<html><body><div style="color:#000; background-color:#fff; font-family:HelveticaNeue, Helvetica Neue, Helvetica, Arial, Lucida Grande, sans-serif;font-size:16px"><div class="" style="text-align: center; margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2707"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class=""><o:p class=""> </o:p></span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt; text-align: center;">Il Manifesto – 07/09/2015</span></div><div class="" align="center" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; background-image: initial; background-attachment: initial; background-size: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-position: initial; background-repeat: initial;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2703"><b class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2705"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif;mso-fareast-font-family:"Times New Roman";color:#363636;mso-font-kerning:18.0pt;mso-fareast-language:IT" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2704">Esperti indipendenti: «tutte menzogne sui 43»<o:p class=""></o:p></span></b></div><div class="" align="center" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2702"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2701">di Geraldina Colotti<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2700"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2699">Una commissione
di esperti indipendenti smentisce Peña Nieto: i 43 studenti messicani non sono stati
bruciati in una discarica di Cucuta. Secondo la versione ufficiale, la polizia di
Iguala ha consegnato gli alunni della scuola Normal Rural di Ayotzinapa (nel Guerrero)
ai narcotrafficanti dei <i class="">Guerreros Unidos</i>,
che li avrebbero uccisi e bruciati. La ricostruzione ha preso piede qualche giorno
dopo la scomparsa degli studenti, vittime dell’attacco congiunto di polizia e narcotrafficanti,
il 26 settembre 2014. Secondo il governo, i fatti sarebbero emersi dalla confessione
di alcuni narcotrafficanti, confermata dai poliziotti arrestati.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4416"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4417">Una versione
subito contestata dagli antropologi forensi argentini, nominati dai famigliari degli
scomparsi e dai movimenti, che da allora denunciano nelle piazze di tutto il mondo
il “crimine di stato”. <b class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4418">Ora, un gruppo di
esperti indipendenti designato dalla Commissione interamericana dei diritti umani
(Cidu) riprende gli argomenti avanzati dagli specialisti argentini e sostenuti da
alcune coraggiose inchieste giornalistiche, e contesta la verità ufficiale. Tre
gli elementi principali messi in causa: il presunto incenerimento dei corpi, i motivi
dei crimine e il ruolo della polizia militare e federale</b>.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4420"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4419">Nel corso
di 550 pagine, il Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Giei) afferma
che non esiste alcuna evidenza che un numero così elevato di cadaveri abbia potuto
essere ridotto in cenere in una discarica senza essere notato nella zona. Per farlo,
ci sarebbero volute 30 tonnellate di legna e il fuoco sarebbe divampato per 60 ore
e non per circa 12 come hanno sostenuto i presunti pentiti. Le fiamme si sarebbero
alzate per almeno sette metri e il fumo sarebbe stato notato nel raggio di 300 metri.
E nei pressi della discarica non c’era combustibile sufficiente per bruciare neanche
un corpo.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4422"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4421">Uno dei
sospetti emersi dalle indagini alternative è che i ragazzi siano stati portati in
qualche caserma militare, dove si ritiene esistano prigioni sotterranee per le torture
e forni crematori. Per questo, nel corso dei mesi i movimenti hanno manifestato
davanti alle caserme, scontrandosi con la polizia e chiedendo inutilmente di poterle
ispezionare.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4472"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">Il Giei
ricostruisce diversamente anche il motivo dell’aggressione. In quei giorni, gli
studenti si erano recati a Iguala per raccogliere fondi e preparare la commemorazione
di un massacro avvenuto nel ’68. Secondo una loro modalità di lotta, avevano preso
“in prestito” alcuni autobus per recarsi sul posto. Avrebbero così dirottato senza
saperlo anche un autobus usato dai narcotrafficanti per il mercato dell’eroina che
va verso gli Stati uniti. Un mezzo di proprietà dell’impresa Costa Line.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">Esercito
e polizia federale — dicono poi gli esperti sulla base di testimonianze dirette
— hanno costantemente seguito e controllato gli studenti fin da quando hanno lasciato
la scuola. Un gruppo di soldati ha anche interrogato i ragazzi che stavano trasportando
in ospedale uno dei loro compagni, ferito durante l’attacco armato. Il Giei ha cercato
di interpellare il 27mo battaglione di fanteria, il gruppo militare competente per
Iguala e dintorni, ma il governo non lo ha permesso. <b class="">Sulla base di questi elementi, il rapporto degli esperti indipendenti conclude
inviando al governo federale «20 raccomandazioni» e l’invito a riprendere le indagini.</b><o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2659"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2658">I famigliari
degli scomparsi hanno chiesto una riunione urgente con Peña Nieto, e alla presenza
della commissione di esperti indipendenti: il Giei — hanno auspicato — dovrebbe
rimanere nel paese fino al ritrovamento dei 43. Per il 23 settembre, famigliari
e movimenti hanno annunciato uno sciopero della fame e per il 26 hanno indetto una
marcia nella capitale. Con un <i class="">Twitter</i>,
Nieto ha ringraziato gli esperti Giei e ha sostenuto di aver esortato gli inquirenti
a tener conto delle loro conclusioni.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2665"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2666">Intanto,
un gruppo di organizzazioni, riunite nel Congresso nazionale cittadino, dal 29 agosto
sta raccogliendo le firme per denunciare Nieto e i membri del suo gabinetto per
appropriazione illecita di fondi pubblici. I deputati federali di Morena, il partito
di Lopez Obrador, presenteranno un progetto di legge perché possa essere processato:
come Otto Pérez Molina in Guatemala. <a href="http://ilmanifesto.info/esperti-indipendenti-tutte-menzogne-sui-43/" class="">http://ilmanifesto.info/espertiindipendentituttemenzognesui43/</a><o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2667"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class=""><o:p class=""> </o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2670"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2669">Informativa
