[Ezln-it] Gianni Proiettis espulso dal Messico

p f pablecito48 at hotmail.com
Sat Apr 16 20:30:30 CEST 2011


Espulso dal Messico il giornalista Gianni Proiettis





di Fabrizio Lorusso

Puerto Escondido, Messico. Ci avevano già provato esattamente quattro mesi fa e
 ora ci sono riusciti. Il giornalista italiano residente nella città 
meridionale di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas, è stato espulso 
ed è stato costretto a partire per Roma con un volo da Città del Messico
 alle 7 pm del 15 aprile. In base all’articolo 33 della
 Costituzione messicana il governo, attraverso gli uffici decentrati e i
 funzionari dell’Istituto Nazionale della Migrazione (INM), ha la 
facoltà di deportare a suo piacimento (la chiamano “discrezionalità”) le
 persone indesiderate. 

E’ una norma che fu pensata all’epoca in cui gli stranieri intervenivano
 pesantemente nella politica nazionale e in più occasioni (vedi 
invasioni statunitensi e francesi in Messico) minacciarono concretamente
 la sovranità e l’indipendenza del paese. Da molti anni ormai viene 
utilizzato come spauracchio contro i giornalisti, gli attivisti e gli 
stranieri in generale anche se a volte purtroppo la minaccia si 
concretizza più facilmente e rapidamente di quanto ci si possa 
immaginare.


Ieri Giovanni Proiettis, Gianni per gli amici, si è recato agli 
uffici della Migrazione per rinnovare il suo permesso di soggiorno 
(FM=Forma Migratoria) così come ha fatto negli ultimi sedici anni in cui
 ha risieduto legalmente in Messico svolgendo le sue attività di 
professore universitario, giornalista e cooperante in progetti di 
sviluppo comunitario in Chiapas, una delle regioni più povere e 
sfruttate del paese. Non è più uscito da quegli uffici se non per essere
 deportato nella capitale della regione, Tuxtla Gutiérrez, e poi a Città
 del Messico qualche ora dopo. Come sempre in questi casi sono molte le 
violazioni ai diritti dell’uomo perpetrate dai vari funzionari, armati e
 non, che intervengono nel processo di deportazione fast track. Gianni 
Proiettis non ha avuto la possibilità di comunicare con parenti, amici e
 nemmeno con l’ambasciata, ha subito vessazioni e trattamento “inumano e
 degradante” durante una detenzione illegale ed è stato poi rinchiuso in
 una cella nella zona periferica di Iztapalapa. 

Nonostante un giudice di Tuxtla avesse emesso un’ordinanza (scaricabile qui)
 che impediva l’espulsione del giornalista e criticava le modalità in 
cui è stato applicato e interpretato l’articolo 33 costituzionale, non 
c’è stato nulla da fare perché il documento è arrivato in ritardo alle 
autorità che in aeroporto avevano già imbarcato Proiettis. Sua moglie ha
 dichiarato ai giornalisti di NarcoNews che
 non c’era stato nulla di anomalo negli ultimi 4 mesi, nessun segnale 
che preannunciasse questa decisione arbitraria e ingiustificata come 
sostiene anche lo stesso atto giudiziario emesso a Tuxtla in difesa 
dell’italiano. Già il dicembre scorso Proiettis era stato oggetto di un 
tentativo d’espulsione – inizialmente si disse che fu a causa della sua 
partecipazione al summit sul cambio climatico di Cancun – che fu 
sventato anche grazie alla pronta reazione della stampa e all’intervento
 dei media indipendenti in difesa della libertà di pensiero ed 
espressione. 

Da anni le attività del giornalista italiano, impegnato in un 
progetto di eco-turismo nella cittadina di Venustiano Carranza, non sono
 gradite all’autorità e al governatore del PRD (Partido Revolución 
Democrática), Juán Sabines. Stesso discorso per i suoi articoli di 
denuncia sull’operato delle imprese multinazionali minerarie nella 
regione: in particolare, un’intervista
 del 23 gennaio 2010 con il padre del leader sindacale Mariano Abarca, 
assassinato nel novembre 2009, risultò particolarmente scomoda per la 
compagnia mineraria canadese Blackfire Exploration Ltd e i funzionari statali che ne difendono gli affari. 

A dicembre il governo del Chiapas e l’INM dovettero ripiegare in modo
 rocambolesco e, dopo aver cambiato più volte i capi d’imputazione 
contro Proiettis, arrivando perfino a inventare accuse per spaccio di 
droga, porsero ufficialmente le proprie scuse per
 quanto era accaduto. Evidentemente si trattava di un bluff e di una 
tregua momentanea in attesa di una nuova rappresaglia che è arrivata 
puntuale allo scoccare del quarto mese. Altri dettagli interessanti sul 
caso dalla rivista Proceso QUI.http://www.carmillaonline.com/archives/2011/04/003870.html
 		 	   		  
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: <http://lists.ecn.org/pipermail/ezln-it/attachments/20110416/41410e68/attachment.htm>


More information about the Ezln-it mailing list