[Ezln-it] Poliziotti ubriachi per la repressione in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri May 29 15:58:42 CEST 2009


La Jornada – Venerdì 29 maggio 2009
 
“Usano poliziotti drogati e fermano gli aderenti all’Altra Campagna”
Gli abitanti di Bachajón accusano il governo di rubare le loro terre
Hermann Bellinghausen - Inviato
 
 
San Cristóbal de las Casas, 28 maggio. "Quelli del governo attuano questa repressione per toglierci il nostro territorio", sostengono le autorità di San Sebastián Bachajón (municipio di Chilón), informando che la Polizia Statale Preventiva (PEP) del Chiapas ha invaso il suo ejido da cinque settimane. Inoltre, gli agenti si ubriacano, chiedono marijuana, interrogano gli ejidatarios e, in connivenza con la minoranza dei priisti, proteggono persone note come delinquenti.
 
Gli ejidatarios tzeltales chiedono la liberazione di sette loro compagni, aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN, rinchiusi nella prigione di El Amate, e l'uscita immediata della polizia dal banco di ghiaia e dal posto dove stava la cabina di pedaggio per l'ingresso alle cascate di Agua Azul, distrutta ad aprile dalla PEP per installare un suo accampamento. "Di notte ne approfittano per molestare le persone. Siamo nel nostro ejido, abbiamo il diritto di camminare per strada, di andare a lavorare e andare dove vogliamo".
 
I poliziotti "stanno dappertutto, sbucano da sentieri e strade e chiedono sempre se sei dell'Altra Campagna". Passano il tempo a bere "perché non hanno altro da fare". Al crocevia di Agua Azul, dove il governo del Chiapas ha messo un mucchio di agenti, se la spassano nel bar di Ch'opnep, di un fratello priista, che è ben felice perché con i poliziotti i suoi affari vanno a gonfie vele tanto che ha dovuto assumere quattro cameriere, mentre prima c'era solo la figlia ad aiutarlo".
 
Nell'ejido di San Sebastián, nel municipio autonomo zapatista Comandanta Ramona, è proibito coltivare e consumare droghe, ma i poliziotti lo fanno "e così non svolgono il loro lavoro, ma se la passano da fumatori di marijuana".
 
Dall'agosto del 2008, il presunto "commissario" ejidale filogovernativo Pedro Álvaro, "un falso", secondo l'illuminante comunicazione degli ejidatarios, "si è messo d'accordo col malgoverno per toglierci la terra e fare affari con i ricchi, ma abbiamo detto chiaramente che la difenderemo". Alvaro, militante priista dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), e Pascual Pérez che "si definisce" del consiglio di vigilanza, "sono d'accordo col governo che gli consegnerà le terre di Agua Azul ed il banco di ghiaia, per questo il malgoverno ha nominato di nascosto questi malandrini nel 2007". Gli ejidatarios ricordano che a luglio del 2008 hanno ripreso il controllo del loro territorio, usurpato dal piccolo gruppo filogovernativo.
 
"La maggioranza degli ejidatarios sanno che stiamo distribuendo il denaro degli incassi per l'ingresso alle cascate, non come loro. Il malgoverno ha dato loro del denaro per molti mesi ed ora Pascual si sta comprando bestiame e auto; Anche Pedro Álvaro si è comprato un'auto, ed ai contadini che li seguono ciecamente non danno niente".
 
Per queste "ragioni", assicura il comunicato, hanno spedito i loro compagni "nella prigione di punizione e morte di El Amate, dove li fanno lavorare come animali e chiedono loro denaro che non abbiamo, perché noi sì siamo poveri ed il malgoverno a noi non dà quello che ruba a tutti i contadini, e quando abbiamo deciso di protestare e bloccare la strada hanno mandato gli agenti statali e federali per farci fuori".
 
Accusano che "il malgoverno ci ha preso il nostro territorio e l'ha invaso con i suoi poliziotti che catturano innocenti e li torturano affinché confessino reati fabbricati".
 
"La gente ci conosce", dicono gli ejidatarios. "Quando c'è un problema in questa regione ci cercano come autorità per fermare i malviventi. C'erano molte rapine sulle strade ed i poliziotti non facevano niente e chiedevano denaro" in cambio di protezione. "Siccome non siamo come questi malviventi in uniforme", sostengono, a novembre abbiamo organizzato una "commissione di vigilanti stradali".
 
In questa commissione c'erano i sette "sequestrati a El Amate, che avevano fermati i Cruz, dei rapinatori che sono stati liberati dal consiglio di vigilanza dell'ejido priista di Agua Azul. In dicembre gli attuali detenuti avevano aiutato le autorità di San Sebastián a fermare altri quattro rapinatori che operavano a Maquincha'b, che "avevano chiaramente ammesso di essere una banda e che altri tre ancora liberi avevano le armi" per le rapine.
 
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)


      
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