completa della GIEI: <a href="https://drive.google.com/file/d/0B1ChdondilaHd29zWTMzeVMzNzA/view?pli=1" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2668">https://drive.google.com/file/d/0B1ChdondilaHd29zWTMzeVMzNzA/view?pli=1</a><o:p class=""></o:p></span></div><div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; vertical-align: baseline; background-image: initial; background-attachment: initial; background-size: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-position: initial; background-repeat: initial;" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2674"><span style="font-size:10.0pt;color:#373737" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2673">Conferenza stampa dei
genitori dei genitori dei 43:<span style="border:none windowtext 1.0pt;mso-border-alt:none windowtext 0cm;padding:0cm" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2672"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=aeGimeraoUc" style="font-style: inherit; font-weight: inherit; outline-width: 0px;" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2671">https://www.youtube.com/watch?v=aeGimeraoUc</a></span><o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2675"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class=""><o:p class=""> </o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2676"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class=""><o:p class=""> </o:p></span></div><div class="" align="center" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2679"><b class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2678"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2677">Corriere della
Sera – 07/09/2015<o:p class=""></o:p></span></b></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2683"><b class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2682"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2681"><a href="http://www.corriere.it/esteri/15_settembre_06/messico-rapporto-choc-43-studenti-scomparsi-non-vennero-bruciati-resta-ignota-loro-sorte-ccfa0f0c-54c8-11e5-b241-eccff60fea73.shtml" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2680">Messico,
il rapporto choc sui 43 studenti scomparsi: «Non vennero bruciati. Ignota la
loro sorte». La conclusione dell’indagine condotta dalla Commissione inter-americana
per i diritti umani: è «falsa» la versione data dai «rei confessi». Le
complicità con l’esercito</a><o:p class=""></o:p></span></b></div><div class="" align="center" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2684"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">di Guido Olimpo<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2685"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2686">Il
governo messicano è stato smentito. I 43 studenti scomparsi a Iguala, stato di
Guerrero, quasi un anno fa, non sono mai stati bruciati. E ad oggi non si hanno
informazioni sicure su dove siano finiti i loro resti. Questa la conclusione
dell’indagine condotta dalla Commissione inter-americana per i diritti umani,
un organismo chiamato a far luce su una vicenda angosciante e dove le sorprese
non sono ancora finite.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2687"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2688">I
giovani sono spariti il 26 settembre del 2014 nei pressi di Iguala. Erano a
bordo di alcuni veicoli bloccati da uomini armati: agenti e criminali della
gang Guerreros Unidos. Secondo la versione ufficiale i ragazzi sono stati
catturati dai banditi - probabilmente su ordine del sindaco di Iguala - e poi
trasferiti vicino ad un torrente dove li hanno assassinati. Successivamente tre
narcos - che hanno confessato il crimine - li hanno distrutti con il fuoco. Ma
le successive ricerche non hanno permesso di trovare riscontri e le verifiche
del DNA hanno dato esito negativo. Solo un corpo è stato riconosciuto come quello
di uno dei ragazzi scomparsi.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><b class=""><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">Falsa la versione del governo<o:p class=""></o:p></span></b></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4471"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="" id="yui_3_16_0_1_1441712636337_4470">La
Commissione ora ha stabilito che la storia raccontata dai «rei confessi» è
probabilmente falsa, così come versione fatta circolare all’epoca. Il governo
ha sempre parlato di 3 attacchi mentre in realtà sono stati 9 e sempre più
violenti. Non solo. Il vero movente dell’assalto ai bus - ipotizzano gli
inquirenti internazionali - sarebbe stato un tentativo di recuperare un carico
di droga che era su uno dei mezzi. Stupefacenti diretti al mercato
statunitense. Nel rapporto ufficiale si è sempre parlato di 4 veicoli mentre
quella notte ve ne erano 5. In precedenza le autorità avevano sostenuto che la
gang era entrata in azione perché temeva che gli studenti potessero disturbare
un comizio organizzato dal sindaco di Iguala insieme alla moglie, donna
imparentata con un noto clan locale. Una contestazione fomentata da un clan
rivale. Scenario che non appare credibile.<o:p class=""></o:p></span></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><b class=""><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">Proteste popolari in Messico<o:p class=""></o:p></span></b></div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">La
sparizione dei 43 ha provocato proteste popolari in Messico e all’estero, le
autorità sono state più accusate di mentire e di nascondere la verità. Uno
scandalo che ha coinvolto anche l’esercito: secondo alcune ricostruzioni -
confermate dalla Commissione - unità erano presenti quando i banditi hanno teso
l’agguato ai giovani. La vicenda, infine, ha fatto emergere altri massacri. I
militari hanno recuperato, sempre nell’area di Iguala, i resti di 120 persone,
vittime di regolamenti di conti o omicidi eseguiti da formazioni criminali
spesso in combutta con la polizia.<o:p class=""></o:p></span></div><div id="yui_3_16_0_1_1441712636337_2554">
</div><div class="" style="margin-bottom: 0.0001pt;" dir="ltr"><span style="font-size:10.0pt;font-family:"Times New Roman",serif" class="">Fonte:
<a href="http://www.corriere.it/esteri/15_settembre_06/messico-rapporto-choc-43-studenti-scomparsi-non-vennero-bruciati-resta-ignota-loro-sorte-ccfa0f0c-54c8-11e5-b241-eccff60fea73.shtml" class="">http://www.corriere.it/esteri/15_settembre_06/messico-rapporto-choc-43-studenti-scomparsi-non-vennero-bruciati-resta-ignota-loro-sorte-ccfa0f0c-54c8-11e5-b241-eccff60fea73.shtml</a><o:p class=""></o:p></span></div></div></body></html>