[Ezln-it] Incontro Nazionale Contro l'Impunita' in Chiapas

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri May 29 14:08:11 CEST 2009





La Jornada – Giovedì 28
maggio 2009

 

Ritengono che nel paese “la
giustizia istituzionale non funziona e favorisce la repressione”

Attivisti
annunciano la realizzazione dell'incontro nazionale contro l'impunità in Chiapas

L'esempio "più
indecente" è l'atteggiamento della Corte Suprema di Giustizia della
Nazione nel caso Atenco

Hermann Bellinghausen -
Inviato

 

San Cristóbal de las Casas, 27 maggio. La Rete Nazionale Contro la Repressione
e la Solidarietà, e diverse organizzazioni e collettivi dell'Altra Campagna hanno
annunciato la realizzazione dell'Incontro Nazionale Contro l'Impunità e per la
Giustizia Autonoma nei giorni 19 e 20 giugno prossimi all'Università della
Terra, a San Cristóbal de las Casas, Chiapas. L'evento si chiuderà in concomita
con l'apertura il giorno 21 dello stesso mese dell'Incontro Continentale Contro
l'Impunità, nella stessa città.

 

Gli organizzatori
ritengono che in Messico "la giustizia istituzionale non funziona,
favorisce la repressione di chi protesta e l'impunità di coloro che usurpano,
massacrano, rapiscono e violano i diritti più elementari del popolo".

 

La giustizia,
sostiene l'appello, "non sta nelle istituzioni ufficiali, qui c'è solo
l'impunità per quelli che stanno in alto ed il terrore per quelli che stanno in
basso".  

  

L'esempio
"più indecente" è l'atteggiamento della Corte Suprema di Giustizia
della Nazione nel caso Atenco, dove sono state accertate le gravi violazioni
alle garanzie costituzionali perpetrate da poliziotti e funzionari statali,
municipali e federali, come Eduardo Medina Mora ed Enrique Peña Nieto, "ma
non è stata imputata loro nessuna responsabilità".

 

Lo stesso senso
ha avuto "dichiarare innocente Luis Echeverría per il massacro di
Tlatelolco, o non giudicare Zedillo per il massacro di Acteal", come
l'impunità concessa ai governatori Ulises Ruiz, "repressore del popolo
oaxaqueño e di membri della APPO", e Mario Marín, "protettore di
pederasti", a Puebla.

 

Un caso riportato
in partcolare nella convocazione sono "le costanti aggressioni alle
comunità zapatiste da parte dell'Esercito federale, poliziotti e paramilitari
del PRI e del PRD". A questo si sommano l'assedio ai coloni di Lomas del
Poleo (Ciudad Juárez), l'esproprio delle terre ai contadini da parte delle
multinazionali, ed il caso delle vedove di Pasta de Conchos (Coahuila).

 

Si sottolineano
gli omicidi "di intere famiglie e di donne incinta per mano dell'Esercito
col pretesto della presunta guerra al narcotraffico, dietro la quale si
nasconde una chiara politica di contrainsurgencia che ha imprigionato e fatto
sparire centinaia di messicani ed ha instaurato di fatto lo stato
d'emergenza".

 

Gli organizzatori
sottolineano che, "se i cittadini non ricevono una pronta giustizia,
completa ed imparziale come dettato dall'articolo 17 della Costituzione,
abbiamo tutto il diritto di cercare altre forme di fare giustizia per
processare, giudicare e per quanto possibile, garantire la certezza della pena
per i responsabili di queste gravi violazioni dei nostri diritti".

 

Questo incontro
risponde anche alla "necessità urgente" di raccogliere le denunce di
episodi di repressione e le esperienze riportate nel Festival della Degna
Rabbia, convocato dall'EZLN a dicembre e gennaio passati, "ed avanzare
nella creazione di un tribunale autonomo e di altre forme di fare giustizia che
siano efficaci e attendibili".

 

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)




      
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