[Ezln-it] Raul Zibechi - Crisi e collasso: uno scenario inedito

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue May 19 15:54:17 CEST 2015


  Crisi ecollasso: uno scenario ineditodi Raúl ZibechiUna delle difficoltàche affrontano i movimenti antisistemici e chi si ostina a cercare di costruireun mondo nuovo, consiste nel fatto che non riusciamo a definire quello che stasuccedendo davanti ai nostri occhi. A grandi linee, coesistono due visioni nonnecessariamente contrapposte, ma molto diverse: chi sostiene che siamo difronte ad una crisi, più grande delle crisi cicliche dell'economia capitalista,e chi tende a ritenere che l'umanità sta per essere portata al collasso dalsistema.Si tratta di undibattito teorico con forti implicazioni pratiche, poiché ci troveremmo difronte a due situazioni molto diverse. Vale ricordare che in altri periodidella storia recente, l'ascesa del nazismo per esempio, provocò profondedivergenze tra le sinistre dell'epoca. Non pochi trascurarono l'importanza delnazismo come una vera mutazione sistemica, e pensavano che si trattasse di unregime autoritario simile ad altri conosciuti fino ad allora. Tuttavia, colpassare del tempo possiamo concordare con Giorgio Agamben secondo il quale ilcampo di concentramento modificò radicalmente la politica, insieme a quello chedefinì come uno stato di eccezione permanente.Ilseminario-semenzaio Il pensierocritico di fronte all'idra capitalista, organizzato dall'EZLN dal 3al 9 maggio ad Oventic e San Cristóbal de Las Casas, è stato lo scenario didiverse visioni che ci attraversano. Da qui, in larga misura, la suastraordinaria ricchezza e fecondità. Nell'ambito anticapitalista coesistonomolte analisi diverse sul mondo attuale, alcune ben fondate, altre piùromantiche, alcune focalizzate sull'economia ed altre sull'etica, e molte altresono combinazioni di queste e di altri modi di guardare e intendere. Credo chetutte abbiano la loro importanza, ma conducono a strade parzialmente diverse.O, meglio, possono contribuire a dilapidare le forze.La cosa piùcomplessa è che nessuno può dire di avere la verità in pugno. Questo punto misembra estremamente complesso, perché non consente di scartare nessunaproposta, ma nemmeno può portarci a dare per valido qualsiasi argomento.Mi sembra necessariodistinguere tra crisi e collasso, non perché siano escludenti, bensì perchéincarnano due analisi distinte. Nell'ambito antisistemico, il concetto di crisiè associato alle crisi periodiche che attraversano l'economia capitalista. Aquesto proposito, l'opera di Karl Marx è un riferimento obbligato per glianticapitalisti di tutti i colori. La sua analisi della crisi disovraccumulazione del capitale si è convertita, giustamente, nel nodo percomprendere come funziona il sistema. Da qui ne deriva un insieme diconsiderazioni di stretta attualità.Sebbene alcunecorrenti della politica economica abbiano coniato l'idea del crollo delcapitalismo per le sue proprie contraddizioni interne, trascurando l'importanzadegli individui collettivi nella sua caduta, è evidente che Marx non siaresponsabile di questa deriva che ha avuto tenaci adepti nella prima parte delXX° secolo.Nello stesso sensodi Marx, Immanuel Wallerstein cita l'esistenza di una crisi del sistema che,dopo vari decenni di sviluppo, darà luogo ad un mondo differentedall'attuale (poiché ad un certo momento si produrrà una biforcazione) chepotrà condurci ad una società migliore o peggiore dell'attuale. Ci troveremmodavanti ad un ventaglio di opportunità temporaneo, durante il quale l'attivitàumana può avere grande confluenza nel risultato finale. In questa analisi, lacrisi si trasformerà in caos, dal quale uscirà un nuovo ordine.L'idea di crisi èassociata a periodi di cambiamenti, disordine, instabilità e turbolenze cheinterrompono lo svolgersi normale delle cose per poi, dopo un certo periodo ditempo, dare luogo ad una nuova normalità, ma modificata. Nelle crisi possonoemergere fattori che daranno al nuovo una differente fisionomia. Dal punto divista dei movimenti, è importante sottolineare due cose: che il concetto dicrisi è troppo associato all'economia, e che appare legato a trasformazioni ecambiamenti.Se ho capito bene,il subcomandante insurgenteMoisés alla chiusura del seminario-semenzaio ha detto di nonsapere se ci sarà il tempo per moltiplicare questo semenzaio, perché quello chesi intravede non è una crisi, bensì qualcosa di più serio. Ha insistito: iltempo ci sta superando, ed ha detto che non basta più camminare, ma è ora digaloppare, di andare più in fretta. La notte precedente, il subcomandante insurgente Galeanoha detto che il 40% dell'umanità sarà migrante e che ci saranno spopolamenti edistruzione di intere zone per essere ristrutturate e ricostruite dal capitale.Credo che non pensasse ad una crisi, ma a qualcosa che potremmo chiamarecollasso, anche se non ha usato questo termine.Il collasso è unacatastrofe su vasta scala che implica il crollo delle istituzioni, sotto formadi rottura o di definitivo declino. Nella storia ci sono state molte crisi, mapoche catastrofi/collassi. Per esempio, mi viene in mente quanto successo colTawantinsuyu, l'impero incaico, a causa dell'arrivo dei conquistadores. Qualcosa disimile è potuto accadere all'impero romano, benché non abbia le conoscenzesufficienti per sostenerlo. In ogni caso, il collasso è la fine di qualcosa, manon la fine della vita, perché, come è successo con i popoli indio, dopo lacatastrofe si sono ricostruiti, ma come individui differenti.Se realmente citroviamo davanti alla prospettiva di un collasso, sarebbe la somma di guerre,crisi economiche, ambientali, sanitarie e naturali. Solo un dato:l'Organizzazione Mondiale della Salute ha avvertito che nel futuro immediato,gli antibiotici non saranno in grado di combattere i superbatteri causa ditubercolosi e polmonite, tra altre malattie. Insomma, il mondo come loconosciamo può sparire. Se questa è la prospettiva immediata, e quelli di sopralo sanno e si stanno preparando, la fretta di Moisés è pienamente giustificata. È ora diaccelerare il passo.
Fonte: http://www.elclarin.cl/web/crisis-sistemica/15678-crisis-y-colapso-desafio-inedito.htmlTraduzione “Maribel” - Bergamo
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