[Ezln-it] Conclusioni e Raccomandazioni della CCIODH - Parte 2/3
Annamaria Pontoglio
maribel_1994 at yahoo.it
Tue Mar 4 09:21:01 CET 2008
PARTE 2/3
QUINTA
È immediatamente necessario affrontare una riforma profonda delle istituzioni dello Stato nella Repubblica messicana a partire dalla sua stessa configurazione costituzionale. Queste riforme devono toccare i processi elettorali così come gli elementi che assicurino una effettiva separazione dei poteri. Nel caso di Oaxaca urge il pieno rispetto delle forme di rappresentazione basate sugli usi e i costumi, la cui noncuranza da parte delle autorità statali risulta essere causa di gravi conflitti.
Una delle massime priorità si colloca nell'assicurazione di una reale ed effettiva separazione del potere giudiziario da quello esecutivo. In questo senso, risulta improrogabile una revisione del modello di nomina dei giudici per assicurare la loro indipendenza, imparzialità e inamovibilità, così come l'istituzione, là dove ancora non esista, di un sistema di concorso pubblico che garantisca l'accesso secondo il merito e le capacità. Altresì imprescindibile si presenta una legge di incompatibilità delle cariche che eviti l'interferenza tra i poteri. Allo stesso modo si è necessario assicurare la reale accessibilità di una difesa d'ufficio di qualità e la presenza dei traduttori di fiducia che garantiscano i diritti linguistici delle persone indigene. In fine, si deve permettere alle vittime di poter partecipare ai processi come parte in causa, abbandonando il monopolio del ministero pubblico.
Questa riforma integrale delle istituzioni passa anche, come condizione per la costruzione di una democrazia veramente inclusiva, per il pieno riconoscimento dei diritti delle popolazioni indigene e in particolare del loro diritto ad autodeterminarsi. Gli accordi di san Andrés, non riconosciuti dalla riforma costituzionale del 2001, devono tornare a far parte del punto di partenza, insieme ai progressi che presenta la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni, approvata dalle Nazioni Unite nel 2007. Il Messico deve includere nella sua legislazione i diritti riconosciuti in questa dichiarazione, in accordo all'impegno politico assunto. In questo senso, risulta urgente conferire vigore normativo a provvedimenti come quello dell'art. 32.2, relativo all'obbligo degli Stati di realizzare consultazioni con le popolazioni indigene ^al fine di ottenere il loro libero e informato consenso prima di approvare qualsiasi progetto che coinvolga le loro terre o territori
o altre risorse, in particolar modo in relazione allo sviluppo, utilizzo o sfruttamento delle risorse minerarie, idriche o di altro tipo^.
SESTA
Mentre il Potere giudiziario continua ad essere incapace di garantire la sua piena indipendenza di fronte al Potere esecutivo, la CCHIODH sollecita la società civile messicana a dare seguito ai processi di organizzazione in difesa dei diritti e delle libertà e a mettere in moto i meccanismi di protezione internazionale dei diritti umani, in special modo gli stessi del sistema interamericano e di quello delle Nazioni Unite. Il Governo messicano deve, in tali circostanze, rispettare e promuovere detti strumenti, così come favorire le condizioni necessarie affinché le organizzazioni dei diritti umani possano continuare ad apportare le proprie valutazioni in materia.
La CCIODH considera prioritario che le istituzioni dell'Unione Europea attuino il più brevemente possibile meccanismi che permettano di monitorare l'adempimento delle esigenze della clausola democratica inclusa nell'Accordo Globale con la Repubblica del Messico.
La CCIODH, come già fece nella sua ultima visita, raccomanda allo stesso modo che il governo federale e quello statale sollecitino in particolar modo la presenza dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Oaxaca.
Si deve altresì rivedere a fondo il sistema di nomina e il tipo di funzioni che devono realizzare le commissioni statali e nazionali dei diritti umani al fine di conseguire fiducia nel loro lavoro, al momento molto screditato.
Mentre l'impunità continua ad essere la regola e non l'eccezione, come ce lo continua a ricordare dopo dieci il massacro di Acteal, la CCIODH ritiene necessario e opportuno rivolgersi agli organismi di conferimento di giustizia esistenti oltre lo Stato messicano, al fine di progredire nella lotta contro l'impunità di casi di grave violazione dei diritti umani. In questo senso, la CCIODH ritiene di enorme rilevanza la causa di Cristina Valls presentata in Spagna davanti al Tribunale Nazionale contro 40 agenti dei corpi di polizia Federale Preventiva, dello stato di Messico e del municipio di Texcoco, per torture psicologiche, fisiche e sessuali subite durante i fatti di Atenco nel 2006.
..........................continua
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