[Ezln-it] Chinkultic - Motivo dell'omicidio: il turismo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Oct 8 11:48:12 CEST 2008


La Jornada – Lunedì 6 ottobre 2008 
Hermann Bellinghausen 

Chinkultic, 2008
 
Le notizie non sono metafore, benché a volte servano come tali. La repressione a Chinkultic e nell'ejido Miguel Hidalgo, a La Trinitaria, Chiapas, lo scorso 3 ottobre, è dovuta ancora una volta alla risposta dei popoli all'alienazione delle loro terre e dei loro diritti territoriali. Ed ancora una volta il motore dell'aggressione criminale della forza pubblica è il turismo (ed una certa "sovranità" delle istituzioni): proteggerlo, favorirlo, monopolizzarlo per i poteri politici ed economici.
 
La gente, i coloni, non si sono arresi facilmente. Il loro futuro non può essere deciso ai tavoli degli architetti, dalle previsioni degli investitori né dai piani governativi promossi dalla Banca Mondiale o i suoi omologhi che, imposti ai popoli in nome dello "sviluppo", vogliono distruggere la vita di questi popoli.
 
Chinkultic, è la città maya del periodo classico (dal 600 al 900) durata fino all'arrivo del postclassico (verso il 1200), a differenza del resto di città antiche della regione che collassarono prima del primo millennio. Ora, abbandonata dalll'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, il suo amministratore ufficiale, giaceva nella doppia condizione di risorsa abbandonata e potenziale progetto "detonante".
 
La gente si era organizzata, ai margini se si vuole. Non si tratta di un'organizzazione politica in particolare, ma di un'ejido piuttosto filogovernativo. I suoi rappresentanti stavano negoziando col governo statale. La polizia li ha aggrediti pesantemente ed in modo criminale perché un mese fa avevano osato apropriarsi della postazione della cassa all'ingresso delle rovine ed usare gli introiti a beneficio della comunità. E si erano preposti di riservare una migliore attenzione alla semiesplorata zona archeologica, vicina ai laghi di Montebello ed al bellissimo Cenote Azul chesi può contemplare dall'alto della piramide principale.
 
Non è (oppure sì?) un caso come Atenco. Nemmeno come Bolon Ajaw o San Sebastián Bachajón, in Chiapas, dove il conflitto "turistico" per le cascate di Agua Azul ha mobilitato recentemente gli abitanti mettendoli direttamente a confronto con la forza pubblica ed azioni legali.  
 
Qualcosa di simile accade nella stessa laguna di Montebello, non lontano dalla frontiera con il Guatemala. I villaggi e gli ejidos hanno occupato le "attrattive turistiche" dove vivono loro stessi. E le autorità li hanno citati per "esproprio".
 
Il Chiapas non è il Quintana Roo. Non possono arrivare così, come niente fosse, i progetti, i buldozer e gli hotel. Sono riusciti a farlo a Cancun (quella specie di Las Vegas caraibica) e siccome sono inarrestabili stanno ormai raggiungendo Tulum, un'altra "rovina". Non è lo stesso per i popoli tzeltales, choles o tojolabales che ancestralmente vivono nelle terre maya e lì sono contadini, hanno diritti, hanno ragione e, se posseggono qualcosa, è quello che calpestano i loro piedi.  
 
Sei contadini assassinati, tre con un colpo di grazia, da poliziotti federali e statali. Volevano cacciarli da lì, li hanno intossicati con i gas, picchiati, vessati e sparati. Ma non sono riusciti a cacciarli. Questo significa qualcosa.
 
(Traduzione “Maribel”)


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