2016Per: Juan Villoro Ruiz:Fratello:Sono lieto che il resto dellafamiglia giurata stia bene, e ti ringraziamo di essere il messaggero per far giungereloro i nostri saluti ed ossequi (anche se sono convinto che cravatte e posacenerio un mazzo di fiori sarebbero stati un'opzione migliore).Mentre cercavo di proseguire conqueste parole, ho ricordato il tuo testo "Conferencia sobre la lluvia" (editore Almadía, 2013) scritto,credo, per il teatro, e che lessi immaginando, di sicuro malamente, lascenografia, i gesti e i movimenti dell'interprete del monologo che sente l’interpellanzapiù che mostrare di accoglierla. L'inizio, per esempio, è una sintesi della miavita: il laconico "Ho perso le carte!"della prima riga, vale un'enciclopedia se lo lego ai calendari e geografie diquesto continuo cadere e ricadere che sono stato.Perché, invariabilmente, inun'epistola, dopo il saluto di apertura perdo le idee ("la tonelada" [la "metrica", N.d.T.] dicono i compas quando si riferiscono al tono diuna canzone). Voglio dire, l'obiettivo concreto della lettera. Vero che l'averchiaro chi sia il ricevente può aiutare, ma non poche volte il destinatario èun ascolto fratello al quale non si richiede necessariamente una risposta, masempre un pensiero, un dubbio, un interrogativo, ma non che paralizzi, ma chemotivi altri pensieri, dubbi, domande, eccetera.Allora, forse come al bibliotecario-conferenziereprotagonista dell'opera, vengono fuori parole che non si sono cercate diproposito, ma erano lì, nascoste, aspettando una disattenzione, una crepa nelquotidiano, per assaltare la carta, lo schermo o quel foglio sgualcito che dove-diavolo-l'ho-messo-ah-eccolo-qua!-ma-quando-ho-scritto-questa-idiozia?Le parole allora smettono di essere scudo e barricata, lancia e spada, ediventano, con nostro sommo dispiacere, specchio di fronte al quale ci sirivela e svela.Certo, il bibliotecario puòricorrere alle sue pareti colme di scaffali, con il loro ordine alfabetico enumerico, con calendari e geografie che disegnano una mappa di tesoriletterari; cercare quindi alla "O" di "oblio" e vedere selì trova quello che ha perso. Ma qua, in questo continuo trasloco, l'idea diuna biblioteca, pur se minima e portatile, è una chimera. Credimie, ho accoltocon vane speranze i libri elettronici (in una "USB" - o "pendrive"o "memoria esterna" - sipotrebbe caricare se non la biblioteca di Borges, almeno una minima: Cervantes,Neruda, Tomás Segovia, Le Carré, Conan Doyle, Miguel Hernández, Shakespeare,Rulfo, Joyce, Malú Huacuja, Eduardo Galeano, Alcira Élida Soust Scaffo,Alighieri, Eluard, León Portilla ed il mago della parola: García Lorca, tra glialtri). Ma niente, se il bibliotecario perde le carte, ed io i dispositivi usb, chissà dove vanno a finire.Ma non credere, ognuno ha le suevergognose fantasie. Nelle usb degli e-book normalmente mettevo unamiscellanea di autori, pensando che se li avessi persi sarebbero stati insiemee, forse, non so, dopo tutto la letteratura è il genere dell'impossibile che siconcretizza in lettere, avrebbero potuto "condividersi" tra loro.“La letteratura è il luogo in cuipiove”, hai fatto dire al conferenziere in disgrazia, obbligato adenudarsi, senza l'abito dei suoi appunti, per mostrarsi come è: vulnerabile....proseguire la lettura ...

  
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