[Ezln-it] 1 pesos a metro quadro agli indigeni l'indennizzo per l'autostrada

Annamaria annamariamar at gmail.com
Wed Jun 3 14:42:57 CEST 2009


*La Jornada – Mercoledì 3 giugno 2009*

http://www.jornada.unam.mx/texto/017n1pol.htm

* *

*Ejidatarios di Mitzitón dichiarano che non cederanno le loro terre per la
costruzione dell’autostrada*

*Le autorità ignorano le proteste dei chiapanechi e danno inizio ai lavori
per l’autostrada*

*HERMANN BELLINGHAUSEN*



Questo lunedì è iniziata ufficialmente, a San Cristóbal de las Casas,
Chiapas, la costruzione dell'autostrada che unirà la città *coleta* con
Palenque. L'opera è stata molto esaltata dai governi statale e federale,
festeggiata dagli operatori alberghieri e respinta da diverse comunità
indigene che risulterebbero colpite negativamente dal suo tracciato.



Le autorità ejidali della comunità tzotzil di Mitzitón (municipio di San
Cristóbal de las Casas), aderenti dell’Altra Campagna dell’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), lo stesso lunedì hanno ratificato
l'accordo preso la vigilia in assemblea, nel quale sostengono che non
permetteranno la costruzione dell'autostrada attraverso le loro terre.



Nella sua prima tappa l'opera comprende un tratto di 9 km (8.800 metri
lineari) a partire dall'uscita sud di San Cristóbal, e finisce a Mitzitón.
L'autostrada attraverserebbe milpas, abitazioni, boschi e sorgenti. Il
governo statale ha offerto di indennizzare gli ejidatarios col pagamento di
un pesos per metro quadrato di terra.



Nel contesto dell'ambizioso progetto stradale e turistico sono nati
conflitti, presuntamente intercomunitari, nei paraggi del crocevia di
Cuxuljá e soprattutto nelle vicinanze delle cascate di Agua Azul, una delle
enclavi più importanti per lo sviluppo di strade, ecoturistico e
commerciale.



Le comunità autonome zapatiste della zona, così come quelle aderenti
all'Altra Campagna, si oppongono a questi progetti che colpirebbero i loro
territori e la loro vita quotidiana. Sotto il richiamo dello sviluppo (non
necessariamente per gli indigeni), le autorità e gli investitori privati
vogliono imporre condizioni che minacciano l'integrità ejidale e comunale.



Villaggi appartenenti ai caracoles zapatisti di Oventic, e soprattutto di
Morelia, già subiscono i primi effetti. Il più grave si manifesta con la
repressione scatenata dall'aprile scorso contro l'ejido San Sebastián
Bachajón (municipio di Chilón), esteso a diverse comunità come Agua Clara,
Betel Yochip ed altre del municipio autonomo *Comandanta Ramona*. In maniera
meno evidente, subiscono conseguenze anche le regioni autonome Ernesto Che
Guevara e Primero de Enero.



Con accuse che gli indigeni ritengono prefabbricate e false, sette
ejidatarios di San Sebastián Bachajón si trovano reclusi nella prigione di
El Amate, dopo un operativo di polizia nel quale fu distrutta la cabina di
riscossione che gestivano i tzeltales di questo ejido all'ingresso dello
stabilimento balneare di Agua Azul. Inoltre sono stati spogliati del loro
banco di ghiaia che sarebbe messo al servizio delle ditte costruttrici.



Per ottenere i suoi scopi, il governo si è appoggiato a gruppi
filogovernativi come la Organización para la Defensa de los Derechos
Indígenas y Campesinos (Opddic) e la Organización Regional de Cafeticultores
de Ocosingo (Orcao), così come a seguaci della chiesa evangelica Alas de
Águila, con sede a Teopisca, vicino a Mitzitón.



(Traduzione “*Maribel*” – Bergamo)
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