[Ezln-it] Protesta a New York per la liberazione dei prigionieri politici in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Apr 5 15:14:29 CEST 2011



La Jornada – Martedì 5
aprile 2011

Proteste
degli aderenti dell’Altra Campagna al Consolato messicano di New York

Hermann Bellinghausen

Il Movimento per
la Giustizia del Barrio di New York, aderente all’Altra Campagna, lunedì ha
occupato pacificamente gli uffici del consolato del Messico per chiedere al
governo del Chiapas la liberazione dei "cinque di Bachajón". Questo, come
parte della campagna mondiale che dal 1° aprile scorso si sta svolgendo in
diversi Paesi.

Si sono svolte
manifestazioni davanti all’ambasciata del Messico a Londra ed al consolato di
Montreal (Canada). Domenica scorsa la Unione Sindacale Solidale riunita a
Parigi, ha chiesto la liberazione dei cinque campesinos tzeltales di San Sebastián Bachajón, Chiapas, in carcere
da due mesi con l’accusa di reati che non hanno commesso. L’associazione Ya
Basta! nel fine settimana ha partecipato ad una manifestazione contro la guerra
in diverse città italiane ed ha posto la liberazione degli indigeni tra le
istanze delle mobilitazioni.

"L'occupazione"
a New York, è avvenuta dopo che gli attivisti, "come tutti gli altri
messicani che devono fare la coda per entrare, abbiamo scavalcato un vero e
proprio muro di guardie", hanno raccontato successivamente. "Con
striscioni e volantini e gridando slogan, abbiamo chiesto che si presentasse il
Console per leggergli una lettera di denuncia della violenza e dell'ingiustizia
esercitata dal malgoverno contro la comunità di Bachajón e per chiedere al
governo di liberare immediatamente i cinque compagni prigionieri politici. Le
guardie hanno tentato più volte di cacciarci dall'edificio, ma senza
riuscirci".

Dalla prigione di
Playas de Catazajá, i detenuti aderenti all’Altra Campagna dell’ejido San
Sebastián Bachajón (municipio di Chilón), hanno inviato una lettera alle
organizzazioni solidali nel mondo, con la richiesta di essere liberati "senza
condizioni del governo", dichiarando: "Noi siamo in lotta".

I “prigionieri
politici” Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo Pérez Álvaro e
Domingo García Gómez, "sequestrati in questo carcere n. 17 (Playas de
Catazajá) ed un altro a Villa Crisol, Mariano Demeza Silvano", ribadiscono
la loro denuncia contro il "malgoverno federale e statale per la
costruzione de botteghino di ingresso nell'ejido San Sebastián Bachajón, nel
territorio degli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona,
senza l'autorizzazione degli ejidatarios" (i quali, inoltre, avevano un
proprio botteghino).

Dichiarano che il
governo "ha voluto distruggere l'organizzazione per difesa della terra,
per occupare le ricchezze naturali e la riserva delle Cascate di Agua Azul ed
introdurre il progetto transnazionale Visión
2030. Viviamo per la terra, siamo gente di campagna e difendiamo le terre
che ci hanno lasciato i nostri nonni". Questo "al governo non
piace" e per questo  "ci tiene
sequestrati dal 3 febbraio, per non accettare il dialogo e l'accordo di
consegnare nelle sue mani le risorse naturali".

Accusati di reati
"che loro stessi [il governo] hanno fabbricato", i detenuti ricordano
che "il giorno dei fatti, un gruppo del Partito Verde Ecologista del
Messico è venuto sul posto a provocare e rubare, bloccando il passaggio per il
sito turistico ed addossandoci la colpa". In quei fatti ha perso la vita
uno degli aggressori, in condizioni non chiare.

"Siamo
d'accordo di fare giustizia in maniera trasparente, ma non che ci addossino la
colpa, perché il giorno dei fatti nessuno dei cinque si trovava sul
posto", aggiungono i detenuti.

Da San Sebastián,
gli ejidatarios aderenti all'Altra Campagna denunciano che i loro compagni,
"arrestati ingiustamente, sono usati per farci pressione e firmare
l'accordo dove il governo si vuole impossessare delle nostre terre".
Sottolineano che li "riempie di orgoglio e felicità" sapere che a New
York li "stanno appoggiando nella lotta per la difesa delle terre e del
territorio e la costruzione della nostra giusta autonomia". D'altra parte,
"ci riempie di rabbia sapere che questo malgoverno di Juan Sabines
Guerrero, nonostante la violenza, non gli importa la vita di esseri umani come
noi".

 

Da parte sua, il
Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, ha annunciato la nascita
di un blog per “condividere le azioni di solidarietà nazionale ed
internazionale con questo caso concreto: http://solidaridadchiapas.wordpress.com”.

 

Ci sono proteste
anche in India, Sudafrica, Italia, Austria, Colombia, Filippine, Porto Rico,
Francia, Svizzera, Canada, Spagna eArgentina. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/05/index.php?section=politica&article=018n1pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)

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