[Ezln-it] Saluto della PIRATA al Forum contro la prigionia politica

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Sat Jun 2 03:26:45 CEST 2012


Saluto della PIRATA al Forum contro la prigionia politica:
http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2185

Tutti i video degli interventi del Foro:
http://foroporlalibertad.noblogs.org/?cat=12


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Saluto della PIRATA al Forum contro la prigionia politica

Ai fratelli e alle sorelle rinchiusi nelle prigioni dello stato
Ai partecipanti a questo foro contro la prigionia politica
Alla "Red contra la represion y por la solidaridad"

Ricevete un abbraccio combattivo e libertario da parte dei collettivi 
che formano la PIRATA (Plataforma Internacionalista por la Resistencia y 
la Autogestión Tejiendo Autonomías). Siamo una rete politica che si è 
creato dall'unione di quattro collettivi libertari: il collettivo Nodo 
Solidale di Roma e Messico, il Colectivo Zapatista Marisol di Lugano, 
Nomads di Bologna e il Grassrootsprojects di Ámsterdam. Siamo compagne e 
compagni del Messico, Italia, Svizzera, Olanda, in lotta contro il mal 
governo che qui, come in tutto il mondo, reprime, uccide e detiene per 
meglio sfruttare il popolo rubargli le risorse.

Oggi qui vogliamo fare un omaggio alla lotta esemplare di Alberto 
Patishtan per il suo continuo lavoro di presa di coscienza fra i 
detenuti, nelle carceri del Messico. Alberto ci ha insegnato che il 
carcere è una trincea in come un'altra, un territorio di lotta in cui 
bisogna dedicarsi con perseveranza e organizzazione, dove gli sfruttati 
possono unirsi e ribellarsi.

Approfittiamo l'occasione per salutare pubblicamente la degna lotta di 
altre e altri prigionieri che abbiamo incrociato nel cammino e che, come 
Alberto, ci hanno mostrato che vivere è resistere. Un abbraccio alla 
base d'appoggio zapatista Francisco Santiz, ai Solidarios de la Voz del 
Amate, a Abraham Ramirez Vasquez, a Victor Herrera Govea, alle donne di 
Atenco...

I prigionieri politici sono tutti nostri fratelli, perché, nonostante 
le differenti lotte intraprese, sono rinchiusi per lo stesso motivo: 
ostacolare e sabotare gli interessi dei potenti.

Vogliamo ricordare in questo spazio degno, anche i prigionieri politici 
della nostra terra: le decine di detenuti e arrestati per resistere, da 
20 anni, alla costruzione del Treno ad Alta Velocità nella Valle di 
Susa, nord d'Italia. Gli arrestati della resistente manifestazione del 
15 ottobre a Roma, durante le mobilitazioni internazionali contro il 
capitalismo, e i capri espiatori della manifestazione del 2001 a Genova 
dove assassinarono Carlo Giuliani. Ricordiamo Marco Camenish e i suoi 
scioperi della fame, incarcerato per difendere la Madre Terra, così come 
Billy, Costa e Silvia, recentemente condannati da un tribunale svizzero 
per la lotta contro le multinazionali. Gli attivisti e le attiviste 
perseguitati per occupare ed esigere case. Ricordiamo inoltre i migranti 
di qualsiasi terra, perseguitati da qualsiasi governo e incarcerati 
negli infernali Centri di Identificazione e Espulsione costruiti lungo 
quelle cicatrici che dividono il mondo in stati.

Un omaggio ai 2300 prigionieri politici palestinesi che dal 17 aprile, 
giorno del prigioniero politico, sono in sciopero della fame contro il 
regime coloniale di Israele.

È tutto un pianeta che si oppone, per questo i potenti lo hanno fatto a 
sbarre e lucchetti. Le prigioni, com'è noto, non servono solo per 
rinchiudere quelli che lottano o pensano in maniera differente ma anche 
per rinchiudere tutti i poveri che eccedono nel mondo/mercato del 
neoliberismo. Nelle carceri di tutti i paesi si riproduce la struttura 
oppressiva e verticale della società capitalista e patriarcale; quindi 
si riproduce e bisogna riprodurre la lotta organizzata contro 
l'oppressione.

Se il carcere è lo specchio e la discarica della società autoritaria e 
capitalista, tutti i detenuti sono il prodotto di un'ingiustizia 
sociale. Essendo necessario distruggere la società autoritaria, è 
necessario, secondo noi, farla finita con questo falso sistema di 
giustizia che rinchiude e annichilisce gli esseri umani nelle prigioni.

Il nostro desiderio e la nostra lotta, quindi, marciano affinche' 
Alberto, Francisco, Rosa e gli altri compagni e compagne rinchiusi 
tornino presto fra di noi, ma anche affinche' la giustizia torni a 
coniugarsi dal basso e con la parola libertà.

Nessuna frontiera, nessuno stato, nessuna prigione.

La PIRATA



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