[Ezln-it] Gustavo Esteva: Nonostante Tutto
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Tue Feb 16 11:05:57 CET 2016
Nonostante tuttoGustavo EstevaSu di noi regna il male. Tutti imali usciti dal vaso di Pandora ci sono caduti addosso. Francesco non potràsgombrare il suo mistero. Ma qualcosa farà, forse, in relazione ai malviventi,sui quali non c'è mistero alcuno.Nellatradizione cattolica, un mistero non è un puzzle irrisolto, una sfidaall'intelligenza o allo spirito investigatore. È qualcosa che il nostropensiero è incapace di penetrare, qualcosa fuori della portata della nostracomprensione. In questa tradizione, il male è un mistero, il mysterium iniquitatis. Come comprenderela scarnificazione di Julio César od il soffocamento di Juanelo, il figlio diJavier Sicilia? Come comprendere Ayotzinapa, San Fernando o Tierra Blanca? Oche il 99% degli interminabili delitti rimanga impunito? Che continuino ifemminicidi, i massacri, le sparizioni, le fosse clandestine? Che non sia piùpossibile distinguere tra il mondo del crimine e quello delle istituzioni? Chefunzionari e criminali, alcuni gli stessi, dicano quello che dicono e faccianoquello che fanno? Come capire il limite estremo di degrado morale al quale sonoarrivati giovani criminali, alti funzionari pubblici e dirigenti di imprese?Lespiegazioni psicologiche, socioeconomiche, politiche… sono sempre imbarazzanti;sono insufficienti. Nessuna scienza sgombra il mistero. Fin dall'apostoloPaolo, si crede che tra noi sia apparso qualcosa di incredibilmente orribile esenza precedenti, il male. Potremo capirlo solo in un tempo a venire, quellodell'apocalisse, quello della fine dei tempi. Ma questo male, questo mistero,può essere investigato storicamente. Osservare, per esempio, che non è comequello di altre epoche. Sono diventate reali e comuni la perversione, la disumanità,che prima erano solo possibili o eccezionali. Si è perso il senso del bene.Bene e male sono stati sostituiti da valori e disvalori che ci opprimono edistruggono.Il corrotto,ha scritto papa Francesco, deve distinguersi dal mero peccatore, perché elevala sua azione a sistema e la trasforma in forma mentale e in stile di vita;perde la dignità e la fa perdere agli altri. Portando pane sporco in casa sua,ha sottolineato, il corrotto ha perso la dignità.Francesconon sarà ricevuto da meri peccatori, come gli succede da tutte le parti. Sitroverà continuamente tra corrotti, tanto del governo come della sua propriaChiesa. Starà tra malavitosi. Li conosciamo bene e sicuramente anche lui. Nelvederli dove stanno, impuni, in molte persone muore lentamente la fiamma dellasperanza, come dice il Frayba. Ma non muore la fiamma della resistenza. Perrafforzarla, è necessario riconoscere il suo valore e la sua dignità eravvivare amorevolmente la fiamma della sua speranza. Riuscirà Francesco avedere tutto questo ed agire di conseguenza?Pandora,che-tutto-dà, chiuse il suo vaso prima che sfuggisse la speranza. Ma, poichéera vicina ai mali che uscirono, alcuni la contengono: sperando, la gente puòmettersi nell'aspettativa di quando agire; o accetta un stato di coseinsopportabile aspettando una liberazione futura, in un'altra vita, forse.Ma latradizione dominante confida nella speranza. Poiché sono tempi di disperazione,cerchiamo disperatamente la speranza. Da dove viene? si domanda il Majabhárata, il libro sacro dell'India.Siccome è l'ancora di ogni persona, perderla produce un'immensa pena quasiuguale alla morte. Ma è difficile capirla e niente è più difficile da conquistare.L'abbiamopersa. L'uomo moderno l'ha trasformata in aspettativa ed il suo ethos prometeico l'ha eclissata. Lasopravvivenza della razza umana oggi dipende dal fatto che la si scopra comeforza sociale, ci disse tempo fa IvánIllich. Ed Agamben suggerisce cheora la cosa importante è scoprire il meccanismo che ha prodotto la declinazionedella speranza e contraddirlo.È quello chehanno fatto gli zapatisti. Nel marzo del 1994, in risposta ad un bambino cheaveva scritto loro dalla California, gli zapatisti ammisero di essereprofessionisti, ma non della violenza, come diceva il governo, bensì dellasperanza. Nel 1996 proposero di creare l'Internazionale della Speranza.Liberando la speranza dalla sua prigione intellettuale e politica, hanno creatola possibilità della sua rinascita.La speranzaè l'essenza dei movimenti popolari. Non basta il dissenso, lo scontento.Neanche è sufficiente il risveglio critico. La gente si mette in moto quandosente che la sua azione può portare al cambiamento, quando ha speranza. Questoè essere saggi. In lingua tzeltal, la saggezza è avere forza nel cuore persperare. È quello che oggi si comincia a diffondere, sapendo che la speranzanon è la convinzione che le cose accadranno in una determinata maniera. È laconvinzione che qualcosa ha senso, indipendentemente da quello che sembri.Tra noi rinasce la speranza, la speranza contro ognisperanza. Stiamo riuscendo, passo dopo passo, a dare di nuovo senso alle nostrevite, a noi stessi, non al mercato né allo Stato, non alle istituzioni né alleideologie, per affrontare il male che è caduto su di noi, per fermare imalavitosi, per recuperare il bene. Se può e vuole, Francesco contribuirà arafforzarci in questo compito. Testooriginale: http://www.jornada.unam.mx/2016/02/15/opinion/020a2pol
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