[Ezln-it] Parole e Audio del messaggio del'EZLN alla Manifestazione per la Giustizia

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sun May 8 15:55:26 CEST 2011



PAROLE DELL’EZLN ALLA MANIFESTAZIONE DI APPOGGIO
ALLA MARCIA NAZIONALEPER LA PACE

 

 

Madri, padri, familiari ed amici delle vittime della guerra
in Messico:

 

Compagne e compagni basi di appoggio zapatiste delle
differenti zone, regioni, villaggi e municipi autonomi ribelli zapatisti:

 

Compagne e compagni dell'Altra Campagna ed aderenti alla
Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona in Messico e nel mondo:

 

Compagne e compagni della Zezta Internazionale:

 

Sorelle e fratelli delle differenti organizzazioni sociali:

 

Sorelle e fratelli delle organizzazioni non governative e
che difendono i diritti umani:

 

Popolo del Messico e popoli del mondo:

 

Sorelle e fratelli:

 

Compagne e compagni:

 

Oggi siamo qui in migliaia di uomini, donne, bambini ed
anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale per dire la nostra
piccola parola.

 

Oggi siamo qui perché persone dal cuore nobile e dignità
ferma ci hanno convocati a manifestare per fermare la guerra che ha riempito di
tristezza, dolore e indignazione i suoli del Messico.

 

Perché ci siamo sentiti chiamati dal reclamo di giustizia di
madri e padri di bambini e bambine che sono stati assassinati dalla pallottola
e dall'arroganza e scempiaggine dei malgoverni.

 

Perché ci sentiamo chiamati dalla degna rabbia delle madri e
dei padri dei giovani assassinati dalle bande criminali e dal cinismo
governativo.

 

Perché ci sentiamo convocati dai familiari di morti, feriti,
mutilati, scomparsi, rapiti e imprigionati senza avere colpa o reato alcuno.

 

E questo è quello che ci dicono le loro parole ed i loro
silenzi:

 

Che la storia del Messico è tornata a macchiarsi di sangue
innocente.

 

Che decine di migliaia di persone sono morte in questa
guerra assurda che non porta da nessuna parte.

 

Che la pace e la giustizia non trovano più posto in nessun
angolo del nostro paese.

 

Che l'unica colpa di queste vittime è essere nate o vivere
in un paese mal governato da gruppi legali e illegali assetati di guerra, di
morte e di distruzione.

 

Che questa guerra ha avuto come principale bersaglio
militare esseri umani innocenti, di tutte le classi sociali, che non hanno
niente a che cosa vedere né col narcotraffico né con le forze governative.

 

Che i malgoverni, tutti, federale, statali e municipali, hanno
trasformato le strade in zone di guerra senza che chi le percorre e lavora
fosse d'accordo e ci fosse modi di proteggersi.

 

Che i malgoverni hanno trasformato in zone di guerra le
scuole e le università pubbliche e private, ed i bambini ed i giovani non vanno
a lezione ma in imboscate di una o dell'altra banda.

 

Che i luoghi di incontro e divertimento ora sono obiettivi
militari.

 

Che andando al lavoro si cammina con l'angoscia di non
sapere che cosa succederà, di non sapere se una pallottola, dei delinquenti o
del governo, verserà il sangue proprio o quello di un familiare o di un amico.

 

Che i malgoverni hanno creato il problema e non solo non
l'hanno risolto, ma l'hanno esteso e diffuso in tutto il Messico.

 

Che c'è molto dolore e pena per tante morti insensate.

 

Stop alla guerra.

 

Non più sangue.

 

Ne abbiamo abbastanza.

 

Ora basta.

 

Le parole ed i silenzi di queste belle persone non
rappresentano i malgoverni.

 

Non rappresentano i criminali che rubano, saccheggiano,
sequestrano ed assassinano.

 

Non rappresentano nemmeno chi, nella classe politica, vuole
guadagnarci da questa disgrazia nazionale.

 

I silenzi e le parole di queste persone sono quelle di gente
semplice, lavoratrice, onesta.

 

Queste persone non vogliono un beneficio personale.

 

Vogliono solo giustizia e che il dolore che hanno provato e
provano non arrivi al cuore di altre madri, altri padri, altri familiari, altri
amici, di bambini, bambine, giovani, adulti e anziani che non fanno altro che
tentare di vivere, di apprendere, di lavorare e di andare avanti con dignità.

 

Le parole, i silenzi e le azioni di queste belle persone
chiedono qualcosa di molto semplice: una vita con pace, giustizia e dignità.

