[Ezln-it] Ancora tensione e provocazioni a Mitziton

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Apr 30 14:55:35 CEST 2010


La Jornada - Venerdì 30 aprile 2010
L’Ejército de Dios vuole recintare dei terreni ad uso collettivo a Mitzitón
Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 29 aprile. L'assemblea comunitaria di Mitzitón ha dichiarato di temere un nuovo attacco di elementi del gruppo evangelico Ejército de Dios, segnalati come paramilitari. Questi minacciano di recintare nuovamente i terreni ejidales ad uso collettivo sui quali si presume passerebbe l'autostrada San Cristóbal-Palenque, promossa dal governo e decisamente respinta dagli abitanti.
Il giorno 26, riferiscono gli ejidatarios, “abbiamo saputo che i paramilitari ed il gruppo di Francisco Gómez Díaz vogliono mettere un'altra volta il filo spinato”, e riteniamo responsabile di questo il “comandante paramilitare” Esdras Alonso González ed il suo subalterno Carmen Díaz López, che sono “quelli che danno gli ordini per provocarci”.
Gli indigeni, aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN, sostengono: “Le nostre terre non si vendono; si preservano e si proteggono”, e ricordano che a luglio del 2009 lo stesso gruppo aggressore aveva recintato le proprietà. Il giorno 19 di quel mese gli ejidatarios avevano rimosso la recinzione collocata da “persone al servizio di Carmen Díaz, dirigente del gruppo evangelico”.
Il 21 luglio, aggiunge l’assemblea, “quando mandammo 20 'incaricati' a vedere quegli appezzamenti, il gruppo di delinquenti era già pronto per aggredire i nostri compagni; è lì dove hanno ucciso Aurelio Díaz Hernández e ferito altri cinque compagni". Uno di loro soffre ancora delle conseguenze dell'investimento criminale di cui è stato oggetto, mentre i responsabili "sono ancora impuniti perché il malgoverno li protegge”.
Il podere che Díaz López ed i suoi seguaci vogliono recintare ora “è lo stesso dell'anno scorso”, con lo stesso scopo perché "non vivono più nella comunità, vengono solo a provocare; questa volta dicono che sono ancora più protetti dal governo e che ci saranno altri morti”.
L'assemblea di Mitzitón chiede al governo il suo intervento per evitare nuovi fatti di violenza e denuncia come "i principali provocatori" il citato Carmen Díaz López, Pablo Díaz López e Santo Jiménez Díaz (già denunciati come trafficanti di clandestini), così come Francisco Gómez Díaz, Gregorio Gómez Jiménez e Celestino Pérez Hernández.
Questi fatto si sommano ad altri successi e già denunciati nel mese di aprile. Il giorno 18 ci sono stati due tentativi di violenza. Nel primo, cinque donne stavano pascolando i loro agnelli quando un gruppo di uomini vestiti di nero ed incappucciati hanno tentato di aggredirle. Le donne sono riuscite a fuggire. Giorni prima, nello stesso prato, le donne avevano identificato sei membri dell'Ejército de Dios che facevano pratica di tiro.
Quello stesso giorno 18, una giovane di 21 anni è stata aggredita a Tzimtikalbhó da Roberto Jiménez Heredia che l'ha picchiata "tentando di violentarla; la ragazza ha gridato e si è difesa, per questo lui l'ha picchiata ancora di più lasciandola con ferite e lividi, ma lei è riuscita a scappare", raccontano le autorità comunitarie. L'aggressore "è conosciuto come elemento dell'Ejército de Dios, trafficante di fratelli migranti e provocatore nella comunità”.
Il 3 aprile, Carmen Díaz Jiménez (padre di Aurelio Díaz, il giovane assassinato nel luglio scorso) ha trovato la sua casa in fiamme. Grazie ai vicini è riuscito a spegnere il fuoco, “ma ormai tutte le sue cose erano bruciate: letto, coperte, vestiti”. Giorni dopo, Carmen Jiménez Jiménez e Jesús Jiménez Heredia si vantavano di essere i responsabili del sinistro.
(Traduzione “Maribel” - Bergamo)


      
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