[Ezln-it] EZLN esorta alla lotta e resistenza

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sat Jan 3 12:57:32 CET 2009





La Jornada – Venerdì 2 gennaio 2009

http://www.jornada.unam.mx/2009/01/02/index.php?section=politica&article=009n1pol

 

Il comandante
David ha tenuto il discorso centrale per i tre primi lustri di resistenza

 

EZLN:
IL MALGOVERNO HA DEDICATO 15 ANNI A COLPIRCI, NON A DARCI GIUSTIZIA

L’EZLN ha esortato ad organizzarsi, a sopravvivere, a
sostenere la speranza ed a lottare contro il nemico comune

Hermann Bellinghausen

 

Oventic, Chis. 1º gennaio. "Gli zapatisti, i
popoli indigeni che si sono preposti di lottare per un mondo migliore e più
umano, sono sempre più perseguiti e colpiti in tutti gli aspetti dai
malgovernanti del nostro paese, i potenti ed i partiti politici", ha
denunciato ieri il comandante David nel discorso centrale della celebrazione
per i primi tre lustri dell'insurrezione armata dell'Esercito Zapatista di
Liberazione Nazionale (EZLN).

 

"Per 15 anni abbiamo subito minacce, vessazioni,
persecuzioni, attacchi militari e paramilitari. Il malgoverno, i partiti
politici ed i loro alleati, benché sia gente povera, non cessano i loro
attacchi in molte forme allo scopo di fermare l'avanzata della nostra lotta e
distruggere la nostra base rappresentata da tutti i popoli in resistenza".

 

Nel caracol Resistencia y rebeldía por la humanidad,
e a nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno, Comando Generale
dell'EZLN, i comandanti David e Javier, che parteciparono alla presa di San
Cristóbal de lasCasas il 1°gennaio del 1994, hanno letto il messaggio ribelle
(in castigliano e tzotzil, rispettivamente) davanti a circa 2 mila basi di
appoggio zapatiste della zona Altos, ed a centinaia di collettivi ed individui
nazionali e stranieri che partecipano al primo Festival Mondiale della Degna
Rabbia che continuerà a partire da questo venerdì a San Cristóbal de las Casas.

 

"Il malgoverno per 15 anni ha fondato, finanziato ed
addestrato i gruppi paramilitari in tutti i villaggi, che hanno il compito di
provocare, minacciare e dividere le nostre comunità", hanno denunciato i
comandanti tzotziles. "Per indebolire e distruggere le nostre basi
sociali, il malgoverno distribuisce elemosine attraverso i suoi programmi
assistenziali alle famiglie affiliate ai partiti politici, col fine di
accontentare, zittire e calmare la fame della povera gente".

 

Ammettendo che "purtroppo ci sono fratelli indigeni che
sono caduti nelle trappole del malgoverno credendo che con questo miglioreranno
le loro condizioni di vita senza lottare", il CCRI dell'EZLN ieri sera ha
sostenuto che: "Gli zapatisti non si sono ribellati  in armi per chiedere le briciole o per farsi
trattare da mendicanti. Noi lottiamo per una vera democrazia, libertà e
giustizia per tutti, per il bene dell'umanità e contro il neoliberismo, per un
altro mondo più giusto ed umano, dove stiano tutti quelli che abitano il nostro
pianeta".

 

Nonostante i successi zapatisti nella costruzione di governi
propri nelle comunità, le parole "centrali" della festa, dove c'è
stato anche ballo, sport e canzoni, hanno espresso un dolore che non cessa né
si arrende: "I malgovernanti, i potenti, quelli che si considerano signori
e padroni di tutto, si impegnano a saccheggiare le ricchezze dei nostri popoli,
a distruggere la natura e a distruggere l'umanità".

 

Ritenendo "necessario ed urgente che tutta la gente
buona ed onesta" unisca le sue parole, lotte, resistenza e degna rabbia,
gli zapatisti sostengono la speranza "che un altro mondo è
possibile". Hanno invitato i loro "fratelli compagni" ad
organizzarsi, unirsi "ai loro popoli" contro un "nemico comune",
e cercare la forma ed i meccanismi per "unire e globalizzare" lotte,
resistenze e ribellioni.

 

Questo "sarà possibile solo se ci proponiamo di
camminare e lottare insieme senza che importino i tempi e le distanze".
L'EZLN ha richiamato a fare "forti e grandi" la lotta, la resistenza,
la degna rabbia e la ribellione. Come "popoli originari di queste
terre" avvertono che proseguiranno, resistendo "con dignità e
ribellione ai colpi del malgoverno". 


  

In questi 15 anni non solo sono stati colpiti. "Abbiamo
imparato a resistere e sopravvivere". Questo, hanno ammesso, "è stato
possibile anche grazie all'appoggio ed alla solidarietà di molti fratelli e
sorelle del Messico e del mondo. Con sforzo e difficoltà abbiamo tentato di
fare qualche passo, ma non è ancora sufficiente a risolvere i problemi e le
grandi necessità dei nostri popoli".

 

Con il tono autocritico tanto radicato tra gli indigeni
zapatisti del Chiapas, i comandanti hanno detto che sebbene le autorità
autonome "abbiano tentato di risolvere i problemi dei nostri popoli ed
alcune delle loro molte necessità, gran parte dei nostri bisogni non hanno
ancora soluzione; la fame, la miseria e le malattie continuano ad aumentare
giorno per giorno".  

  

Nonostante gli inadempimenti ed inganni del governo, gli
zapatisti annunciano che andranno avanti, "perché non tradiremo il sangue
dei nostri caduti".

 

Prima del discorso centrale della comandancia, hanno
salutato le carovane del Messico e degli altri paesi i comandanti Domingo e
Florencia, rendendo "grazie alla vita e a tutti quelli che ci hanno
appoggiati durante questi 15 anni di guerra", perché così restano "in
vita e sul piede di lotta".  

  

Con una grande bandiera nazionale alle spalle, hanno
presieduto la sobria e potente cerimonia decine di autorità autonome della
regione, la giunta di buon governo (JBG) Corazón céntrico de los zapatistas
delante del mundo, ed i diversi consigli municipali autonomi degli Altos.
"Questa lotta è nostra, vostra e nostra", ha dichiarato la JBG ai
presenti.

 

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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