[Ezln-it] Popoli wixaritari difendono il loro territorio da impresa mineraria canadese
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Fri Feb 10 10:42:09 CET 2012
La Jornada – Giovedì 9 febbraio 2012
Ejidatarios
cedono alle pressione del governo e cominciano a vendere le terre
L'intrusione dell'impresa
mineraria canadese genera sgomberi violenti sull'altopiano potosino. Provoca
forte emozione la mobilitazione dei popoli wixaritari che vogliono difendere il
loro territorio
Hermann
Bellinghausen. Inviato. Estación Catorce, SLP, 8 febbraio. Ha suscitato forte emozione in tutta la regione dell'Altopiano
potosino la mobilitazione dei popoli wixaritari, conclusasi questo martedì sul
monte El Quemado. Già da giorni prima, mentre i pellegrini
"huicholes" iniziavano il loro viaggio verso Wirikuta, in questi
villaggi ed ejidos, fino alle lontate città di Matehuala e Saltillo, la notizia
correva di bocca in bocca, per radio, nei sermoni nelle parrocchie, e alle
vigilia, nei notiziari. Tutti sapevano il motivo dell'arrivo degli indigeni.
Per protestare e difendere le terre del deserto.
I conflitti sono iniziati quando a Santa
Gertrudis l'intrusione del Progetto Universo, di un'importante impresa
mineraria canadese, Revolution Resources, sta provocando sgomberi violenti,
incursioni dell'Esercito federale per reprimere ed espellere i coloni. Uno dei
leader è stato fermato dalla polizia statale ed ora si trova in carcere. sembra
che proprio sotto il villaggio passi una grande vena d'oro che percorre il
deserto all'estremità di ponente.
A differenza dei wixaritari che hanno
convissuto con questo deserto per secoli e di questi ejidos stabiliti qui da
oltre un secolo che si oppongono in blocco allo sfruttamento minerario e
all'industria agroalimentare del pomodoro, molti ejidatarios hanno ceduto alle
pressioni del governo e delle imprese e stanno affittando o vendendo le loro
terre senza opporre resistenza. Molti di loro sono agricoli ed allevatori di
capre, soli e scoraggiati come le donne,
spesso senza marito perché andato "al nord".
- Meglio
che arrivino le imprese minerarie a dare lavoro che morire di sete, senza
lavoro né soldi. I huicholes non ci danno lavoro, e se tutto questo è per il
loro peyote, le terre sono nostre e basta - dice una commerciante in questa
stazione ferroviaria dove una volta c'era la vita quando passava il treno del
nord.
Pochi ejidos si sono rifiutati di vendere, come
Las Margaritas e San Antonio el Coronado. Nelle città, l'opposizione alle
miniere viene repressa. A Charcas, che è un insediamento minerario ma presenta zone rurali, le case
degli oppositori, a sud del deserto, sono state incendiate. Mentre all'estremo
nord, a Cedral, presunti narcotrafficanti hanno minacciato chi si oppone
all'industria dei pomodori, l'altro invasore e devastatore dell'altopiano.
La presenza di gente armata e gruppi dediti
all'estorsione hanno fatto sì che a Vanegas ci sia ormai un accampamento
militare, ed un paio di mesi fa c’è stato uno scontro a fuoco con inseguimenti
che ha raggiunto l’acciottolato che sale a Real de Catorce, dove dopo un nuovo
scontro sono morti due presunti criminali. Parlandone in giro, tutti li
chiamano Zeta. Questo dicono di
essere.
Qui i contadini vivono del taglio e
lavorazione dell'agave lechuguilla,
allevano capre, sono agricoltori. Ma quest'anno il mais non è cresciuto nemmeno
di 20 centimetri. Si tratta di una regione colpita da quelle calamità oggi così
diffuse in Messico: siccità cronica, povertà, disoccupazione, settore minerario
su vasta scala, abbandono del governo, criminalità organizzata, crescente
militarizzazione, delusione e paura tra la popolazione.
Sia gli ejidatarios che i wixaritari dicono che
si devono trovare soluzioni che portino beneficio agli agricoltori ed ai
commercianti del deserto, che fermino l'emigrazione e si possa avere qui un
buon livello di vita, sfruttando questo territorio che è duro, ma è stato anche
generoso fino a poco tempo fa. Gli interessi economici sono sul punto di
devastarlo.
"Un centro cerimoniale molto esteso, di
oltrei 140 mila ettari", come lo vede un pellegrino wixárika. Una vera e
propria miniera d'oro per gli investitori internazionali. Un luogo senza futuro
per molti dei suoi abitanti. Una riserva naturale ineguagliabile, secondo gli
scienziati e gli ambientalisti. http://www.jornada.unam.mx/2012/02/09/sociedad/041n1soc
(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)
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