[Ezln-it] Rapporto degli Esperti Indipendenti: "tutte menzogne quelle sui 43"

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Sep 8 13:45:35 CEST 2015


 
Il Manifesto – 07/09/2015Esperti indipendenti: «tutte menzogne sui 43»

di Geraldina Colotti

Una commissionedi esperti indipendenti smentisce Peña Nieto: i 43 studenti messicani non sono statibruciati in una discarica di Cucuta. Secondo la versione ufficiale, la polizia diIguala ha consegnato gli alunni della scuola Normal Rural di Ayotzinapa (nel Guerrero)ai narcotrafficanti dei Guerreros Unidos,che li avrebbero uccisi e bruciati. La ricostruzione ha preso piede qualche giornodopo la scomparsa degli studenti, vittime dell’attacco congiunto di polizia e narcotrafficanti,il 26 settembre 2014. Secondo il governo, i fatti sarebbero emersi dalla confessionedi alcuni narcotrafficanti, confermata dai poliziotti arrestati.

Una versionesubito contestata dagli antropologi forensi argentini, nominati dai famigliari degliscomparsi e dai movimenti, che da allora denunciano nelle piazze di tutto il mondoil “crimine di stato”. Ora, un gruppo diesperti indipendenti designato dalla Commissione interamericana dei diritti umani(Cidu) riprende gli argomenti avanzati dagli specialisti argentini e sostenuti daalcune coraggiose inchieste giornalistiche, e contesta la verità ufficiale. Tregli elementi principali messi in causa: il presunto incenerimento dei corpi, i motividei crimine e il ruolo della polizia militare e federale.

Nel corsodi 550 pagine, il Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Giei) affermache non esiste alcuna evidenza che un numero così elevato di cadaveri abbia potutoessere ridotto in cenere in una discarica senza essere notato nella zona. Per farlo,ci sarebbero volute 30 tonnellate di legna e il fuoco sarebbe divampato per 60 oree non per circa 12 come hanno sostenuto i presunti pentiti. Le fiamme si sarebberoalzate per almeno sette metri e il fumo sarebbe stato notato nel raggio di 300 metri.E nei pressi della discarica non c’era combustibile sufficiente per bruciare neancheun corpo.

Uno deisospetti emersi dalle indagini alternative è che i ragazzi siano stati portati inqualche caserma militare, dove si ritiene esistano prigioni sotterranee per le torturee forni crematori. Per questo, nel corso dei mesi i movimenti hanno manifestatodavanti alle caserme, scontrandosi con la polizia e chiedendo inutilmente di poterleispezionare.

Il Gieiricostruisce diversamente anche il motivo dell’aggressione. In quei giorni, glistudenti si erano recati a Iguala per raccogliere fondi e preparare la commemorazionedi un massacro avvenuto nel ’68. Secondo una loro modalità di lotta, avevano preso“in prestito” alcuni autobus per recarsi sul posto. Avrebbero così dirottato senzasaperlo anche un autobus usato dai narcotrafficanti per il mercato dell’eroina cheva verso gli Stati uniti. Un mezzo di proprietà dell’impresa Costa Line.

Esercitoe polizia federale — dicono poi gli esperti sulla base di testimonianze dirette— hanno costantemente seguito e controllato gli studenti fin da quando hanno lasciatola scuola. Un gruppo di soldati ha anche interrogato i ragazzi che stavano trasportandoin ospedale uno dei loro compagni, ferito durante l’attacco armato. Il Giei ha cercatodi interpellare il 27mo battaglione di fanteria, il gruppo militare competente perIguala e dintorni, ma il governo non lo ha permesso. Sulla base di questi elementi, il rapporto degli esperti indipendenti concludeinviando al governo federale «20 raccomandazioni» e l’invito a riprendere le indagini.

I famigliaridegli scomparsi hanno chiesto una riunione urgente con Peña Nieto, e alla presenzadella commissione di esperti indipendenti: il Giei — hanno auspicato — dovrebberimanere nel paese fino al ritrovamento dei 43. Per il 23 settembre, famigliarie movimenti hanno annunciato uno sciopero della fame e per il 26 hanno indetto unamarcia nella capitale. Con un Twitter,Nieto ha ringraziato gli esperti Giei e ha sostenuto di aver esortato gli inquirentia tener conto delle loro conclusioni.

