[Ezln-it] Caracoles chiusi fino al 3 gennaio. Prosegue il Seminario Internazionale

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Jan 1 13:37:13 CET 2010





La Jornada –
Giovedì 31 dicembre 2009

 

L'EZLN vince a dispetto
della persecuzione del governo, si rileva nel seminario in memoria di Andrés
Aubry.

Gli zapatisti chiudono i Caracoles
al pubblico. 

 

Hermann
Bellinghausen, inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 30 dicembre. Alla vigilia del 16° anniversario della
sollevazione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), i cinque Caracoles
sono stati chiusi al pubblico. Così, uno striscione posto ad Oventic, nella
regione degli Altos, avvertiva oggi che non si riceveranno visitatori,
nazionali o internazionali fino al 2 gennaio. A Morelia, un'insegna simile
annunciava che le autorità zapatiste sono andate "in ferie".

Intanto, e con l'anniversario zapatista come riferimento,
questa sera ha avuto inizio in questa città il Seminario internazionale di
analisi e riflessione.

Durante la prima sessione, Gustavo Esteva ha detto: “Sono
istanti di pericolo. Come bene ci diceva Andrés Aubry: siamo in un 'pericoloso
momento di oscillazione' che risulta tragico perché si è rovinato o
destabilizzato qualcosa che era essenziale affinché funzionasse il sistema”.

Seguendo il filo dell'interminabile collasso neoliberale, le
recenti rivolte nel mondo (da Seattle alla Grecia) e la repressione sempre di
più brutale, lo studioso di Unitierra-Oaxaca aggiunge:  

"È l'ora dei miserabile, degli oppressi. Di coloro che
sono stati sempre esclusi dalla politica, anche se sempre presenti nei discorsi
dei politici, che oggi rivendicano un'altra politica che li converta in
protagonisti centrali della vita sociale".

Orbene, quando "vincono" i movimenti di
resistenza? Per questi, vincere "è fermare quello che non vogliono"
(dicono no a McDonald's, a una diga, una strada, una politica, un governante,
un regime), ma non adottano un sé comune, come i politici ed i partiti. Anche
cosí, sottolina Esteva, ci sono sempre più lotte che costruiscono
un'alternativa, un sé, e la portano avanti. 


"Nonostante l'accerchiamento militare e l'aggressione
paramilitare, sotto continuo assedio di tutti i livelli del malgoverno, e la
vessazione o l'indifferenza delle classi politiche di tutto lo spettro
ideologico, gli zapatisti vincono nel loro territorio recuperato, nel quale
hanno creato un regime differente di vita e di governo", ha affermato.

Ha citato gli aymaras e quechua "che in maniera
silenziosa e pacifica hanno occupato un milione di ettari in Perù che ora
coltivano secondo le loro pratiche tradizionali e producono il 40% degli
alimenti del paese, con rendimenti molto maggiori dell'agricoltura commerciale".
Stanno "vincendo" anche un milione di famiglie del Movimento Sin
Tierra del Brasile, insediate "su quello che fino a poco tempo fa era
nelle mani dei latifondisti".  

Esteva ha insistito che "il pericolo è reale, è stato
distrutto lo stato di diritto e le classi politiche ed i loro alleati sono in
piena decomposizione morale". E da tempo "conosciamo i tratti
criminali dei nostri governanti".

Lo storico francese Jérome Baschet ha offerto una lettura
sincronica della parola e della pratica dell'EZLN, sostenendo che
"l'autonomia zapatista dimostra che è possibile costruire un futuro".
Ma, "che cosa succede alle comunità, e che cosa viene dopo il
capitalismo?"

Baschet è inoltre editore del libro Planeta tierra,
movimientos antisistémicos, la cui presentazione ha dato origine a questo
Seminario internazionale, nell'ambito del Primer coloquio internacional en
memoria de Andrés Aubry (2007). Il presentatore della sessione, Javier
Matas, ha sottolineato che il seminario "è la continuazione" di
quelle riflessioni.

All'antropologa ed attivista Mercedes Olivera, che ha aperto
la conferenza collettiva celebrata oggi, tale proseguimento della riflessione
ha permesso un dialogo personale col suo amico distante Andrés Aubry, ed ha
ricordato quando lo accolse al suo arrivo in Chiapas tre decenni fa.  

Ha parlato con sincerità delle differenze che avevano,
ammettendo la sua "ortodossia" militante di allora. Olivera si
sarebbe reincontrata con Aubry "alla convocazione dell'EZLN a partire
dalla sua sollevazione". http://www.jornada.unam.mx/2009/12/31/index.php?section=politica&article=008n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamohttp://chiapasbg.wordpress.com )




      
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