[Ezln-it] Gloria Munoz Ramirez: 15 anni

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sat Jan 3 17:12:19 CET 2009





La Jornada –
Sabato 3 gennaio 2009

 

Los de Abajo

Gloria Muñoz Ramírez

http://www.jornada.unam.mx/texto/009o1pol.htm

 

15 ANNI

 

Piccoli e con tutto contro, degni, rivolti in avanti, liberi
in mezzo alla precarietà, resistendo alla persecuzione esterna ed alle mille
sfide interne, innalzando i sogni di migliaia di persone in tutto il mondo, i
popoli zapatisti del Chiapas compiono i loro primi 15 anni di lotta ed
organizzazione, mentre, lo stesso giorno, a poca distanza, una piccola isola
dei Caraibi celebra mezzo secolo di rivoluzione. Niente di più ozioso che i
paragoni di due casi storici irripetibili. Valga la coincidenza della data per
risaltare la grandezza di due insurrezioni che continuano ad essere, benché per
diversi motivi, ispirazione e speranza per il mondo che si oppone al
capitalismo.

 

Le strade di Santiago, a est di Cuba, si riempiono di gente
di tutto il pianeta. È mezzo secolo dall'entrata vittoriosa dell'esercito
ribelle nella città e, come si dirà nell'atto commemorativo, ancora tutto
rischia di crollare. Il popolo cubano si aggrappa ai suoi trionfi in salute,
educazione, scienza, arte e sport. Quest'anno tre uragani hanno scosso l'isola
e l'austerità si avverte ad ogni angolo, ma non c'è posto per la disperazione.
E tanto meno nella città si Santiago, culla del son e del rum, tomba di
José Martí ed origine di tutte le battaglie indipendentiste di questo paese.

 

Primo gennaio 1959. Un esercito trionfa a Cuba ed i suoi
dirigenti prendono le redini del cambiamento. Primo gennaio 1994. Un esercito ribelle,
uno molto altro, si alza in armi nel sudest messicano, dichiara guerra
all'Esercito federale ed al governo messicano ed intraprende una strada
diversa. Non si pone la presa del potere, ma la presa dei mezzi di produzione e
l'esercizio di fare politica in altro modo, includente, dal basso, di sinistra
ed anticapitalista.

 

L'ispirazione del trionfo cubano incoraggia, come in tutta
l'America Latina, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), benché
l'insurrezione maya costruisca abbondantemente la propria strada. Si sente un
affetto molto speciale nelle comunità verso il popolo di Cuba. Nella Sesta
Dichiarazione della Selva Lacandona c'è un messaggio chiaro degli zapatisti:
"E vogliamo dire al popolo di Cuba, che resiste da molti anni sulla sua
strada, che non è solo e che non siamo d'accordo col blocco che subiscono e che
vedremo il modo di mandare qualcosa, magari mais, per la loro resistenza".
La promessa zapatista si realizza ed un carico di mais parte dalla selva verso
il porto di Veracruz, e da lì verso l'isola dei Caraibi. Poco si sa
dell'accoglienza cubana, ma hanno ricevuto questa piccola dimostrazione di
solidarietà dei più poveri che, come loro, non si fermano quando si tratta di
fratelli ed offrono quello che hanno e perfino quello che non hanno.
Congratulazioni.

 

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)




      
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