[Ezln-it] Il modello di istruzione zapatista

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Thu Aug 5 14:20:52 CEST 2010





La Jornada –
Giovedì 5 agosto 2010

 

È alternativo a
quello ufficiale; la finalità è “condividere, imparare tutti insieme”

GLI ZAPATISTI ESPONGONO IL LORO MODELLO DI
ISTRUZIONE

 

Hermann
Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, 4 agosto. La commissione di educazione della
zona del caracol di La Garrucha, nella selva tzeltal, afferma che
"stiamo costruendo l'educazione con le idee delle comunità" e a
partire dalle loro richieste. Questo, durante un incontro con i membri della
brigata europea di solidarietà con gli zapatisti che sono rimasti in Chiapas
dopo il viaggio formale della commissione.

In quello che risulta essere la radiografia dal processo
educativo autonomo nei quattro municipi zapatisti della zona, promotori e
promotrici hanno spiegato che la finalità "è condividere, imparare tutti
insieme".

Bisogna dire che l'esperienza educativa nelle comunità
ribelli ha dovuto necessariamente essere sperimentale per tre lustri, costruita
controcorrente rispetto all'insegnamento ufficiale, rispetto al quale si pone
come alternativa dal versante della resistenza.

Nel 2008, costituendosi a La Garrucha, si è rinnovata la
dinamica educativa, "dopo aver lavorato per diversi anni nei quattro
municipi", la scuola autonoma zapatista Semillita del Sol sarà
organizzata su tre livelli, dei quali fino ad ora ne funzionano due in tutte le
scuole delle comunità.

Al primo livello, ha spiegato la commissione zapatista,
"i bambini imparano a scrivere e disegnare; al secondo, a capire le
richieste zapatiste, e al terzo si elaborano testi, comunicati, denunce,
strategie del governo, la situazione del perché lottiamo e la costruzione
dell'autonomia".

A tutti i livelli, si studiano quattro aree (non "materie",
come le definisce la scuola ufficiale, avvertono i promotori indigeni): la
storia, le lingue, vita e media, e matematica.

"Nella nostra storia, gli antenati si prendevano cura
della terra, della natura, e si deve insegnare questo affinché queste esperienze
non si perdano", spiegano. E come gli indigeni costruiscono la propria
autonomia "tenendo il passo con la storia degli antenati, prendendosi cura
della terra e amandola". Studiano la storia passata e quella attuale, la
preservazione delle sementi, il lavoro collettivo, e "come si rafforzano
la comunità e la resistenza”.

Si prende in considerazione la lingua materna, che può
essere tzeltal (la più parlata nella zona), tzotzil, chol o tojolabal. I
contenuti dell'insegnamento includono l'attenzione e la conservazione della
terra e la natura, la distruzione e l'inquinamento, la gestione sostenibile
della terra. E la matematica si impara “a partire dalle misure degli attacchi
ai popoli indigeni, dallo sfruttamento”. Il tema dell'agroecologia è trattato
nelle diverse aree e livelli, “poiché è presente nelle richieste delle
comunità”.

Come riferisce la brigata europea, "nella scuola
autonoma non si danno pagelle, ma si fanno valutazioni, si spiega come va il
bambino o la bambina". Non c'è nemmeno un'età fissa per andare a scuola,
"anche agli adulti possono frequentarla".  

La commissione autonoma sostiene che i bambini vanno a
scuola "per servire il popolo, non per andare poi a lavorare per il
capitalismo".  

La formazione dei promotori si svolge in due centri, uno nel
caracol di La Garrucha ed un altro, nella comunità La Culebra.  

I contenuti educativi, come in generale l'esistenza
quotidiana delle comunità ribelli, sono articolati nel loro stesso processo di
lotta.

(Traduzione "Maribel"
- Bergamo)




      
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