[Ezln-it] Acteal: 14 anni dopo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Dec 22 12:59:39 CET 2011


La Jornada – Giovedì 22 dicembre 2011
Las Abejas
commemorano il massacro di Acteal con una giornata di resistenza. Quattordici
anni dopo chiedono di punire i responsabili
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
San
Cristóbal de las Casas, Chis. 21 dicembre. Da due
giorni, dei tre previsti, si stanno svolgendo le commemorazioni della Società
Civile Las Abejas del massacro di Acteal a Yabteclum, municipio di Chenalhó,
dove le cinque zone dell'organizzazione tzotzil hanno iniziato da martedì
alcune "giornate di digiuno e preghiera"; ma anche "di memoria
della resistenza", di conoscenza dell'attuale "situazione di violenza
nel nostro paese".
Le famiglie di Las Abejas hanno accolto nel
pomeriggio la marcia "contro la violenza di Stato, per la pace, la memoria
e contro l'impunità", partita da San Cristóbal all'alba di ieri, per
alcuni tratti a piedi ed altri in auto, alla maniera delle "torce"
guadalupane. Intanto, adActeal, da martedì stanno giungendo gruppi di indigeni
cattolici di Simojovel, Chenalhó, Pantelhó e Mitontic.
Come ogni anno in questo giorno, ed ogni
giorno 22 di tutti i mesi dei passati quattordici anni, Las Abejas ricordano i
loro 45 morti del 1997 e continuano a chiedere giustizia e rispetto da parte
delle autorità, così come la punizione degli autori materiali ed intellettuali
del massacro.
A nome dell'organizzazione, Antonio Gutiérrez
ha dichiarato che nel nostro paese la giustizia viene "garantita
unicamente ad amici e soci" dei governanti di turno. Ha citato la
responsabilità nei fatti dell'allora governatore del Chiapas, Julio César Ruiz
Fierro; del segretario di Governo, Emilio Chuayffet Chemor, e del presidente
della Repubblica, Ernesto Zedillo Ponce de León.
Tutte le processioni convergeranno
all'incrocio di Majomut, all'altezza della base militare, per dirigersi ad
Acteal e celebrare il ricordo con l'abituale contributo di Las Abejas per la
denuncia e la solidarietà, e per manifestare anche "contro l'impunità da nord
a sud del nostro paese" e "l'accelerato processo di militarizzazione,
paramilitarizzazione e mancanza di controllo sociale", come deliberata
strategia del governo di Felipe Calderón Hinojosa.
(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)
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