[Ezln-it] Hermann Bellinghausen: LA DISTRUZIONE DI COPALA

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Sep 27 17:41:18 CEST 2010



La distruzione di Copala

Hermann
Bellinghausen

Il municipio
autonomo indigeno di San Juan Copala, stabilito tre anni fa nel cuore storico
della regione triqui, senza diritti municipali da più di 60 anni, è stato
finalmente distrutto a ferro e fuoco dai paramilitari, anche triquis, che hanno
agito impunemente fino all'ultimo minuto. La complicità dei governi statale e
federale è stata assoluta. E determinante da 10 mesi, quando la comunità è
stata assediata da gruppi armati che hanno assassinato e ferito molte persone
pacifiche. Tutto è precipitato il 13 settembre, quando i paramilitari hanno
preso Copala e sparato contro la popolazione, fino a che il giorno 23 i
sopravvissuti sono fuggiti, alcuni su carri funebri (l'unica cosa indovinata
dal governo che li ha mandati per rimuovere i cadaveri).

Poteva andare
peggio. Gli aggressori avevano annunciato un massacro. In ogni modo, è grande
il numero degli assassinati nello smantellamento dell'unica autonomia indigena
tentata oggi a Oaxaca, a 14 anni dagli Accordi di San Andrés. Molti di più sono
i feriti, e gli sfollati, intere famiglie.

Le quotidiane ed
angosciate denunce non hanno impedito la conclusione, benché il problema
persista. Resta la consolazione di supporre che si è impedito il massacro.
L'operativo contro il municipio autonomo fondato nel 2007 è da addebitare alla
Unión de Bienestar Social para la Región Triqui (Ubisort), gruppo priista che
come tale non esiste più nell'area, ma che guidato da Juxtlahuaca e Oaxaca da
Rufino Juárez e dallo stesso governo statale, si è operato nell'annichilimento.
Il governatore Ulises Ruiz aveva detto che non avrebbe permesso nessuna
autonomia nello stato. Gli è costato poco, non ha dovuto mandare nemmeno i suoi
poliziotti. Ora nega che ci siano dei morti (La Jornada, 26/09/10).

Ubisort possiede
una milizia meglio armata della polizia, e con addestramento militare. È
responsabile dell'imboscata nella quale sono morti mesi fa l'attivista Beatriz
Cariño e l'internazionalista finlandese Jiri Jaakkola. Ed anche di molte altre morti,
stupri, feriti ed esiliati. Come si sa, tanto gli assassini come i loro capi
restano impuniti e sono, ai fini pratici, figure istituzionali.

In maniera
reiterata è stata anche denunciata la partecipazione nell'escalation
paramilitare di membri armati del Movimiento de Unificación y Lucha Triqui
(MULT), del quale il municipio autonomo di Copala è una scissione, come MULT
Indipendiente. Dalle file del MULT sono uscite versioni secondo cui nessuno dei
suoi ha partecipato alla violenza, accusando dei fatti il MULTI per aver
insistito in un'autonomia "minoritaria". Ovvero, come d'abitudine, i
morti indigeni sono colpevoli di essere morti.

Tuttavia, Timoteo
Alejandro (fondatore del MULTI) e sua moglie Cleriberta, così come Antonio
Ramírez López, “leader morale” degli autonomi, sono caduti in condizioni e
circostanze che puntano non allaUbisort, ma al molto verticale MULT, che
avrebbe "punito" il loro "tradimento". Gli assassini di
Ramírez López sono assolutamente identificati, a Yerbasanta, località a maggioranza
MULT, dove è avvenuta l'imboscata che gli è costata la vita.

Questa
organizzazione proviene dall'esemplare resistenza dei migliori spiriti triquis
degli anni '80 del secolo scorso, e che durante gli anni seguenti subì la
perdita dei suoi principali leader, pensatori e maestri, come Paulino Martínez
Delia, sacrificati dai cacicchi priisti. Nel decennio attuale, il MULT è
diventato un'organizzazione filogovernativa ed elettorale, guidata dal suo
consulente giuridico Heriberto Pazos, e convertita nel Partido Unidad Popular,
con presenza nel congresso di Oaxaca e con legami con Ulises Ruiz, che in più
di un'occasione ha dichiarato (secondo fonti attendibili) che "il MULT è
l'unica organizzazione con la quale si può negoziare". Piuttosto, gli deve
la sua ristretta "vittoria" elettorale nel 2004, quando il PRI si è
imposto in maniera fraudolenta.

Non si possono
nemmeno ignorare i "ringraziamenti" scritti di Ubisort al MULT in
diverse occasioni, per esempio quando nel 2009 "impedì" ad una
carovana proveniente da Atenco di arrivare a Copala. Il MULT si dichiara facente
parte della APPO, del Congresso Nazionale Indigeno e, nonostante la sua
attività elettorale, dell'Altra Campagna; tutti spazi in cui si colloca anche
il MULTI.

Il conflitto
triqui è vecchio e complesso. Ed è sospetta la persecuzione a morte contro
l'autonomia di Copala, nel centro tradizionale di questo popolo storicamente
diffamato e negato. Di sicuro, sono state documentate importanti prospezioni di
multinazionali minerarie nella regione. È ora che il MULT, sommerso da accuse e
diffamazioni, consideri il suo operato nella violenza contro gli autonomi.
Certamente esistono contraddizioni al suo interno, ma non può eludere le sue
responsabilità di fronte all'indispensabile ed urgente riconciliazione di tutti
i triquis (compresa la sua immensa diaspora) per difendere insieme la loro vita
come l'ammirabile popolo indigeno che sono sempre stati. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/27/index.php?section=opinion&article=a14a1cul

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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