[Ezln-it] Onorare gli Accordi di San Andres
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Thu Apr 22 14:05:45 CEST 2010
La Jornada – Giovedì 22
aprile 2010
Onorare gli
Accordi di San Andrés, chiedono in un forum del del Senato
Víctor Ballinas e Andrea Becerril
Legislatori,
vescovi, intellettuali, studiosi, rappresentanti di organizzazioni non
governative ed indigeni hanno chiesto il compimento degli accordi di San
Andrés.
Sostengono che
nonostante la riforma del 2001 che ha inserito nella Costituzione i diritti
indigeni, questi non godono ancora di tutte le garanzie, "sono
discriminati, esclusi, sfruttati, spogliati delle loro risorse e territori; non
si è fatta loro giustizia e non hanno educazione e salute".
I vescovi Raúl
Vera e Felipe Arizmendi; il sacerdote Miguel Concha Malo; gli intellettuali
Rodolfo Stavenhagen e José del Val Blanco; gli indigeni Adelfo Regino, Abundio
Marcos e Valentín de Rosa; il ricercatore Emilio Álvarez Icaza, così come l’ex
ministro e deputato Juventino Castro y Castro, tra altri, hanno rilevato che
"lo Stato deve riconoscere il loro diritto alla libera determinazione e
all'autonomia, perché i popoli indigeni non vogliono costituire un altro Stato,
bensì essere considerati uguali".
Partecipando ieri
al Senato al forum Gli Accordi di San Andrés, questione irrisolta, organizzato
dalla Commissione Bicamerale di Concordia e Pacificazione, Juventino Castro y
Castro ha dichiarato: "Molti credono che la riforma costituzionale del
2001 che ha introdotto all'articolo secondo della Magna Carta i diritti
indigeni, sia la continuità degli Accordi di San Andrés. Non è così: si
somigliano, ma questi continuano ad essere la questione irrisolta".
Per questo, ha
sollecitato a "riprendere le idee di San Andrés Larráinzar. Il concetto di
libera determinazione non è equivalente ad autonomia. La libera determinazione
è un principio di uguaglianza, questo è fondamentale. Il secondo articolo
costituzionale è un articolo fallito; fa credere che i popoli possono nominare
le autorità, che hanno dei privilegi, ma la legge non è stata realizzata, per
questo bisogna rivitalizzare gli accordi di San Andrés".
Rodolfo
Stavenhagen, ex relatore dell’ONU per i diritti dei popoli indigeni ha
affermato: "si deve riconoscere il diritto collettivo dei popoli indigeni
alla libera autodeterminazione. Ricordo che quando discutevamo di questo
concetto, un settore del governo ci diceva che gli indigeni volevano stabilire
un altro paese. Niente di più falso: vogliono la libera autodeterminazione per
partecipare alle decisioni che riguardano il loro sviluppo".
Del Val Blanco,
direttore del Programma Universitario Nazione Multiculturale della UNAM, ha
insistito che gli accordi di San Andrés continuano ad essere una questione
irrisolta, "io "direi che è una materia bocciata. Questa è la terza
legislazione che affronta la sfida". Ha sottolineato che quello che
succede è che “c'è ignoranza del significato di autonomia e libera
autodeterminazione".
Ha chiesto che si
riformi la Legge di Consultazione Indigena, perché "ci sono ancora enormi
territori delle popolazioni native, e se non si agisce subito queste possono
esserne private, come succede costantemente. Ci sono investitori stranieri e
transnazionali che le spogliano del loro territorio e saccheggiano le loro
risorse naturali. Bisogna
legiferare subito in materia per frenare questa situazione".
Il vescovo Felipe
Arizmendi ha detto: “I 12 milioni di indigeni continuano a subire attacchi alla
loro identità, non viene fatta loro giustizia, non li si consulta per costruire
opere sulle loro terre, non hanno scuole né servizi sanitari; bisogna
riprendere gli accordi di San Andrés Larráinzar”.
Il suo omologo di
Saltillo, Raúl Vera, ha dichiarato: “fin dal primo giorno dei negoziati dopo
l'insurrezione del primo gennaio 1994, il Comitato Clandestino e la Comandancia General, così come i gruppi
che rappresentavano gli zapatisti ci dettero questa istruzione: dite al governo
che non vogliamo delle cose, vogliamo il nostro posto in questo paese”.
Miguel Concha,
presidente del Centro dei Diritti Umani Fray Francisco de Vitoria, ha
denunciato che "la riforma all'articolo secondo della Costituzione a
livello teorico parla dell'autonomia dei popoli indigeni dentro lo Stato
nazionale, benché a livello operativo la consideri come qualcosa che attenta
alla sovranità”. http://www.jornada.unam.mx/2010/04/22/index.php?section=politica&article=021n1pol
(Traduzione “Maribel” - Bergamo)
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