[Ezln-it] JBG Roberto Barrios denuncia invasione di terre

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Jun 14 10:49:02 CEST 2010


La Jornada – Sabato 12 giugno 2010
La JBG denuncia l’invasione nel villaggio Choles de Tumbalá. Le basi di appoggio dell’EZLN subiscono furti e distruzione delle coltivazioni. La comunità zapatista è minacciata dal gruppo Xi’ Nich.
 
Dalla Redazione.
La Giunta di Buon Governo (JBG) Nueva semilla que va a producir, della zona nord del Chiapas, ha denunciato che un gruppo di provocatori vuole impadronirsi della comunità zapatista Choles de Tumbalá, con l'appoggio dell'organizzazione Xi' Nich “ufficiale” - vecchia scissione dell'organizzazione indipendente con lo stesso nome - guidata dal leader invasore di terre Mario Landeros Cárdenas.
 
Choles de Tumbalá, vicina alla città di Palenque, appartiene al municipio autonomo zapatista El Trabajo. La JBG accusa dei fatti Gregorio Álvaro Cruz, Miguel Álvaro Montejo, Miguel Sánchez Jiménez, Rafael Álvaro Montejo, Miguel Montejo Arcos, Francisco Montejo Torres, Miguel Méndez Montejo, Santiago López Arcos e Miguel Solís Velasco, persone “che non hanno mai inteso ragione né rispetto per le autorità e la comunità”, e che si sono organizzate per sgomberare le basi di appoggio dell'EZLN.  
  
Con il sostegno di Landeros Cárdenas, il 20 maggio “improvvisamente” sono arrivate 79 persone per invadere la comunità. I giorni 21 e 22 maggio, “senza rispettare le nostre basi di appoggio, hanno effettuato misurazioni della terra e della zona urbana con l'appoggio di un topografo”.
 
Il 2 giugno hanno provocato l'incendio di 100 ettari; ora gli invasori “accusano i nostri compagni” di abbattere alberi e perfino “della morte di una signora”, perché “vogliono fabbricare reati per giustificare uno sgombero o la repressione”. Il 3 giugno hanno fatto irruzione nel terreno di uno zapatista, “spezzando 18 file di peperoncini su una lunghezza di 90 metri.”  
  
Il 5 giugno Álvaro Cruz e Álvaro Montejo “hanno distribuito” case a gente che hanno portato da fuori. Tra queste case, c'è la sede del collettivo “delle compagne donne”. Il giorno 9 “hanno distrutto la recinzione impadronendosi di 80 metri di rete di filo di ferro, tavole e 40 pali della recinzione”. Lo stesso giorno, cinque basi di appoggio di Choles de Tumbalá sono state aggredite “con estrema violenza” e perseguitate con machete da Gregorio Álvaro e dal suo gruppo.
 
I compagni “sono riusciti a nascondersi in montagna ed altri nelle proprie case per evitare di essere uccisi”. Il leader invasore ha minacciato di morte gli indigeni. Un'altra sua minaccia è che “porterà la pubblica sicurezza a sgomberarci.”  
  
Gli aggressori “si sentono protetti dal governo”. La JBG sostiene che “voleva sistemare il conflitto con le buone” convocandoli, ma non si sono mai presentati. “Siamo stati solo presi in giro”.
 
La JBG denuncia che è “la strategia di contrainsurgencia del governo” contro i popoli “che lottano e resistono contro il piano neoliberale” che compera i leader per ingannare, confondere e manipolare la gente povera, “creando conflitti tra gli stessi diseredati della nostra società”. Gli zapatisti si rivendicano quali “legittimi proprietari di questa terra che ci spetta storicamente e perché lì ci sono i corpi dei nostri antenati; l'abbiamo recuperata nel 1994 ed è stata pagata con la vita e con il sangue dei nostri compagni e la difenderemo ad ogni costo”. http://www.jornada.unam.mx/2010/06/12/index.php?section=politica&article=016n1pol
 
Comunicato completo della JBG di Roberto Barrios
 
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


      
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