Intanto,un gruppo di organizzazioni, riunite nel Congresso nazionale cittadino, dal 29 agostosta raccogliendo le firme per denunciare Nieto e i membri del suo gabinetto perappropriazione illecita di fondi pubblici. I deputati federali di Morena, il partitodi Lopez Obrador, presenteranno un progetto di legge perché possa essere processato:come Otto Pérez Molina in Guatemala. http://ilmanifesto.info/espertiindipendentituttemenzognesui43/


 
Informativacompleta della GIEI: https://drive.google.com/file/d/0B1ChdondilaHd29zWTMzeVMzNzA/view?pli=1

Conferenza stampa deigenitori dei genitori dei 43:https://www.youtube.com/watch?v=aeGimeraoUc


 

 
Corriere dellaSera – 07/09/2015

Messico,il rapporto choc sui 43 studenti scomparsi: «Non vennero bruciati. Ignota laloro sorte». La conclusione dell’indagine condotta dalla Commissione inter-americanaper i diritti umani: è «falsa» la versione data dai «rei confessi». Lecomplicità con l’esercito

di Guido Olimpo

Ilgoverno messicano è stato smentito. I 43 studenti scomparsi a Iguala, stato diGuerrero, quasi un anno fa, non sono mai stati bruciati. E ad oggi non si hannoinformazioni sicure su dove siano finiti i loro resti. Questa la conclusionedell’indagine condotta dalla Commissione inter-americana per i diritti umani,un organismo chiamato a far luce su una vicenda angosciante e dove le sorpresenon sono ancora finite.

Igiovani sono spariti il 26 settembre del 2014 nei pressi di Iguala. Erano abordo di alcuni veicoli bloccati da uomini armati: agenti e criminali dellagang Guerreros Unidos. Secondo la versione ufficiale i ragazzi sono staticatturati dai banditi - probabilmente su ordine del sindaco di Iguala - e poitrasferiti vicino ad un torrente dove li hanno assassinati. Successivamente trenarcos - che hanno confessato il crimine - li hanno distrutti con il fuoco. Male successive ricerche non hanno permesso di trovare riscontri e le verifichedel DNA hanno dato esito negativo. Solo un corpo è stato riconosciuto come quellodi uno dei ragazzi scomparsi.

Falsa la versione del governo

LaCommissione ora ha stabilito che la storia raccontata dai «rei confessi» èprobabilmente falsa, così come versione fatta circolare all’epoca. Il governoha sempre parlato di 3 attacchi mentre in realtà sono stati 9 e sempre piùviolenti. Non solo. Il vero movente dell’assalto ai bus - ipotizzano gliinquirenti internazionali - sarebbe stato un tentativo di recuperare un caricodi droga che era su uno dei mezzi. Stupefacenti diretti al mercatostatunitense. Nel rapporto ufficiale si è sempre parlato di 4 veicoli mentrequella notte ve ne erano 5. In precedenza le autorità avevano sostenuto che lagang era entrata in azione perché temeva che gli studenti potessero disturbareun comizio organizzato dal sindaco di Iguala insieme alla moglie, donnaimparentata con un noto clan locale. Una contestazione fomentata da un clanrivale. Scenario che non appare credibile.

Proteste popolari in Messico

Lasparizione dei 43 ha provocato proteste popolari in Messico e all’estero, leautorità sono state più accusate di mentire e di nascondere la verità. Unoscandalo che ha coinvolto anche l’esercito: secondo alcune ricostruzioni -confermate dalla Commissione - unità erano presenti quando i banditi hanno tesol’agguato ai giovani. La vicenda, infine, ha fatto emergere altri massacri. Imilitari hanno recuperato, sempre nell’area di Iguala, i resti di 120 persone,vittime di regolamenti di conti o omicidi eseguiti da formazioni criminalispesso in combutta con la polizia.

Fonte:http://www.corriere.it/esteri/15_settembre_06/messico-rapporto-choc-43-studenti-scomparsi-non-vennero-bruciati-resta-ignota-loro-sorte-ccfa0f0c-54c8-11e5-b241-eccff60fea73.shtml

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