[Ezln-it] Il Cideci minacciato.

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Oct 21 14:33:14 CEST 2010



La Jornada – Giovedì 21
ottobre 2010

ONG
chiedono che cessi la persecuzione contro il centro di formazione indigena in
Chiapas CIDECI

Hermann Bellinghausen, inviato. San Cristóbal de
las Casas, Chis., 20 ottobre. Una decina di
organizzazionicivili del Chiapas e di altri stati hanno manifestato "piena
solidarietà ed appoggio" al Centro Indigeno di Formazione Integrale Fray
Bartolomé de Las Casas-Università della Terra Chiapas (Cideci-Unitierra) ed al
suo coordinatore, Raymundo Sánchez Barraza, vessati e minacciati recentemente
da personale del tribunale federale del quarto distretto di Tuxtla Gutiérrez.
Gli aggressori esigevano, "con violenza verbale e senza presentare nessun
documento di riconoscimento o altro, di entrare nella struttura per consegnare
un documento ufficiale al coordinatore dell'organizzazione". Il pretesto,
un presunto "debito" con la Commissione Federale di Elettricità
(CFE), malgrado il Cideci non sia connesso alla linea dell'ente parastatale.

Bisogna ricordare
che in Chiapas sono frequenti le azioni di minaccia e perfino di aggressioni da
parte di personale della CFE contro i numerosi movimenti di resistenza al
pagamento delle bollette, legati ad esperienze di autonomia nella regione della
costa, la zona nord, la selva di confine e gli Altos. Perfino l'ente
parastatale è stato protagonista di gravi azioni repressive, come a Venustiano
Carranza l'anno scorso.

Cideci-Unitierra,
si legge nella dichiarazione, " è una comunità di comunità indigene e non
indigene, ed uno spazio aperto dove molte organizzazioni e individui
condividono i nostri saperi, apprendistati e studi. Non è un'impresa né un
esercizio commerciale a beneficio individuale, bensì uno spazio di lavoro e
studio che si è dichiarato in resistenza al pagamento della luce dal 1995, a
causa dei costi elevati e ingiusti del servizio", per questo nel 2006 ha
realizzato un suo proprio impianto generatore sull'ampio terreno che occupa
alla periferia di questa città.

I firmatari
ritengono "che la vera causa delle aggressioni" che continuano in
forma di vigilanza costante delle strutture del centro, "si deve alla loro
fermezza e posizione a favore della giustizia per i popoli che vivono in
Chiapas". Le azioni denunciate "non hanno fondamento legale e,
piuttosto, si sommano a quelle che si stanno verificando sistematicamente
contro persone, gruppi, spazi, progetti, comunità, basi di appoggio zapatiste e
municipi autonomi". Tutti loro "si sono dichiarati in resistenza e
hanno optato per la costruzione di un altro mondo possibile".

Cideci, segnalano
e rivendicano, "è uno spazio autonomo che persegue questo sogno, che
ognuno dei suoi studenti rende reale attraverso i progetti di sviluppo
alternativo che realizzano". Sottolineano il loro appoggio ad attività,
seminari e spazi di riflessione ed analisi, "che offre in maniera solidale
a molte persone ed organizzazioni sociali".

Dopo la condanna
della persecuzione e delle minacce che "nei mesi scorsi hanno scatenato le
autorità allo scopo di piegare la giusta resistenza dei membri del
Cideci", i firmatari chiedono ai governi statale e federale la sospensione
immediata delle aggressioni contro "questo spazio di dignità".

 

Sottoscrivono il
documento decine di ricercatori, attivisti e laboratorio, insieme Centro de
Derechos de la Mujer de Chiapas, Enlace Urbano de Dignidad, Nodo de Derechos
Humanos, Formación y Capacitación (Foca), Serapaz, Melel Xojobal, Centro de
Apoyo Solidario, Documentación y Estudio, Instituto de Derechos Humanos Ignacio
Ellacuría (Universidad Iberoamericana de Puebla), Centro de Investigación y
Acción de la Mujer Latinoamericana (CIAM) y Ludoteka Autónoma Papalote de
Papel. http://www.jornada.unam.mx/2010/10/21/index.php?section=politica&article=018n2pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)




      
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