[Ezln-it] Presentazione della rivista DESINFORMEMONOS http://desinformemonos.org

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Oct 27 10:58:13 CET 2009


La Jornada – Lunedì 26 ottobre 2009
 
La giornalista de La Jornada presenta il primo numero della sua rivista digitale Desinformémonos
Gloria Muñoz: L'imparzialità che insegnano nelle scuole di giornalismo è irreale. È più etico presentarsi come media alternativo senza fingere una pluralità che non esiste
Ángel Vargas
 
Pensare che il giornalismo è o può essere imparziale è un'illusione. Per lo meno questo sostiene Gloria Muñoz, direttrice della rivista digitale Desinformémonos, che, coerentemente con questo pensiero, non esita a definire un mezzo alternativo di controinformazione, collocato "in basso e a sinistra" per quanto concerne la sua linea editoriale.
"Ritengo più corretto dal punto di vista etico presentarsi come si è, piuttosto che fingere una pluralità che non esiste. L'imparzialità che ci insegnano nelle scuole di giornalismo è irreale", spiega la giornalista intervistata in occasione dell'apparizione di questa pubblicazione elettronica il cui primo numero è nello spazio cibernetico dal 15 ottobre.
"Esiste in realtà un media che non abbia una posizione ideologica? La regola è che i mezzi di comunicazione di massa non dicono mai chiaramente qual'è la loro posizione; si camuffano dietro una presentazione pluralista, mentre in realtà si sa chi rappresentano.
"Quello che facciamo dalla parte alternativa, è di non mascherarci e presentarci per quello che siamo. Così il lettore può decidere, e lo fa da una posizione che non è ambigua. Leggere Desinformémonos è leggere una parte dell'informazione, a differenza dei grandi media ed agenzie che pretendono una pluralità che non hanno e non dicono che cosa sono né chi rappresentano".
Relativamente alla dichiarazione di principio della rivista che dirige, l'editorialista di La Jornada sottolinea: "Siamo assolutamente parziali nel senso che stiamo dalla parte dei diseredati, dalla parte di quelli che stanno in basso; inoltre, più che stare dalla loro parte, siamo dei loro, il che è diverso. Non osserviamo i movimenti, né vogliamo guardarli da fuori; ci siamo dentro".
Secondo Gloria Muñoz, la nascita di questa rivista digitale di politica e cultura risponde alla necessità di disporre di "uno strumento di informazione e controinformazione che si inserisce come strumento di lotta, molto definita e senza ambiguità: in basso e a sinistra, sul terreno politico e culturale. Cioè, nell'ambito della resistenza".
Dal termine che gli dà il nome - preso da una poesia di Mario Benedetti, in omaggio alla sua morte avvenuta nel maggio scorso - la pubblicazione vuole evidenziare la necessità della società di controinformarsi, nel senso di spogliarsi da quell'informazione promossa dal potere a beneficio di pochi.
Questo sarà il tema sul quale John Berger rifletterà nel prossimo numero che uscirà il 15 novembre, come anticipa l'editrice. "Berger ci allerta sul fatto di non confondere l'intenzione deliberata di controinformarci con l'essere controinformati. Ciò dà senso a questo progetto".  
Un aspetto che distingue questa iniziativa da altre simili che sono nate nell'ambito alternativo ed indipendente, è che i suoi fautori, un gruppo di giornalisti di diverse parti del mondo, l'accolgono come proposta giornalistica mediante la quale vogliono anche rivendicare questo mestiere ed i suoi professionisti, rispetto alla considerazione negativa che pesa su di loro tra i movimenti e lotte sociali.
"La nostra base è la testimonianza; sono le voci, è la parola, è l'altro e l'altra. I popoli, i movimenti hanno le proprie voci; non diamo voce a nessuno. Quello che vogliamo è ascoltarli; essere il loro udito, essere il loro sguardo", afferma Gloria Muñoz.
"L'informazione che gestiamo è quella del basso, di quartiere, comunitaria. Questo è, le diverse espressioni artistiche e culturali, così come i movimenti e le lotte politiche che nascono o sono prodotte dai quartieri per i quartieri, dai popoli per i popoli, dalle comunità per le comunità".
La giornalista precisa che Desinformémonos, in termini generali, non sarà guidata da nessun tipo di congiuntura. Non sarà nemmeno circoscritta all'ambito nazionale.
"Non ci consideriamo un media locale, né nazionale, ma globale. Si tratta di far sì che questa cultura di quartiere e comunitaria possa essere vista in altre parti del mondo, e presentare storie di quartiere e comunitarie di altri luoghi: le favelas del Brasile, i quartieri in Grecia, la cultura prodotta tra gli immigrati negli Stati Uniti. La nostra pretesa è produrre informazione che generi identificazione tra un posto ed un altro".
Gloria Muñoz puntualizza che questa proposta vuole essere più di una rivista digitale. In questo senso offre un'edizione in formato PDF che può essere scaricata dalla pagina web, allo scopo di essere stampata su carta, in otto lingue diverse: spagnolo, italiano, francese, portoghese, tedesco, greco, tzeltal ed inglese.
Esistono inoltre progetti editoriali: creare un'agenzia di notizie e laboratori di giornalismo in comunità e tra gruppi sociali. Attualmente lavorano in uno di questi laboratori con i lavoratori del sesso di La Merced, e "sogniamo anche di diventare carta stampata".
L’indirizzo di questa rivista digitale alternativa di politica e cultura è http://www.desinformemonos.org  e nel suo primo numero si possono trovare le basi di quelle che saranno le sue diverse sezioni, tra queste una con le informazioni del giorno, un'altra di reportage fotografici, in questo numero di Tepito; una intitolata I nessuno, con testimonianze di vita di quegli esseri anonimi che non hanno voce; ed un'altra dal titolo I nostri, aperta alla riflessione ed al dibattito tra gli intellettuali, in questo caso dell'uruguaiano Eduardo Galeano.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


      
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