[Ezln-it] Firma contro l'abolizione del 25 aprile e del Primo Maggio

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Aug 24 10:16:22 CEST 2011



Philip Dick e l'abolizione del
25 aprile e del Primo Maggio

http://italy.indymedia.org/node/558

22/08/2011

 

Il colpo di
mano del "Comma 24"

di Domenico Gallo

Nel suo libro "la svastica
sul sole" lo scrittore di fantascienza americano Philips Dick provava ad
immaginare come sarebbe stata l'America se i nazisti ed i giapponesi avessero
vinto la seconda guerra mondiale. Ci siamo sempre chiesti come avrebbe
immaginato Philips Dick l'Italia se Mussolini ed Hitler avessero vinto la
guerra? Certamente nell'Italia con la svastica sul sole non ci sarebbe stata la
Repubblica ed una Costituzione democratica fondata sul lavoro. Perciò a nessuno
sarebbe venuto in mente di festeggiare il 2 giugno (festa della Repubblica), né
tantomeno il 25 aprile (festa della liberazione dal nazifascismo) ed il primo
maggio (festa dei lavoratori) avrebbe potuto essere accantonato facilmente.

Normalmente fra il mondo della
realtà e quello della fantascienza c'è un baratro, in quanto la fantascienza
inizia dove finisce il mondo reale. Però in questo strano paese, favorito dalla
calura di agosto, il confine fra realtà e fantascianza si è liquefatto e la
profezia nera della "svastica sul sole" si è riversata nel mondo
reale, addirittura si è trasformata in nero su bianco ed è entrata nella
Gazzetta Ufficiale, attestandosi al comma 24, che recita: "A decorrere
dall'anno 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 30 novembre
dell'anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le
festivita` introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la
Santa Sede, nonche´ le celebrazioni nazionali e le festivita` dei Santi Patroni
in modo tale che, sulla base della piu` diffusa prassi europea, le stesse
cadano il venerdı` precedente ovvero il lunedı` seguente la prima domenica
immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica".

Con questo linguaggio burocratico
è stato tolto ogni valore alla celebrazione della liberazione (25 aprile), alla
festa del lavoro (1° maggio) ed alla celebrazione della nascita della
Repubblica. Il fatto che tali festività non siano state del tutto soppresse ma
consegnate nella mani del Consiglio dei Ministri che può spostarle quando vuole
e farle coincidere o meno con la domenica è ancora più oltraggioso della loro
semplice cancellazione, perchè fa dipendere la loro celebrazione da calcoli di
opportunità (per es. a secondo che gli operatori del turismo o altre
corporazioni le considerino più o meno utili), destituendo tali ricorrenze di
ogni significato.

Poiché noi viviamo pur sempre in
un ordinamento, basato su una Costituzione, nata dalla Resistenza, nella quale
all'art. 1 si delinea il volto dell'Italia come quello di una Repubblica
democratica fondata sul lavoro, è evidente che il Comma 24, introduce un
paradosso, altrettanto inquietante quanto il più famoso paradosso del libro
Comma 22 di Joseph Heller, che narrava le avventure di un gruppo di piloti statunitensi
impiegati per i bombardamenti in Italia durante la seconda guerra mondiale. Questi
piloti potevano chiedere l'esenzione dalle missioni di bombardamento solo in
caso di pazzia (comma 21), però il comma 22 prevedeva che chi chiedeva
l'esonero non poteva essere pazzo.

Con il Comma 24 il Governo Berlusconi cerca di cancellare, sul piano simbolico,
i caratteri che definiscono l'identità della Repubblica e danno significato
alla nozione di "Patria" nel nostro tempo.

Senonchè questi caratteri non
sono stati tracciati nella sabbia, nascono da un processo storico doloroso e
travagliato. Essi sono incisi, per dirlo con parole di Calamandrei "sulla
roccia di un patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono, per
dignità, non per odio, decisi a riscattare la vergogna ed il terrore del
mondo". Le questioni simboliche hanno una alta valenza politica perchè
incidono sull'immaginario collettivo e sulla coscienza di sé. Cancellare i
simboli dell'identità significa favorire un processo di destrutturazione della
nazione, attraverso la perdita della memoria storica. Uno degli indici più
inquietanti del contesto culturale del nostro tempo è dato dal fatto che noi
viviamo confinati in un eterno presente.

Viviamo immersi nel presente,
come se non avessimo un passato e come se non dovessimo preoccuparci del nostro
futuro ed adesso si cerca esplicitamente di produrre un diffuso analfabetismo
politico di ritorno, per effetto del quale la resistenza diventa un capitolo
archiviato negli scaffali della Storia, come le guerre puniche, e la
Costituzione da essa generata, una mera tecnologia per l'organizzazione dei
poteri pubblici, da relegare nell'archeologia industriale. Invece, "noi -
come ha avvertito Benedetto Croce - siamo prodotti del passato e viviamo
immersi nel passato" . Ed io aggiungo che possiamo costruire un futuro
solo se manteniamo il rapporto di intelligenza morale con il passato che ci ha
prodotti. Per questo non possiamo accettare che i segni dell'identità italiana
vengano cancellati.


FIRMA L'APPELLO CONTRO
L'ABOLIZIONE DELLE FESTE DEL 25 APRILE, PRIMO MAGGIO E 2 GIUGNO alla pagina

http://www.articolo21.org/96/appello/contro-labolizione-del-5-aprile-del...

-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/ezln-it/attachments/20110824/44c06ac6/attachment.htm>


More information about the Ezln-it mailing list