[Ezln-it] Proteste nel mondo per la liberazione degli indigeni dell'Altra Campagna

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Mar 14 14:29:40 CET 2011



La Jornada – Lunedì 14 marzo
2011

Proseguono
le proteste in 12 Nazioni per la liberazione degli indigeni dell'Altra Campagna

Le azioni a New York,
Londra, Parigi, Berlino, Buenos Aires, ed in altre città

Hermann Bellinghausen

Sono proseguite
questa domenica le azioni pubbliche per chiedere la liberazione degli indigeni
dell'Altra Campagna che si trovano in carcere in Chiapas, in particolare dei
cinque coloni di San Sebastián Bachajón reclusi nelle prigioni di Catazajá e
Berriozabal. Da lunedì 7 scorso si sono svolti meeting, mostre ed azioni di
protesta davanti a consolati ed ambasciate messicane, o in piazze pubbliche in
una dozzina di paesi.

A Città del
Messico, New York, Londra, Edimburgo, Parigi, Berlino, Barcellona e Buenos
Aires si sono visti striscioni con scritto "assassini" e
"repressori" ai governi federale e chiapaneco, e si sostegno ai
diritti alla terra ed al territorio delle comunità indigene zapatiste e
dell'Altra Campagna. Ci sono state proteste anche in Sudafrica, Puerto Rico,
Austria, Marocco, Filippine e Colombia.

Collettivi,
organizzazioni ed aderenti all'Altra Campagna, membri della Rete Contro la
Repressione e per la Solidarietà, hanno tenuto oggi una manifestazione sul
piazzale del palazzo delle Belle Arti, come parte delle azioni per la
liberazione dei cinque tzeltales di San Sebastián, così come del maestro
Alberto Patishtán Gómez (tzotzil in prigione a San Cristóbal de las Casas) e
Máximo Mojica Delgado (a Tecpan di Galeana, Guerrero).

Nello stesso
tempo, attivisti dell'Altra Campagna in Messico chiedono al governo di Oaxaca
la liberazione di Álvaro Sebastián Ramírez, "prigioniero politico e di
coscienza". Tutti loro sono aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva
Lacandona.

I collettivi
della Rete sostengono che gli ejidatarios di San Sebastián "difendono il
loro territorio che vogliono togliere loro perché è molto bello", per
progetti presuntamente turistici alle cascate di Agua Azul, "ma in realtà
sono a beneficio degli interessi di quelli che stanno in alto e delle
multinazionali". Per questo, come i contadini choles dell'ejido di Tila,
"gli vogliono togliere le terre".

Ricordano i fatti
che hanno scatenato la repressione a San Sebastián: "Coltivavano la terra
e gestivano l'accesso al sito con un botteghino ed il 2 febbraio sono stati
aggrediti da priisti e paramilitari, appoggiati dalle autorità municipali di
Chilón. Negli scontri è morto uno degli aggressori, vittima delle armi della
sua stessa gente". Il giorno 3, quando gli ejidatarios erano in riunione
"per concordare la risposta da dare al governo statale sull'offerta di
iniziare un tavolo di dialogo, sono stati attaccati a tradimento da centinaia
di poliziotti statali, federali e da elementi dell'Esercito".

Furono fermati
117 ejidatarios. 107 furono presto rilasciati e gli altri restarono in carcere
con  gravi accuse come omicidio
aggravato. Successivamente, "grazie alle azioni in Messico ed in altri
paesi", dice la Rete, ne sono stati rilasciati cinque. Sono ancora in
prigione Mariano Demeza Silvano, Domingo Pérez Álvaro, Domingo García Gómez,
Juan Aguilar Guzmán e Jerónimo Guzmán Méndez.

Rispetto ai
maestri Patishtán e Mojica, L'Altra Campagna inizierà attività su scala
nazionale, soprattutto nelle scuole inferiori, medie e superiori, contro la
loro "detenzione arbitraria ed ingiustificata" da anni.

 

Condannato per reati mai commessi

 

I collettivi
vogliono "richiamare l'attenzione su un problema che sta diventando
angoscioso: la continua repressione contro la società civile da parte di
polizia, militari e paramilitari".  

Questo appello si
rivolge ai lavoratori della scuola, genitori, piccoli commercianti, operai,
contadini. "I nostri compagni devono stare in classe ad insegnare e non in
prigione".  

Un altro caso è
la domanda di appello per Álvaro Sebastián Ramírez, di Loxicha, condannato a 29
anni per gravi reati che non ha mai commesso. È da 13 anni in carcere, ora nel
penitenziario di Santa María Ixcotel (Oaxaca).

In un'analisi sul
caso, l'ex prigioniero politico Jacobo Silva Nogales ha spiegato in dettaglio e
con fondamento giuridico perché Ramírez non è responsabile dei reati a lui
imputato. http://www.jornada.unam.mx/2011/03/14/index.php?section=politica&article=021n1pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)




      
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