 

E che cosa risponde loro il governo?

 

I padri e le madri di alcuni bambini e bambine molto piccoli
che sono morti e sono rimasti feriti in un incendio per colpa dei malgoverni,
chiedono che si faccia giustizia, cioè che si puniscano i colpevoli, anche se
sono vicini o amici del governo, e che quel crimine non si ripeta, affinché
altri padri e madri non muoiano un po' anche loro con la morte delle proprie
figlie e dei propri figli.  

  

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse
bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la
loro disgrazia.  

  

I familiari e gli amici di alcuni studenti che sono stati
assassinati all'interno di un'università privata chiedono che si conosca che
cosa è successo e si faccia giustizia e non si ripeta il crimine di trasformare
i centri di studio in campi di battaglia affinché altri familiari, amici,
maestri e compagni di studio non muoiano un po' anche loro con la morte degli
studenti.  

  

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse
bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la
loro disgrazia.

 

Gli abitanti di una comunità onesta e lavoratrice, creata
secondo il proprio pensiero, si organizzano per costruire e difendere la pace
di cui necessitano, per combattere il crimine che il governo protegge. Per
questo uno dei suoi abitanti è stato sequestrato ed assassinato. I suoi
familiari e compagni chiedono giustizia e che non si ripeta il crimine di
uccidere il lavoro e l'onestà, affinché altri familiari e compagni non muoiano
un po' anche loro con la morte di chi lotta per la collettività.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse
bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la
loro disgrazia.

 

Alcuni ragazzi, buoni studenti e buoni sportivi, si
incontrano per divertirsi o escono a passeggio o per una sana conversazione, un
gruppo criminale arriva sul posto e li uccide. Ed il governo li uccide un'altra
volta dichiarando che quei ragazzi erano criminali aggrediti da altri
criminali. Le madri ed i padri chiedono giustizia e che non si ripetano i reati
di non proteggere i ragazzi ed accusarli ingiustamente di essere delinquenti,
affinché altre madri e padri non muoiano un po' anche loro nel vedere morire
due volte il sangue fatto nascere per essere vivo.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse
bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la
loro disgrazia.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Qualche giorno fa è iniziato in silenzio il passo di un
padre che è un poeta, di alcune madri, di alcuni padri, di alcuni parenti, di
alcuni fratelli, di alcuni amici, di alcuni conoscenti, di esseri umani.

 

Ieri erano le loro degne parole, oggi è il loro silenzio
degno.

 

Le loro parole ed i loro silenzi dicono lo stesso: vogliamo
pace e giustizia, cioè una vita degna.

 

Queste persone oneste chiedono, esigendo dal governo un
piano che abbia come principali obiettivi la vita, la libertà, la giustizia e
la pace.

 

Ed il governo risponde loro che proseguirà col suo piano che
ha come principale obiettivo la morte e l'impunità.

 

Queste persone non vogliono essere governo, ma vogliono che
il governo provveda e si preoccupi della vita, la libertà, la giustizia e la
pace dei governati.

 

La loro lotta non nasce dall'interesse personale.

 

Nasce dal dolore di perdere qualcuno che si ama come si ama
la vita.

 

I governi ed i suoi politici dicono che criticare o non
essere d'accordo con quello che stanno facendo vuol dire essere d'accordo e
favorire i criminali.

 

I governi dicono che l'unica strategia buona è quella che
insanguina le strade ed i campi del Messico, e distrugge famiglie, comunità, il
paese intero.

 

Ma, chi sostiene di avere dalla propria parte la legge e la
forza, lo fa solo per imporre la sua ragione individuale appoggiandosi su
quelle forze e quelle leggi.

 

E non è la ragione propria, di individuo o di gruppo, quella
che deve imporsi, ma la ragione collettiva di tutta la società.

 

E la ragione di una società si costruisce con legittimità,
con argomenti, con ragionamenti, con capacità di convocazione, con accordi.

 

Perché chi impone la sua ragione, solo divide e confronta.
Ed è così incapace di ragione collettiva da doversi rifugiare nella legge e la
forza.

 

Una legge che serve solo a garantire impunità a parenti e
amici.

 

Una forza che da tempo è corrotta.

 

Legge e forza che servono per spogliare da un lavoro degno,
per coprire inettitudini, calunniare, perseguire, imprigionare ed ammazzare chi
critica e si oppone a quella ragione, a quella legge e quella forza.

