[Ezln-it] Aumentano le aggressioni dei paramilitari

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Sep 6 12:58:25 CEST 2010





La Jornada – Sabato 4
settembre 2010

Aumentano
le aggressioni dei paramilitari contro Mitzitón

Hermann Bellinghausen

“In questi
momenti temiamo per la nostra sicurezza e quella delle nostre famiglie, perché
i paramilitari ci stanno aggredendo sempre più di frequente”, denuncia oggi la
comunità di Mitzitón, nel municipio di San Cristóbal de las Casas, Chiapas.
Dallo scorso 30 agosto si sono acuiti gli attacchi del gruppo di coloni “non
cooperanti”, identificati con L’Ejército
de Dios.

Il pomeriggio del
3 settembre, aggiunge l'assemblea comunitaria, il gruppo paramilitare, riunito
nella casa di Gregorio Gómez, ha aggredito con le fionde alcune donne
provenienti dalla casa ejidale, “e molte di loro sono state ferite in diverse
parti del corpo”.

Gli ejidatari di
Mitzitón, aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN, sostengono che la loro lotta, “giusta
e degna”, è in difesa della loro terra e territorio. Da due anni la comunità si
oppone al passaggio attraversi i suoi campi, boschi, sorgenti e casolari, della
prevista autostrada San Cristóbal-Palenque, cosa che le autorità statali
attualmente negano, così come contro l'ampliamento della strada verso Comitán,
che permetterebbe il collegamento con la strada per  Palenque.

L’Ejército de Dios, gruppo militarizzato della Chiesa evangelica Alas de Águila, di filiazione priista, si
è dichiarato a favore dell’autostrada ed ha ripetutamente violato gli accordi
comunicati.

Lunedì scorso la
commissione di vigilanza sui boschi dell'assemblea si era riunita per
realizzare un'opera comunitaria, precisamente la costruzione di un'aula a
Maiszckuric. Lì “sono stati aggrediti dai paramilitari guidati da Francisco
Gómez Díaz, Gregorio Gómez Jiménez e Celestino Pérez Hernández”.

Questo gruppo “selezionava”
gli alberi per abbatterli senza autorizzazione. “Viaggiavano su auto di diversi
modelli da cui sono scesi ostentando di andare a prendere le pistole per
sparare, e per questo i nostri compagni sono fuggiti”. Quello stesso giorno “una
commissione di sei persone si è recata a Maiszckuric per chiarire quanto
accaduto ed i paramilitari hanno negato tutto e Gómez Jiménez ha dichiarato che
anche loro si prendono cura del bosco”.

Martedì mattina, “i
paramilitari passando da Dos Lagunas sono arrivati a Maiszckuric ed hanno iniziato
ad abbattere tre alberi”, raccontano gli ejidatari. "Lo stesso Gregorio ha
partecipato al taglio ed è poi tornato a casa sua". Gli ejidatari hanno
così deciso di chiamarlo “affinché chiarisse il perché di questo, se ha detto
che la sua gente sta curando il bosco, mentre ora tagliano gli alberi più
grandi”. Egli si è rifiutato di presentarsi e la sua gente ha aggredito la
commissione con pietre e bastoni, danneggiando un furgoncino, “ma i nostri
compagni sono riusciti a prendere Gregorio e portarlo nel carcere rurale”.

Successivamente,
gli aggressori hanno distrutto un altro veicolo e rubato 5 mila pesos. Hanno
picchiato “selvaggiamente” Guadalupe Díaz Heredia. “Erano già sul posto
poliziotti di diversi corpi e due elicotteri che volavano bassi sulla nostra
comunità; i paramilitari hanno lanciato pietre ai poliziotti e poi si sono
picchiati tra loro”.

Più tardi gli
ejidatari hanno consegnato Gregorio Gómez alla polizia ed hanno chiesto che “i
dirigenti Francisco Gómez Díaz e Gregorio Gómez Jiménez se ne vadano dalla
comunità”. Nella notte, i “non cooperanti” hanno svaligiato un negozio,
bruciato steccati e rotto lamiere per i tetti. Poi hanno circondato e cercato
di entrare in una casa “dove si trovava sola una delle nostre compagne”.

Mercoledì una
commissione di ejidatari si è recata a Tuxtla Gutiérrez per presentare prove
davanti alle autorità, “sufficienti a far arrestare Gregorio Gómez”. Ciò
nonostante, la documentazione è stata ritenuta insufficiente, denunciano gli
ejidatari, perché il pubblico ministero indigeno Marcos Shilón “non si
interessa e non fa il suo lavoro”. Il 4 agosto ha archiviato una denuncia di
disboscamento di 61 alberi. “Se avesse fatto il suo lavoro avrebbe evitato
tutto quello che stiamo subendo. Anche questa volta gli avevamo dato prove
sufficienti e nomi affinché aprisse le indagini”. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/04/index.php?section=politica&article=013n1pol

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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