[Ezln-it] 6 CONTADINI UCCISI NELLO SGOMBERO DI CHINCULTIK

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Oct 8 11:44:57 CEST 2008


La Jornada – Domenica 5 ottobre 2008
- Perchè Calderón e Sabines hanno mandato ad ucciderci se stavamo negoziando?, si chiedono a Chincultik

SEI MORTI NELLO SGOMBERO DELLA POLIZIA DELLA ZONA ARCHEOLOGICA IN CHIAPAS
- Ejidatarios di Miguel Hidalgo chiedono giustizia; “o ce la faremo noi”.
- Tre indigeni sono stati uccisi nel veicolo che li portava in ospedale; ucciso anche l’autista.
Elio Henríquez (Corrispondente)
Ejido Miguel Hidalgo, La Trinitaria, Chis., 4 ottobre. Nello sgombero di ieri in questa località ci sono stati 6 morti, 10 feriti da armi da fuoco ed un numero indeterminato di arresti, oltre al fatto che tutti i morti sono contadini, non poliziotti, come era stato comunicato inizialmente, perché i coloni non avevano armi né hanno sparato agli agenti, ha dichiarato oggi José Vázquez López, uno dei rappresentanti di questo ejido.  
Denuncia che gli agenti - statali e federali - "hanno finito" tre feriti gravi ed assassinato l'autista che li portava in un ospedale di Comitán, quest'ultimo davanti alla moglie.
I coloni hanno nelle loro mani 77 armi lunghe e corte, oltre a scudi ed altre cose prese ai poliziotti che sono venuti a cacciarli dalla zona archeologica di Chincultik, situata a tre chilometri da qui, che è in loro potere da quasi un mese. Affermano che "ora più che mai" combatteranno perché la zona archeologica sia amministrata dall'ejido. "Con le sei vite ora è più che pagata".
 
Per le strade, dove si vedono tracce di sangue, decine di caschi sparsi e diversi veicoli della polizia danneggiati, regna un clima di paura, tristezza e rabbia. "Chiediamo al presidente Felipe Calderón ed al governatore Juan Sabines: perché ci hanno fatto ammazzare se il giorno prima avevamo avuto un dialogo con le autorità per risolvere il problema?", protestano gli abitanti ed esigono che si faccia giustizia per l'assassinio dei sei uomini, "o ce la faremo da noi".
 
Lo scorso 7 settembre, gli abitanti di Miguel Hidalgo, dove vivono circa 7.000 persone, avevano deciso in assemblea di impadronirsi della zona archeologica di Chincultik che sta in mezzo ai loro terreni, con la motivazione che l'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, INAH, "l'ha completamente abbandonata".  
Da allora, "chiediamo 20 pesos per l'entrata, non i 35 che faceva pagare l'INAH", afferma un abitante locale che ha dichiarato che in settimana ricavano tra i 300 e 400 pesos  al giorno, mentre sabato e domenica tra i 1.000 e 1.500 pesos.
 
I negoziati con le autorità sono cominciate poco dopo. L'ultima riunione con i funzionari statali si è svolta questo giovedì ed avevano deciso di continuare a dialogare perché erano stati offerti aiuti per oltre 600 mila pesos per coltivare pomodori, avocadi e pesche, proposta che in principio era stata respinta dagli ejidatarios.  
"Mai avremmo pensato che il governo ci avrebbe attaccato come fossimo delinquenti perché stavamo dialogando, ma ora sappiamo che era una trappola", dichiara Vázquez López.
Denuncia che giovedì avevano portato i funzionari a Chincultik affinché vedessero il cattivo stato in cui si trova la zona.  
 
Il contadino racconta che questo venerdì mattina agenti della Polizia Federale Preventiva (PFP) sono arrivati alle rovine per cacciare i 25 che si trovavano sul posto. "Non solo hanno fermato alcuni di loro, ma altri che si trovavano per strada", dice José Vázquez che partecipava al tavolo dei negoziati.  
In precedenza avevano sgomberato i contadini di altre comunità che avevano il controllo dei laghi di Montebello, a circa 10 chilometri da qui.  
 
