[Ezln-it] Aggredita comunità di Che Guevara, Chiapas
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Mon Oct 17 15:36:27 CEST 2011
La Jornada – Sabato 15
Ottobre 2011
Basi di appoggio
zapatiste subiscono aggressioni e saccheggi nella comunità Che Guevara,
denuncia la JBG
Hermann Bellinghausen
La giunta di buon
governo (JBG) Hacia la esperanza, di
La Realidad Trinidad, Chiapas, ha denunciato minacce di morte con armi da
fuoco, furto di prodotti, saccheggi e tentativi di omicidio contro le basi di
appoggio zapatiste del villaggio Che Guevara, o Rancho La Paz, nel municipio
autonomo di confine Tierra y Libertad, da parte di persone di insediamenti
vicini protette da funzionari governativi.
Nei giorni 6, 7 e
8, Eladio Pérez e Filadelfo Salas, loro familiari ed altre sei persone
sono arrivate a rubare due ettari di
piante di caffè ed altrettanti sono stati tagliati da Olegario ed Ángel
Roblero. "Le piantagioni di caffè sono coltivate dai nostri compagni, ma
queste persone stanno tagliando le piante nel terreno recuperato di Che
Guevara, che si trova nel municipio ufficiale di Motozintla", comunica la
JBG.
La mattina del
giorno 10, queste persone sono arrivate nuovamente sul terreno di 30 ettari con
l'intenzione di tagliare altro caffè, ma le donne di Che Guevara l'hanno
impedite. Tra gli intrusi, Bersaín e Misael Escobar si sono scagliati contro le
donne a colpi di machete.
"La nostra
compagna Martha Zunun Mazariegos è stata aggredita a colpi di machete ed è
stata colpita al collo e presa a calci e poi, caduta a terra, minacciata con
una pistola da Misael Escobar. Julia Aguilar ha ricevuto un colpo di con
machete in testa, uno al braccio ed un calcio nell'addome. La compagna
Guadalupe, di 75 anni, è stata aggredita con spintoni e minacce di morte".
Misael ha esploso tre colpi in aria. Sono poi spraggiunti altri sei zapatiste
per difendere le donne e sono state minacciate di essere "eliminate una
per volta".
All'alba di
martedì 11, Ángel Hernández Hernández, base di appoggio dell'EZLN di Che
Guevara, mentre aspettava un'auto alla deviazione del Rancho La Paz, è stato
avvicinato dai fratelli Escobar che "gli hanno legato collo e mani e
picchiato, portandolo quindi in un'autofficina di proprietà di Misael al
crocevia di San Dimas, dove hanno continuato a picchiarlo, e quando ha perso
conoscenza hanno deciso di gettarlo nel fiume Río Grande di La Paz, a circa 100
metri, ma una donna che era con loro è intervenuta chiedendo che non lo
facessero". Poi, gli aggressori "hanno detto ad un altro dei nostri
compagni, Manuel Barrios, che l'avrebbero ammazzato".
Il gruppo degli
aggressori è guidato da Silvano Bartolomé e Guillermo Pompilio Gálvez Pinto che
la JBG accusa, insieme ai tre livelli di governo - municipale, statale e
federale - di organizzare e manipolare la gente per provocare le basi
zapatiste. "Questi atti criminali ci riempiono di rabbia e indignazione,
ancora di più quando le istanze governative alle quali compete di fare
giustizia li ignorano lasciandoli nell'impunità".
La JBG denuncia
Rodolfo Suárez Aceituno, presidente municipale di Motozintla, il governatore
Juan Sabines Guerrero ed il presidente Felipe Calderón Hinojosa, quali
"autori intellettuali" di questi "atti criminali". Chiede
alle autorità di fare giustizia. "Siamo stanchi di quello che fa il
malgoverno; imprigiona gli innocenti mentre i criminali godono di piena libertà".
La giunta
zapatista avverte: "Pensano di farci paura affinché i nostri compagni
abbandonino le terre che abbiamo riscattato con il sangue dei nostri compagni
caduti nel 1994. Non ci arrenderemo, le difenderemo a qualunque costo e se il
governo non fa niente al riguardo e l'unica opzione che ci lascia è difenderla
con la nostra stessa vita, lo faremo volentieri".
Se le autorità
ufficiali non interverranno, "saranno complici di questi
delinquenti", aggiunge la JBG. "Come zapatisti, non ci vendiamo per
le porcherie che distribuisce Juan Sabines, e molto meno per gli avanzi di
quello che lui non riesce a mangiare".
A due settimane
dallo sciopero della fame di sette detenuti indigeni di diverse organizzazioni
dell'Altra Campagna, ed altri sei a digiuno per 12 ore al giorno, il presidio
dei familiari in corso da una settimana nella piazza centrale di San Cristóbal
de las Casas denuncia nuove minacce di sgombero da parte del governo statale.
Questo, perché lunedì prossimo inizia nello stesso luogo il Forum Mondiale del
Turismo di Avventura, e non sembrano molto favorevoli all'immagine del governo
chiapaneco le evidenze che si torturano e si imprigionano ingiustificatamente
gli indigeni.
Come riferisce
Indymedia Chiapas, questo giovedì i parenti in presidio hanno ribadito che gli indigeni nelle prigioni di San
Cristóbal, Cintalapa e Motozintla sono stati torturati sistematicamente.
"L'asfissia è una delle forme di tortura più comuni in Chiapas, non solo
durante i governi precedenti, ma anche nell'attuale amministrazione la cosa è
sistematica". http://www.jornada.unam.mx/2011/10/15/politica/015n1pol
Denuncia
della JBG
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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