[Ezln-it] MARCOS: Gaza, un esercito professionista sta uccidendo una popolazione indifesa

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Jan 5 14:38:06 CET 2009





La Jornada –
lunedì 5 gennaio 2009

 

Per gli zapatisti,
“un esercito professionista sta uccidendo una popolazione indifesa”

MARCOS: L’ATTACCO DI ISRAELE CONTRO GAZA È LA
“CLASSICA” GUERRA DI CONQUISTA

Hermann Bellinghausen

 

San Cristóbal de las Casas, Chis. 4 gennaio. Per gli
zapatisti, a Gaza c'è "un esercito professionista che sta uccidendo una
popolazione indifesa", ha detto oggi il subcomandante Marcos
dedicando un intervento fuori programma alla nuova guerra in corso.  

  

Il penultimo giorno del Festival Mondiale della Degna Rabbia
si è riempito di indignazione per l'attacco contro la Palestina e la
repressione a Oaxaca avvenuta poche ore prima con la cattura di 20 persone che
partecipavano ad una protesta pacifica contro l'invasione a Gaza davanti al consolato
statunitense.

 

Nelle prime ore di questa domenica centinaia di partecipanti
al festival che si tiene alla periferia di San Cristóbal, oltre i sobborghi
indigeni di La Hormiga, sono arrivati nel centro della città per protestare
contro l'invasione e chiedere la liberazione dei fermati della APPO. Ieri notte
si è almeno ottenuta questa liberazione. L'inusuale marcia con le torce
proveniente dalla Università della Terra, ha fatto chiudere le porte agli hotel
ed ha fatto ricordare ad alcuni coletos [residenti di San Cristóbal –
n.d.t.] la prima alba del 1994.

 

Nel pomeriggio Marcos aveva detto: "Non molto
lontano da qui, in un posto chiamato Gaza, un esercito fortemente armato ed
addestrato, quello del governo di Israele, continua la sua avanzata di morte e
distruzione". Una guerra "classica" di conquista. "Primo un
bombardamento massiccio per distruggere postazioni militari nevralgiche e
indebolire i punti di resistenza". Ha ricordato che venerdì, "lo
stesso giorno in cui la nostra parola faceva riferimento alla violenza",
Condoleeza Rice dichiarava che quello che sta succedendo a Gaza era "colpa
dei palestinesi, per la loro natura violenta".

 

Ha affermato che prosegue "il ferreo controllo su tutto
quello che si sente e si vede" nel mondo, "esterno al teatro di
operazioni", e "fuoco intenso di artiglieria sulla fanteria nemica
per proteggere l'avanzata delle truppe. Poi l'accerchiamento e assedio alla
guarnigione, e l'assalto che conquisti la posizione annichilendo il
nemico".

 

Sulla base delle foto delle agenzie ha aggiunto, "i
'punti nevralgici' distrutti dall'aviazione israeliana sono abitazioni, capanne
ed edifici civili". Allora, "pensiamo che o gli artiglieri hanno una
pessima mira o non esistono tali postazioni. Non abbiamo l'onore di conoscere
la Palestina, ma supponiamo che in quelle case, capanne ed edifici abita o
abitava della gente, uomini, donne, bambini ed anziani, e non soldati".

 

Forse, ha sostenuto, "per il governo di Israele quegli
uomini, donne, bambini ed anziani sono soldati nemici, e le capanne, case ed
edifici dove abitano sono quartieri che bisogna distruggere. Sicuramente i
fuochi d'artiglieria che questa mattina cadevano su Gaza erano per proteggere
da quegli uomini, donne, bambini ed anziani l'avanzata della fanteria di
Israele, e la guarnigione nemica che vogliono sconfiggere non è altro che la
popolazione palestinese che vive lì, e che l'assalto cercherà di
annichilire".

 

Con la voce rotta ha dichiarato: "Le nostre grida
fermano qualche bomba? La nostra parola salva la vita di qualche bambino
palestinese? Pensiamo di sì. Forse non fermiamo una bomba, né la nostra parola
si trasforma in uno scudo blindato", ma probabilmente riesce ad unirsi ad
altre e "si trasforma in mormorio, poi in una voce alta e quindi in un
grido che si senta a Gaza. Noi zapatisti e zapatiste dell'EZLN sappiamo quanto
sia importante che in mezzo alla distruzione e alla morte si sentano parole di
incoraggiamento".

 

Per il resto, secondo l'analisi di Marcos, "il
governo di Israele dichiarerà di aver inferto un duro colpo al terrorismo,
occulterà al suo popolo la dimensione del massacro ed i produttori di armi
avranno ottenuto un guadagno economico". 


  

Il popolo palestinese resiste, sopravvivere e continuare a
lottare, ha detto il portavoce zapatista. "Forse un bambino o una bambina
di Gaza sopravvivranno e cresceranno e con loro cresceranno il coraggio,
l'indignazione, la rabbia; forse diventeranno soldati o miliziani, forse
affronteranno Israele e là in alto scriveranno allora sulla natura violenta dei
palestinesi, faranno dichiarazioni di condanna di quella violenza e si tornerà
a discutere di sionismo o antisemitismo. Nessuno chieder chi ha seminato quello
che sta raccogliendo".

 

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)




      
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