 

Avere paura della parola della gente e vedere in ogni
critica, dubbio, domanda o richiamo un tentativo di rovesciamento, è proprio di
dittatori e tiranni.

 

Vedere in ogni dignitoso dolore una minaccia, è da malati di
potere e avarizia.

 

E male fa il comandante che dice ai suoi soldati e
poliziotti che ascoltare la gente nobile e buona è un fallimento.

 

Che fermare un massacro è una sconfitta

 

Che correggere un errore è arrendersi.

 

Che pensare e cercare strade migliori per servire meglio la
gente è abbandonare con vergogna una lotta.

 

Perché saper ascoltare con umiltà e attenzione quello che
dice la gente è la virtù di un buon governo.

 

Perché sapere ascoltare e soddisfare quello che la gente
tace è la virtù delle persone sagge e oneste.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Oggi non siamo qui per parlare dei nostri dolori, delle
nostre lotte, dei nostri sogni, delle nostre vite e morti.

 

Oggi non siamo qui per indicare strade, né per dire che cosa
fare, né per rispondere alla domanda su che cosa succederà.

 

Oggi siamo qui per rappresentare decine di migliaia di
indigeni zapatisti, molti più di quelli che oggi si vedono, per dire a questo
dignitoso passo silenzioso:

 

Che nella sua domanda di giustizia…

 

Che nella sua lotta per la vita…

 

Che nel suo anelito di pace…

 

Che nella sua esigenza di libertà…

 

Noi, le zapatiste, gli zapatisti, li comprendiamo e li
appoggiamo.

 

Oggi siamo qui per rispondere all'appello di chi lotta per
la vita.

 

Al quale il malgoverno risponde con la morte.

 

Perché di questo si tratta, compagne e compagni.

 

Di una lotta per la vita e contro la morte.

 

Non si tratta di vedere chi vince tra cattolici, evangelici,
mormoni, presbiteriani o di qualunque religione o non credenti.

 

Non si tratta di vedere chi è indigeno e chi no.

 

Non si tratta di vedere chi è più ricco o più povero.

 

Non si tratta di chi è di sinistra, di centro o di destra.

 

Non si tratta se sono migliori i panisti o i priisti o i
perredisti o come si chiamino o se sono tutti ugualmente cattivi.

 

Non si tratta di chi è zapatista o non lo è.

 

Non si tratta di stare col crimine organizzato o col crimine
disorganizzato che è il malgoverno.

 

No.

 

Si tratta che per essere quello che ognuno sceglie di
essere, per credere o non credere, per scegliere un'ideologica, politica o
religiosa, per discutere, concordare o essere in disaccordo, sono necessarie la
pace, la libertà, la giustizia e la vita.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Queste nobili persone non ci stanno chiamando o convincendo
ad abbracciare una religione, un'idea, un pensiero politico o una posizione
sociale.

 

Non ci stanno chiamando a cacciare un governo per metterne
un altro.

 

Non ci stanno dicendo che bisogna votare per uno o per un
altro.

 

Queste persone ci stanno convocando a lottare per la vita.

 

E può esserci vita solo se ci sono libertà, giustizia e
pace.

 

Per questo questa è una lotta tra chi vuole la vita e chi
vuole la morte.

 

E noi, le zapatiste, gli zapatisti, scegliamo di lottare per
la vita, cioè, per la giustizia, la libertà e la pace.

 

Per questo…

 

Oggi siamo qui per dire semplicemente a queste belle persone
che camminano in silenzio, che non sono soli.

 

Che sentiamo il dolore del loro silenzio, come prima la
degna rabbia delle loro parole.

 

Che nel loro stop alla guerra….

 

Che nel loro non più sangue…

 

Che nel loro ne abbiamo abbastanza…

 

Non sono soli!

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Viva la vita, la libertà, la giustizia e la pace!

 

Muoia la morte!

 

Per tutti tutto, per noi niente!

 

Democrazia!

Libertà!

Giustizia!

 

Dalle montagne del
Sudest Messicano.

Per il Comitato Clandestino
Rivoluzionario Indigeno. Comandancia Generale dell’Esercito Zapatista di
Liberazione Nazionale

Subcomandante
Insurgente Marcos

Mesico, 7 maggio 2011

 

 

Audio del messaggio letto dal Comandante David http://desinformemonos.org/2011/05/audio-del-mensaje-del-ezln-en-voz-del-comandante-david/

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2011/05/07/palabras-del-ezln-en-la-movilizacion-de-apoyo-a-la-marcha-nacional-por-la-paz/

 

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)

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