[Ezln-it] Si chiude l'Incontro Contro L'impunita'

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Jun 22 16:37:44 CEST 2009


La Jornada – Lunedì 22 giugno 2009
 
 
Solo in Guerrero sono documentati 1.100 casi di morti violente non legate al narco
In America Latina si moltiplicano i crimini di Stato che continuano a restare impuniti
La lotta contro gli abusi unisce i popoli della regione che condividono le loro esperienze
Hermann Bellinghausen - Inviato
 
Caracol di Morelia, Chis. 21 giugno. Non c'è modo di sfumarlo: è il resoconto dell'orrore, e non tanto per i crimini di Stato del recente passato, ma per l'impunità che li copre, lo stesso in Argentina che ad Acteal. E la cosa preoccupante: quelli che si succedono e moltiplicano oggi in Perù, Guatemala e nel nostro stato di Guerrero.
 
Solo in questo ultimo, come documenta L'Agenzia di Sviluppo Comunitario (Tadeco) di Chilpancingo, nell'entità governata dal perredista Zeferino Torreblanca si sono registrati più di 1.100 morti violente, diverse da quelle del narcotraffico e della delinquenza comune. Nella maggioranza è coinvolto qualche corpo di polizia o militare, in relazione o no con movimenti o azioni della società; tutti, civili innocenti.
 
Nello stesso periodo ci sono più di 200 sparizioni non risolte e 70 sequestri, secondo il Comitato Familiari ed Amici di Rapiti, Scomparsi ed Assassinati di Guerrero. L'avvocato Javier Monroy, che partecipa all'Incontro Americano Contro l'Impunità conclusosi oggi nel caracol zapatista Torbellino de nuestras palabras, ha descritto la militarizzazione di quell'entità come massiccia ed onnipresente.
 
Gli orrori dell’Argentina
 
Da questo paese "che ogni giorno riconosciamo sempre meno", come ha dichiarato la filosofa Fernanda Navarro, coordinatrice della sessione plenaria di questa mattina, è venuto Andrea Benítez, dell'Associazione Familiari dei Desaparecidos dell'Argentina, dove sono stati identificati e denunciati 9.026 colpevoli diretti del piano di sterminio scatenato nel suo paese negli anni '70. Un numero esiguo di loro è stato processato, non diciamo condannato.
 
"Devono essere puniti anche i complici del genocidio, come i mezzi di comunicazione, i padroni del capitale, i partiti politici", aggiunge. I "governi Kirschner" non hanno fatto niente, né si è risolta la recente sparizione di Julio López, che ha già suscitato la protesta internazionale.
 
Contro l'impunità garantita dalle leggi del perdono e l'oblio nel cono sud dopo le dittature, si è pronunciato anche Andrea Caraballo, dell'organizzazione Contraimpunidad dell'Uruguay: "Non dimentichiamo, non ci arrendiamo, non perdoniamo".
 
In Guatemala i desaparecidos politici sono 45.000, riferisce Julio Rosales, del Movimento Nazionale per i Diritti Umani del vicino paese, unico sopravvissuto egli stesso di una famiglia desaparecida. "Nessuno paga per questi crimini". Il principale responsabile, Efraín Ríos Mont, oggi è un deputato. A 12 anni dagli incompiuti accordi di pace che posero fine a 36 anni di guerra, "in tutto il mondo si è chiesta a gran voce giustizia, ma niente."
 
Continuano ad esserci perseguitati, come Ramiro Choc, il prigioniero politico più importante in Guatemala, e desaparecidos; popoli cacciati ed aggrediti dalle miniere a cielo aperto, che oggi suscitano il maggiore "no" nazionale. Inoltre, l'uccisione delle donne (feminicidios) è costante ed "il crimine organizzato ha occupato gli spazi omicidi e destabilizzatori che prima erano monopolio di militari e paramilitari".  
 
Sono presenti e testimoniano anche alcune vittime del governatore messicano Enrique Peña Nieto, così come la dirigente mazahua Magdalena García Durán, vessata ed imprigionata senza motivo durante la repressione ad Atenco due anni fa. Gli anziani matlatzincas di Santa Cruz Atizapán perseguitati e spogliati nella valle di Toluca.
 
Ci sono las Abejas di Acteal, Chiapas, e la voce dei carcerati di Loxichas (Oaxaca), solo due dei casi di massacro, ingiustizia ed impunità accaduti durante il funesto sessennio di Ernesto Zedillo. Fuerza Indígena Chinanteca Kia-nan ed i coloni perseguitati da privati a Lomas de Poleo, Ciudad Juárez, raccontano le loro dolorose resistenze.
 
María Teresa Contreras Rodríguez, vedova di un minatore sepolto a Pasta de Conchos (Coahuila), dichiara che non tollereranno più inganni. "Siamo pronti ad occupare la miniera".
 
In esclusiva per l'incontro lo scrittore inglese John Berger ha mandato Tre Sogni. All'apertura della sessione di oggi è stato letto uno di questi: "Un sogno che ho fatto dieci anni fa. Stavano frugando. C'era gente che cercava i morti. Molti pensavano che non si trovassero più lì. Tra la folla c'erano anche cani. Io, mentre cercavo, guardavo lo scavo. All'improvviso, come un sibilo nel vento, i morti invisibili uscirono dalla fossa e penetrarono tutto il mio essere mentre gridavo: 'Vi porterò con me!' Mi svegliarono il sibilo ed il mio grido ed il sibilo. Ma svegliai contento sapendo quello che dovevo fare. Se in questi dieci anni sono riuscito o no a svolgere questo compito, non lo so".
 
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
http://www.jornada.unam.mx/2009/06/22/index.php?section=politica&article=022n1pol
 


      
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: http://lists.ecn.org/pipermail/ezln-it/attachments/20090622/1718c132/attachment-0001.html 


More information about the Ezln-it mailing list