Racconta che alle 11 e mezza circa del mattino i poliziotti sono entrati nel villaggio su veicoli della PFP i cui occupanti hanno lanciato gas lacrimogeni, perfino nelle scuole, cosa che ha provocato "danni psicologici ai bambini".
 
Poi sono arrivati altri agenti della Polizia Statale Preventiva - molti a cavallo - "per assediare" il villaggio. I contadini, che si sono difesi con machete e bastoni, calcolano che erano tra i 250 e 300 gli agenti che hanno realizzato l'operazione.  
 
"La gente è uscita a difendersi come ha potuto, perché i bambini stavano asfissiando per il gas, ed è stato quando abbiamo preso 77 poliziotti, li abbiamo rinchiusi nella casa ejidale e li abbiamo disarmati. Le armi sono custodite, come almeno otto veicoli tra i quali un rimorchio per trasportare cavalli", racconta.
 
Denuncia che alle ore 15, nonostante quello che era successo, gli agenti e gli abitanti "si erano calmati", ma tra le 5 e 6 del pomeriggio, quando gli agenti erano stati portati nell'aula magna, "sono arrivati altri poliziotti a riprenderli sparando con le armi, inseguendo la gente fin dentro le case, e per liberare i loro compagni hanno sparato alla porta rompendo il lucchetto.  
 
"Non c'è stato nessuno scontro, non c'è nemmeno un'arma nell'ejido. I poliziotti sono stati feriti non da colpi d'arma da fuoco, ma dalle botte degli abitanti; probabilmente la gente li ha aggrediti perché avevano ammazzato delle persone, ma in nessun momento sono state sparate pallottole da parte nostra", afferma.
 
Racconta che la sparatoria è durata circa 40 minuti, lasso di tempo in cui gli agenti inseguivano le persone che cercavano di nascondersi. Adrián Velasco Alfaro, di 71 anni, mostra l'orecchio ancora sanguinante ed il torace bendato. Alcuni abitanti feriti sono stati curati a casa loro. José Vázquez racconta che nella confusione i poliziotti sono stati liberati.
 
Poco dopo, Agustín Alfaro Calvo, l’unico dei sei morti non originario di Miguel Hidalgo, ma del vicino Ojo de Agua, El Ocotal, si era offerto di portare all’ospedale nella sua auto –non c’erano ambulanze– Rigoberto López Vázquez, Alfredo Hernández Ramírez e Miguel Antonio Martínez, feriti gravi.
 
"I poliziotti li hanno fatti scendere ed hanno finito sul posto i feriti ed assassinato l'autista davanti a sua moglie; a lei hanno tolto una catenina e gli orecchini ed a lui il portafoglio. Non contenti, hanno torturato Rigoberto strappandogli un occhio con il coltello", afferma.
 
Tre abitanti del posto guidavano gli agenti nel villaggio
 
Afferma che i poliziotti erano guidati da tre contadini originari di questo ejido che lavorano nella zona archeologica i quali, con indosso passamontagna, indicavano la casa del presidente del commissariato ejidale, Mario Morales García, contro la quale "hanno sparato".  
 
I corpi di Rigoberto, Alfredo e Miguel Antonio - precisa - sono stati consegnati per la veglia prima di mezzogiorno, mentre quello di Agustín è stato portato a Ojo de Agua, El Ocotal. Fino alle 13 i cadaveri di Ignacio e Ricardo sono rimasti ad Amparo Agua Tinta.
 
Gli ejidatarios, nell'attesa di nuovi contatti col governo per consegnare le armi, esigono che i debiti siano condonati e gli arrestati liberati.  
 
A Tuxtla Gutiérrez, il ministro di Giustizia, Amador Rodríguez Lozano, ha emesso ordine di comparizione per tutti gli agenti di polizia che hanno partecipato all'operativo per eseguire test tossicologici e balistici, così come certificazioni mediche e raccogliere le deposizioni.
 
Con contributi della corrispondente Ángeles Mariscal.
 
(Traduzione “Maribel”)


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