[Ezln-it] Gli zapatisti autosufficienti nei servizi alla salute
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Mon Mar 2 09:58:00 CET 2009
La Jornada – Sabato 28 febbraio 2009
Possono contare su cliniche autonome in cui si eseguono interventi chirurgici ed analisi di base
LE COMUNITA’ ZAPATISTE HANNO RAGGIUNTO L’AUTOSUFFICIENZA NEI SERVIZI ALLA SALUTE
Nei nostri villaggi la situazione è cambiata, e non grazie al governo, segnalano i promotori
Hermann Bellinghausen, Inviato
Municipio autonomo 17 de Noviembre, Chis. 27 febbraio. "La situazione sanitaria nei nostri villaggi è cambiata, e non per quello che fa il governo, ma grazie a noi stessi. Sono ormai scarse le diarree che prima uccidevano tanti bambini e quando si presentano, le isoliamo e curiamo. I nostri bambini non muoiono più per questo". Ciò nonostante, "è difficile mettere in pratica la salute", ammette José, responsabile della commissione di salute del caracol. "Qualsiasi corso o formazione deve venire dalle necessità di ogni comunità. E col lavoro dei promotori conosciamo come si ammala la nostra gente".
Con una punta di ironia dice che "dove il governo vede una clinica autonoma, ne apre una dell'IMSS per fare concorrenza". Al principio "guadagna terreno perché promettono molto e distribuiscono programmi, ma subito dopo si vede che non offrono assistenza, mancano le medicine, non hanno personale o non lo usano".
Inoltre, "il governo cerca di corrompere i promotori con i soldi, e se non accettano getta discredito sui compagni e crea problemi con la gente che non è in cura e non fa parte della resistenza. Ma noi lavoriamo secondo coscienza, non per denaro".
In qualsiasi momento si possono presentare casi che necessitano di ospedalizzazione o trattamento da parte di specialisti. "Nelle cliniche autonome ci sono ambulanze, o almeno un’auto, per portarli all'ospedale San Carlos (Altamirano) o al civile di San Cristóbal de las Casas, ma contiamo anche su alcune sale chirurgiche negli ospedali autonomi di Oventik e San José del Río".
I promotori seguono le gravidanze, "e quasi tutte le compagne partoriscono il bambino in comunità, e se si può, in casa propria, e le assiste un promotore o promotrice, ma se il parto è difficile le portano nella clinica che ha il reparto di ginecologia". L'assistenza alla donna comprende la ricerca di cancro cervicouterino e la prevenzione e cura delle infezioni. Le brigate sono costanti.
Nella zona del caracol di Morelia sono circa 200 i promotori di salute che coprono diversi settori come donna, dentistico o medicina generale". Il coordinamento delle regioni che formano la cosiddetta regione Tzotz Choj risale al 1999. "Prima, ognuna si organizzava per conto proprio, così dall'insurrezione del 1994", racconta José. Ed in alcuni casi, ancora prima.
La clinica del municipio 17 de Noviembre, El Salvador Corazón de Jesús, è sorta nella comunità di Morelia anni prima dell'insurrezione e non ha mai smesso di funzionare. Dotata di ambulatorio, farmacia, laboratorio base di analisi, sala di ginecologia e clinica dentistica, è composte da cinque padiglioni ed è presidiata da quattro promotori che ruotano ogni quattro giorni.
Tutte le cliniche, circa 12 in questo caracol, hanno la farmacia con medicine di base. Le case di salute e la scorta dei medicinali delle comunità sono fornite dalle cliniche autonome. Un'altra costante è la preparazione e l'impiego clinico in erboristeria: sciroppi, unguenti, tinture, disinfettanti ed altri prodotti naturali che fanno parte della farmacia.
Gli zapatisti acquistano i farmaci che non producono loro stessi. Per questi, i malati devono pagare un prezzo molto basso ed uguale per tutti. Che la modesta economia autonoma si eserciti fuori del sistema statale capitalista, non impedisce che sia un'economia in forma.
Periodicamente si susseguono voci e pressioni ufficiali per "introdurre" brigate nei villaggi zapatisti sulla base di supposizioni che lì non si vaccinano i minorenni. Sotto questo aspetto, come in altri, la popolazione zapatista ufficialmente "non esiste". Non importa quanto efficiente è il sistema zapatista di cartelle e registri, se le istituzioni non "li rilevano", ritengono che non ci siano.
Questo accade anche a livello di censimento. Centinaia di villaggi e comunità zapatiste create dal 1994, e che in alcuni casi costituiscono interi municipi autonomi, neanche "esistono". Né per i conteggi ufficiali, né per l'accademia che gode a minimizzare lo zapatismo con ignorante volontarismo ideologico. Per loro nessuno esiste fuori dei registri, indici e "programmi" governativi.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
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